Come supporto allo studio di formazione di coaguli inappropriata; come aiuto nel determinare la causa di aborti ricorrenti; per valutare un PTT (tempo di tromboplastina parziale) allungato; come parte della valutazione della sindrome da antifosfolipidi (APS); talvolta come supporto alla diagnosi o alla valutazione di patologie autoimmuni.
Anticorpi anti-fosfolipidi
Quando il paziente presenta un PTT allungato, quando manifesta ricorrenti fenomeni coagulativi inspiegati, quando ha aborti spontanei ricorrenti, specialmente nel secondo e terzo trimestre.
Un campione di sangue prelevato da una vena del braccio.
No, nessuna.
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Come viene raccolto il campione per il test?
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Gli anticorpi antifosfolipidi vengono usati come supporto nella determinazione della causa di:
- Formazione inappropriata di coaguli sanguigni (episodi trombotici inspiegati, eccessiva coagulazione)
- Aborti spontanei ricorrenti
- Bassa conta piastrinica (trombocitopenia)
- PTT allungato
In ragione dei segni e sintomi e della storia clinica del paziente, il medico può prescrivere uno o più tipi e classi di questi esami come ausilio per la rivelazione di anticorpi antifosfolipidi e come supporto nella diagnosi di sindrome da antifosfolipidi (APS):
- Anticorpi anti-cardiolipina (IgG, IgM e talvolta AgA) sono spesso prescritti perchè sono il tipo più comune di antifosfolipidi.
- Esami del Lupus anticoagulant (RVVT, neutralizzazione dei lipidi in fase esagonale) se il paziente ha un PTT allungato
- Test degli anticorpi anti-beta 2 glicoproteina 1 e anti- fosfatidilserina possono essere prescritti insieme agli altri anticorpi antifosfolipidi per determinare la loro presenza e fornire al medico ulteriori informazioni.
Se sono presenti gli anticorpi antifosfolipidi, gli/lo stessi/o esami/e possono essere prescritti nuovamente dopo 8-10 settimane per determinare se la loro presenza sia persistente o temporanea.
Questi esami possono inoltre essere fatti come supporto alla diagnosi e/o alla valutazione di una malattia autoimmune poiché essi sono presenti in patologie come il lupus eritematoso sistemico (LES o lupus). Se una persona con malattia autoimmunitaria ha il test negativo per gli anticorpi antifosfolipidi, il test può essere ripetuto al fine di determinare se gli anticorpi si sviluppano nel corso della malattia. -
Quando viene prescritto?
Gli anticorpi antifosfolipidi possono essere prescritti quando il paziente mostra segni e sintomi che suggeriscano la presenza di episodi trombotici, quali dolore e gonfiore delle estremità, respiro corto e mal di testa. Possono essere prescritti quando in una donna si abbiano frequenti aborti spontanei e quale follow-up di un PTT allungato. Nel caso di positività di uno dei test questo deve essere ripetuto a distanza di alcune settimane per accertare che non si tratti di un fenomeno temporaneo. La ricerca degli anticorpi antifosfolipidi si eseguono quando vi sia la presenza di segni della sindrome da anticorpi antifosfolipidi. Quando un paziente con disordini autoimmunitari risulti negativo alla presenza di anticorpi antifosfolipidi, uno o più test devono essere ripetuti in un secondo tempo per valutare l'eventuale sviluppo di autoanticorpi.
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Cosa significa il risultato del test?
Si deve prestare particolare attenzione nell'interpretazione del test. Un risultato negativo indica esclusivamente che in quel determinato momento non vi è presenza di autoanticorpi. Bassi o moderati livelli di anticorpi possono essere presenti temporaneamente a causa di infezioni o farmaci od ancora a causa dell'età. Queste concentrazioni non vengono spesso considerate da sole ma vanno valutate insieme alla sintomatologia e alle informazioni cliniche sul paziente. Alcune volte, il paziente può manifestare la presenza di una o più classi di uno specifico anticorpo. Per esempio, si possono avere significative quantità di IgG e IgM anticardiolipina oppure avere solo la presenza dei meno frequentemente testati IgA. Livelli medio-alti di uno o più autoanticorpi, che persistano quando ritestati dopo 8-10 settimane, indicano una probabile presenza costante di tali anticorpi.
Se il test indica la presenza del lupus anticoagulant e questa persiste al test successivo, significa che il paziente è presumibilmente affetto da tale patologia. Pazienti con presenza di anticorpi antifosfolipidi e con accertata sindrome antifosfolipidi hano un aumentato rischio di avere episodi trombotici ricorrenti, aborti spontanei e trombocitopenia. I risultati del test non indicano la frequenza delle complicazioni, il tipo o la severità della patologia nel singolo paziente. Alcuni mostrano un elevato numero di problemi ricorrenti mentre altri sono asintomatici. Esempi di questo sono pazienti asintomatici ai quali viene diagnosticata la presenza di anticorpi antifosfolipidi a causa di un PTT prolungato effettuato per altri motivi (quale la preospedalizzazione), o anziani asintomatici nei quali insorgono autoanticorpi.
Anticorpi antifosfolipidi transitori possono essere osservati in persone con infiammazione, malattie autoimmuni, infezioni o cancro.
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C’è altro da sapere?
Occasionalmente, gli esami degli anticorpi antifosfolipidi possono essere prescritti come supporto nel determinare la causa di positività dei test VDRL/RPR per la sifilide. I reagenti utilizzati nel test della sifilide contengono fosfolipidi che possono causare risultati falsi positivi nelle persone con anticorpi antifosfolipidi.
I risultati falsi positivi dei test possono essere osservati in persone che prendono farmaci come chinidina, procainamide, fenitoina e penicillina.
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E’ possibile fare qualcosa per prevenire o per liberarsi degli anticorpi antifosfolipidi?
No. Il processo che causa la loro produzione non è ancora comprensibile del tutto. Ci sono però dei fattori di rischio, come il fumo e l’obesità, che possono incrementare la probabilità di formazione dei coaguli. Tenere sotto controllo questi fattori può aiutare a diminuire il rischio di sviluppo dei trombi ma non previene la formazione di anticorpi antifosfolipidi o la liberazione da essi.
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Se è presente un gruppo di anticorpi antifosfolipidi, è possibile svilupparne altri?
E’ possibile, ma non c’è modo di prevedere se e quando succederà. Lo sviluppo degli anticorpi antifosfolipidi e di sintomi e complicazioni, dipende dal singolo individuo.
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Che cos’è il lupus anticoagulant?
Il lupus anticoagulant (LA) è un gruppo di anticorpi antifosfolipidi che interferisce con il processo coagulativo in provetta (per questo chiamato “anticoagulant”) ed è associato ad un eccessivo processo di coagulazione (trombosi venosa o arteriosa) nell’organismo. Gli esami più comuni per determinare la presenza di LA includono il tempo di veleno di vipera Russell (RVVT) e la neutralizzazione con fosfolipidi in fase esagonale. Per maggiori dettagli, leggere l’articolo Esami del Lupus anticoagulant.
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Tutti dovrebbero fare un test per gli anticorpi antifosfolipidi?
Lo screening generale non è necessario. I test vengono eseguiti solo quando il paziente mostra segni e sintomi associati alla loro presenza o come naturale seguito di altri esami. La maggior parte delle persone non ha bisogno di questi esami durante il corso della vita.