Per determinare se è presente una mutazione genica in grado di aumentare il rischio di formazione di coaguli, come nella trombosi venosa profonda (TVP) e/o nel tromboembolismo venoso (TEV).
Fattore V Leiden e PT 20210 - Varianti Geniche
In seguito ad un episodio trombotico inspiegabile, specialmente se presente in persone di età inferiore ai 50 anni, con episodi frequenti di TVP o di TEV, con TVP o TEV durante la gravidanza, con TVP in aree dell'organismo inusuali o con una storia familiare positiva per eventi trombotici.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio.
No, nessuna.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
I test per la ricerca delle mutazioni del Fattore V Leiden (FVL) e della protrombina 20210 (PT 20210) sono spesso richiesti insieme, come supporto nell’identificazione della causa di formazione inappropriata di un coagulo (trombo) come avviene nella trombosi venosa profonda (TVP) e/o nel tromboembolismo venoso (TEV).
I test per la ricerca delle mutazioni del Fattore V Leiden e PT 20210 sono utilizzati per determinare se un individuo abbia ereditato un disordine associato all'eccessiva formazione di coaguli e se siano presenti una o due copie delle mutazioni (eterozigote o omozigote).
Questi esami possono essere prescritti come supporto nella ricerca della causa di un episodio trombotico, specialmente se si presenta in una persona di età inferiore ai 50 anni, senza causa evidente o in una sede inusuale come nel fegato (epatico), nei reni (renale), nell'encefalo (cerebrale), nell’intestino e nella pelvi (mesenterico), o nelle vene oculari. Questi esami possono essere prescritti in persone con TEV ricorrente o con una storia familiare di trombosi.
Lo screening sulla popolazione generale non è raccomandato, mentre vi sono pareri discordanti all'interno della comunità scientifica circa l’utilità di sottoporre al test i familiari di persone positive per la presenza delle mutazioni del Fattore V Leiden o PT 20210. La presenza delle varianti infatti aumenta il rischio di sviluppare trombosi ma con delle variabilità dovute alle diverse modalità di espressione del gene mutato. Solo il 10% dei pazienti con la variante del Fattore V Leiden, ad esempio, sperimenta un episodio trombotico.
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Quando viene prescritto?
I test per le mutazioni del Fattore V Leiden e PT 20210 sono prescritti in caso di sospetta predisposizione genetica ereditaria alla trombofilia; per esempio in persone che:
- Abbiano manifestato il primo episodio di trombosi venosa profonda (TVP) o di tromboembolismo venoso (TEV) prima dei 50 anni.
- Abbiano manifestato un episodio trombotico a carico di aree dell'organismo inusuali, come nelle vene del fegato (epatica), nei reni (renale), nel cervello (cerebrale), nell’intestino e nella pelvi (mesenterica), o nelle vene oculari.
- Abbiano un storia personale o familiare di TVP o di TEV ricorrenti.
- Abbiano il primo episodio di TEV in relazione all’uso di contraccettivi orali, gravidanza oppure terapia ormonale sostitutiva
- Abbiano avuto aborti spontanei, specialmente nel secondo o terzo trimestre di gravidanza
Questi test possono essere prescritti in persone con parenti di primo grado, come un genitore o un fratello, positivi per la mutazione genica del Fattore V Leiden o PT 20210. Tuttavia, secondo le raccomandazioni rilasciate nel 2011 da un gruppo di esperti del Centers for Disease Control and Prevention, incaricati di valutare la gestione clinica di queste mutazioni geniche, gli adulti asintomatici non dovrebbero essere testati, anche anche se con familiari portatori di mutazioni PT 20210 o Fattore V Leiden, con lo scopo di decidere il corretto approccio terapeutico con un farmaco anticoagulante.
Sebbene la presenza delle mutazioni non implichi necessariamente lo sviluppo di un disordine della coagulazione, le persone asintomatiche ma appartenenti ad una famiglia positiva per la presenza di una o più mutazioni geniche, dovrebbero limitare gli ulteriori fattori di rischio per la trombosi come l’uso di contraccettivi orali, il fumo, alte concentrazioni di omocisteina e anche l’immobilizzazione e la chirurgia.
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Cosa significa il risultato del test?
Se il test genetico indica la presenza di una copia del gene del Fattore V Leiden o della PT 20210, allora l’individuo è eterozigote per quella variante; un individuo con due copie della variante genetica, è definito omozigote.
La presenza del Fattore V Leiden è una delle predisposizioni genetiche ereditarie più comuni associate alla trombofilia. Sebbene i casi di omozigosi siano rari, le persone con due copie del gene del Fattore V Leiden possono avere un rischio aumentato di 80 volte di sviluppare trombosi. Coloro che hanno una sola copia del gene alterato (eterozigoti) hanno un rischio aumentato di sole 4-8 volte.
La mutazione PT 20210 può essere presente in una sola copia (eterozigote) o in entrambe le copie (omozigote) del gene della protrombina, anche se l'omozigosi è molto rara. Gli eterozigoti affetti hanno un aumento moderato della produzione di trombina, che è associato ad un rischio aumentato di 2,5-3 volte di sviluppare tromboembolismo venoso (TEV); non sono disponibili abbastanza informazioni relative agli individui omozigoti.
Il rischio potenziale associato alla/e mutazione/i è variabile e individuale. In individui asintomatici, la trombosi venosa profonda (TVP) e/o il TEV potrebbero non manifestarsi mai. In individui con uno o più episodi trombotici, le mutazioni geniche potrebbero essere la causa più probabile e il rischio di ricorrenza è alto. In assenza delle mutazioni, è probabile che il fenomeno sia dovuto ad altra causa.
I fattori di rischio associati al Fattore V Leiden, alla PT 20210 e ad altre carenze di fattori ereditate e acquisite sono indipendenti. Se un individuo ha più di un fattore di rischio, l'effetto è cumulativo. In aggiunta ai fattori di rischio ereditari e ai fattori acquisiti, esistono fattori di rischio "controllabili", come l’uso di contraccettivi orali, che possono esacerbare gli effetti della combinazione dei fattori di rischio già esistenti. Ad esempio, una donna eterozigote per il Fattore V Leiden può avere un rischio aumentato di 2-4 volte di sviluppare TEV; l'uso di contraccettivi orali, può aumentare il rischio di trombosi fino a 30 volte rispetto al rischio imputabile alla sola eterozigosi del Fattore V Leiden.
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C’è altro da sapere?
Talvolta, la ricerca della presenza della variante genica del Fattore V Leiden può iniziare con il test della resistenza della proteina C attivata (APC), anche se questo test non è eseguito comunemente. Nel 90% circa dei casi, la resistenza dell'APC è dovuta alla mutazione del Fattore V Leiden. Un risultato positivo al test della resistenza dell'APC viene quindi seguito dalla ricerca della mutazione del Fattore V Leiden sul DNA della persona affetta, sia per confermare la diagnosi che per determinare lo stato di eterozigote o omozigote per tale mutazione.
Alcuni studi hanno dimostrato un’associazione tra la mutazione genica del Fattore V Leiden e il fenomeno degli aborti ricorrenti.
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Quali altri esami possono essere eseguiti per la valutazione della trombofilia?
Esistono altri esami che possono essere richiesti per l'identificazione di altri fattori che possono contribuire alla trombofilia. Alcuni di essi includono:
- Lupus anticoagulant (LAC)
- Proteina C e Proteina S
- Antitrombina
- Mutazioni MTHFR
- Omocisteina
- Mutazione R2 del Fattore V
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Come vengono trattate la trombosi venosa profonda (TVP) e/o il tromboembolismovenoso (TEV)?
Indipendentemente dalla causa, il TEV è solitamente trattato con una terapia anticoagulante di breve durata, spesso 3-12 mesi di combinazione di eparina, warfarin, eparine a basso peso molecolare o uno dei nuovi anticoagulanti orali. Al termine di questo periodo, sulla base della valutazione del rischio individuale, si stabilisce se è necessario proseguire con la terapia. Per alcune persone può essere necessaria una terapia profilattica a vita.
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Un soggetto con mutazione del Fattore V Leiden può essere sottoposto per lungo tempo a terapia anticoagulante?
In generale, no. La terapia anticoagulante è usata quando si manifestano TVP e/o TEV. Una terapia a lungo termine può essere presa in considerazione per specifici individui, in relazione alla situazione clinica. E’ importante sapere che una persona affetta da TVP/TEV con le varianti geniche del Fattore V Leiden o della protrombina 20210, non necessita di variazioni dell’intensità e della durata della terapia anticoagulante.
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Le mutazioni possono scomparire?
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Qual è la rilevanza clinica della mutazione R2 del Fattore V?
R2 (A4070G) è una mutazione del fattore V che si crede conferisca resistenza APC aggiuntivase presente in individui eterozigoti per il Fattore V Leiden (R506Q). Da sola, la mutazione R2 non è stata associata significativamente al rischio di trombosi venosa.