Esistono diversi fattori di rischio correlati all’ictus. Tra questi vi sono:
- Ipertensione
- Malattia coronarica (CAD) o altre malattie o difetti cardiaci come la fibrillazione atriale
- Diabete mellito
- Ipercolesterolemia
- Età – il rischio di ictus raddoppia ogni dieci anni dopo i 55 anni
- Anamnesi familiare positiva per ictus
- Etnia – gli afroamericani hanno un rischio maggiore di morire di ictus rispetto ai caucasici, dovuto anche al rischio aumentato per l’ipertensione, il diabete e l’obesità
- Sesso – gli uomini sono maggiormente a rischio rispetto alle donne, sebbene molte donne muoiano per ictus
Altri fattori di rischio includono:
- Anemia mediterranea
- Sindrome da anticorpi antifosfolipidi
- Stile di vita poco sano, inclusa l’abitudine al fumo, all’uso di cocaina o di altre droghe, al consumo eccessivo di alcol, alla mancanza di esercizio fisico ed al consumo di cibi ricchi di grassi saturi
La maggior parte degli ictus sono preceduti da uno o più attacchi ischemici transitori (TIA) che non devono essere sottovalutati ma devono essere valutati attentamente nel minor tempo possibile. Diversamente dai sintomi di ictus, quelli di TIA si risolvono entro poche ore. I cinque sintomi più comuni sono:
- Intorpidimento improvviso, debolezza o paralisi del viso o degli arti, in genere monolaterale
- Improvvisa perdita della capacità di parlare o di capire ciò che viene detto
- Improvvisa comparsa di vertigini, perdita dell’equilibrio, della coordinazione o problemi nella deambulazione
- Offuscamento improvviso della vista o difficoltà visive da uno od entrambi gli occhi
- Grave e inspiegabile cefalea