Come supporto alla diagnosi delle cause di un episodio trombotico; in seguito al riscontro di un aPTT allungato; per determinare le cause di aborti spontanei ricorrenti; nel contesto di approfondimenti effettuati in presenza di una sindrome da antifosfolipidi. Questo test non viene utilizzato nella diagnosi del disordine autoimmune “lupus eritematoso sistemico” (LES), noto comunemente come lupus.
Lupus Anticoagulant
Nel caso in cui siano presenti segni e sintomi di disordini della coagulazione venosa e arteriosa (noti come trombosi o tromboembolismo); nel caso in cui venga riscontrato un aPTT allungato; in seguito ad aborti spontanei ricorrenti.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio.
No, nessuna.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test del lupus anticoagulant (LA) viene utilizzato per la ricerca di autoanticorpi LA nel sangue, i quali sono associati ad ipercoagulazione. Il test LA può essere utilizzato come supporto alla definizione delle cause di:
- Formazione inspiegabile di coaguli (trombosi) nelle vene e nelle arterie
- Aborti spontanei ricorrenti
- Test aPTT prolungato inspiegabile (il PTT misura il tempo in secondi necessario al sangue del paziente per formare un coagulo, in vitro, dopo l’aggiunta di opportuni reagenti). Il test LA aiuta a determinare se l’allungamento del PTT è dovuto alla presenza di inibitori specifici della coagulazione, come gli autoanticorpi diretti contro i fattori della coagulazione, o non specifici come quelli LA.
Il test LA viene inoltre utilizzato:
- Insieme alla ricerca degli anticorpi anti-cardiolipina (aCL) e antiβ2-glicoproteina I (β2GPI), per la diagnosi della sindrome da antifosfolipidi (APS).
- Insieme ai test per il fattore V Leiden o della proteina C e S, come supporto alla diagnosi di patologie dovute ad ipercoagulazione (trombofilia).
- Per determinare se il LA è temporaneo o persistente.
I LA non possono essere misurati in maniera diretta e non esistono procedure standardizzate o un singolo test che ne rilevi la presenza. Pertanto, per la conferma o l’esclusione della presenza di autoanticorpi è necessario utilizzare un pannello di test::
- Viene raccomandato l’impiego di due test per la ricerca di LA. I più sensibili sono i test fosfolipidi-dipendenti come il test con veleno di vipera di Russel diluito (dRVVT) e il test PTT LA-sensibile, seguiti da test di conferma come:
- Test di miscela: il test PTT o dRVVT vengono effettuati sul siero del paziente miscelato con un volume uguale di un pool di sieri “normali”
- Correzione/neutralizzazione: al campione del paziente vengono aggiunti fosfolipidi in eccesso e quindi viene effettuato il test PTT LA-sensibile o dRVVT. In questo caso, il test PTT LA-sensibile viene chiamato test di neutralizzazione con fosfolipidi a fase esagonale.
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Quando viene prescritto?
Il test LA viene prescritto, insieme ad altri test, nel caso in cui:
- Il paziente manifesti coagulazione inspiegabile nelle vene o nelle arterie. I segni e sintomi possono variare da dolore, gonfiore e decolorazione degli arti inferiori, in caso di trombosi venosa profonda, a senso di affaticamento, sudorazione e respiro affannato in caso di embolia polmonare.
- Un paziente presenti segni e sintomi di APS; questi sono simili a quelli menzionati precedentemente.
- Una donna vada incontro a aborti spontanei plurimi
- Venga riscontrato un test PTT allungato inspiegabile
Nel caso in cui il test indichi la presenza di LA, questo viene ripetuto per conferma dopo circa 12 settimane, in special modo per i pazienti testati per APS.
Nel caso in cui un paziente sia negativo per LA ma sia affetto da una patologia autoimmune come il LES, il clinico può richiedere l’esecuzione occasionale di uno o più test del PTT per determinare l’eventuale sviluppo di LA. La possibilità di sviluppare LA infatti esiste in qualsiasi momento.
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Cosa significa il risultato del test?
La conferma della presenza di autoanticorpi LA richiede l'esecuzione di una serie di test. I referti di laboratorio sono talvolta complicati ma di solito sono accompagnati da un’interpretazione riguardo la presenza/assenza di LA. Come i risultati degli altri test riguardanti i disordini della coagulazione, anche i test LA sono talvolta di difficile interpretazione e richiedono la valutazione di un esperto in disordini da eccessiva coagulazione.
Nonostante le modalità operative per la ricerca di LA possano variare, di solito il primo test effettuato è il test del PTT. Se il PTT è normale, è verosimile l’assenza di LA. Tuttavia questo test può non essere abbastanza sensibile per rilevare la presenza di LA; pertanto può essere necessario effettuare un test PTT LA-sensibile (PTT-LA).
Ulteriori dettagli riguardanti i risultati dei test per LA:
La positività per i test LA può significare che i segni e sintomi riscontrati siano dovuti a tali autoanticorpi. Allo stesso modo, in caso di esito negativo dei test, i segni e sintomi devono essere imputati ad altre cause, come la carenza dei fattori della coagulazione.
Per esempio, la presenza di LA confermata in una o più occasioni a distanza di 12 settimane, può indicare la presenza di sindrome da anti-fosfolipidi (APS).
I test per LA vengono spesso effettuati in concomitanza ad altri test come quelli per la ricerca degli anticorpi anti-cardiolipina (aCL) e anti-β2 glicoproteina I (β2GPI) utili nella diagnosi delle patologie da antifosfolipidi. Al fine di fornire una diagnosi corretta,i risultati di questi test devono essere interpretati insieme e parallelamente al contesto clinico.
Esistono altri test che è possibile effettuare per escludere altre possibili cause di PTT allungato:
- Fattori della coagulazione (ad esempio fibrinogeno) - il test per la valutazione dei fattori della coagulazione possono essere richiesti per escludere una carenza dei fattori come causa dell'allungamento del PTT e degli episodi emorragici.
- Emocromo completo - l’emocromo comprende la conta delle piastrine; una trombocitopenia (carenza di piastrine) moderata o lieve è spesso presente in presenza di LA; i pazienti in terapia con anticoagulanti (eparina) per trombosi associata a LA possono invece avere una trombocitopenia da moderata a severa.
- Tempo di trombina (TT) - se normale, la contaminazione da eparina è esclusa come possibile causa di allungamento del PTT.
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Maggiori dettagli circa i risultati del test
La tabella sottostante riassume i possibili risultati ottenibili:
Esame Risultato Possibile Interpretazione Step 1 PTT LA-sensibile (PTT_LA) e/o test del veleno di vipera Russel diluito (DRVVT) Normale In genere non sono necessari ulteriori test. Nel caso di forte sospetto della presenza di inibitori, può essere ripetuto il test. Prolungato Possibile presenza di inibitori → Step 2 Step 2 Test di miscela: il plasma in esame e quello ottenuto da un pool di plasmi normali vengono mescolati in parti uguali e utilizzati per ripetere il test PTT-LA e/o DRVVT Normale I test iniziali erano prolungati per la presenza di fattori diversi dalla presenza di inibitori, come ad esempio, la carenza di fattori della coagulazione. Prolungato Se il plasma "normale" mescolato con quello in esame non corregge il risultato, allora è molto probabile la presenza di LA → Step 3 Step 3 Test di conferma (correzione o neutralizzazione): viene eseguito nuovamente il test PTT-LA o DRVVT ma aggiungendo un eccesso di fosfolipidi. Il rapporto normalizzato viene calcolato dividendo il risultato dei test eseguiti senza l'eccesso di fosfolipidi per questo risultato. Positivo (rapporto alto) Se superiore al valore limite di riferimento, la presenza di LA è assai probabile Negativo (rapporto basso) Potrebbe essere presente un inibitore specifico diverso da LA. Devono essere eseguiti ulteriori test per la ricerca di anticorpi diretti verso specifici fattori della coagulazione, come il fattore VIII.Diversamente dalla presenza di LA, responsabile di trombosi, la presenza di inibitori specifici per fattori della coagulazione può portare a gravi emorragie. Sulla base delle raccomandazioni fornite dalla Society of Thrombosis and Hemostasis (ISTH), per la conferma della presenza di LA dovrebbero essere verificati quattro criteri:
- Prolungamento dei risultati di almeno uno dei test della coagulazione dipendenti dai fosfolipidi, come PTT-LA o DRVVT
- Prolungamento del risultato nel test di miscela (evidenza della presenza di inibitori della coagulazione)
- Riduzione del tempo di coagulazione dopo l'aggiunta di fosfolipidi (che dimostra la dipendenza dell'inibitore dai forsfolipidi)
- Esclusione della presenza di inibitori specifici per i fattori della coagulazione, come il fattore VIII, che potrebbero portare a gravi emorragie
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C'è altro da sapere?
Dopo la contaminazione da eparina, la presenza di autoanticorpi LA è la causa principale di allungamento del PTT.
Poiché la presenza di anticorpi aCL può indurre risultati falsamente positivi al test VDRL/RPR per la sifilide, questi test possono essere richiesti in questo contesto.
I pazienti affetti da disordini autoimmuni, HIV/AIDS, infiammazione e cancro spesso sviluppano LA. Lo stesso può accadere nei pazienti in terapia con fenotiazine, penicillina, chinidina, idralazina, procainamide, e fansidar.
I pazienti in terapia anticoagulante con eparina o sostituti dell’eparina (irudina, danaparoid o argatroban) possono avere risultati falsamente positivi al test LA. La terapia con Warfarin (Cumadin®) può invece fornire risultati falsamente negativi nel caso in cui i livelli dei fattori della coagulazione II, VII, IX e X siano diminuiti in maniera significativa. Se possibile, il test LA dovrebbe essere effettuato prima di iniziare una terapia anticoagulante.
Nel caso in cui un paziente con trombosi grave sia positivo per LA, è di solito necessario prolungare e aumentare l’intensità della terapia anticoagulante.
Nel caso in cui ad un paziente venga confermata la presenza di LA, i test usati abitualmente nel monitoraggio della terapia anticoagulante (ad es. PTT per l’eparina e PT/INR per il warfarin) non sono attendibili e devono pertanto essere sostituiti con altri test. Per esempio, i test cromogenici per la misura del Xa e degli anti-Xa dovrebbero essere utilizzati rispettivamente nel monitoraggio terapeutico del warfarin e dell’eparina.
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La raccolta del campione è cruciale per il test LA?
Si. Oltre alla contaminazione di eparina, esistono altre variabili preanalitiche cruciali per la corretta esecuzione del test LA. Il campione di sangue deve essere raccolto in specifiche provette contenenti citrato come anticoagulante e centrifugate per separare il plasma necessario al test. Nel tubo di raccolta deve essere presente una quantità adeguata di sangue e non deve essere coagulato. Nel caso in cui il sangue venga centrifugato in maniera corretta, la maggior parte delle piastrine vengono rimosse. La presenza di troppe piastrine nel campione potrebbe compromettere il risultato del test poiché le piastrine sono fonte di fosfolipidi. Inoltre, il test può essere influenzato da valori di ematocrito molto alti.
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E’ possibile fare qualcosa per eliminare i LA?
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Come viene trattata una persona con LA?
In assenza di sintomi non viene richiesto nessun trattamento. Nel caso in cui si sviluppi una coagulazione incontrollata, allora il paziente può essere sottoposto a terapia anticoagulante con eparina (iniettata per via endovenosa) e quindi con warfarin (Cumadin®) da assumere per via orale per alcuni mesi. Di solito il warfarin viene somministrato a dosaggi maggiori del normale e la terapia deve essere proseguita per lunghi periodi. Talvolta in pazienti con LA, il rischio di ripetuti episodi trombotici venosi o arteriosi è alto. Per questo motivo in alcuni pazienti è richiesta una terapia anticoagulante orale di lunga durata o anche per tutta la vita. Possono essere prescritti anche i nuovi ramaci anticoagulanti orali, per la terapia a lungo termine.
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Chi è a rischio di sviluppare una sindrome da antifosfolipidi?
La sindrome da antifosfolipidi (APS) può colpire chiunque ma viene riscontrata prevalentemente in donne in età fertile e in coloro che sono già affetti da altre patologie autoimmuni. L’APS è il disordine da ipercoagulazione (trombofilia) acquisito più comune e riguarda circa il 5% delle donne in gravidanza.
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Oltre al test LA, quali altri test devono essere eseguiti in caso di sospetto di disordini da eccessiva coagulazione?
Altri test eseguibili in corso di accertamenti di disordini da ipercoagulazione includono: la mutazione del fattore V Leiden e del gene G20210A della protrombina, altri anticorpi antifosfolipidi, l’omocisteina, la proteina C e S e l’antitrombina.