In caso di sospetto clinico ed epidemiologico d’infezione da virus Zika.
Virus Zika
In presenza di febbre, cefalea, eruzioni cutanee, dolore articolare e muscolare, congiuntivite manifestatesi dopo un viaggio in aree endemiche per il virus Zika (Bolivia, Brasile, Messico, Guatemala, Giamaica, Venezuela, Cuba, Repubblica Dominicana, Perù, Maldive, Tailandia, Sri Lanka (Ceylon), India, Angola, Capo Verde, Guinea Bissau, ecc); dopo contatti sessuali con soggetti che abbiano recentemente viaggiato nelle stesse aree; nelle donne in gravidanza che hanno viaggiato nelle stesse aree, indipendentemente dai sintomi; nei bambini nati con microcefalia.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio e/o un campione di urina raccolto in un contenitore pulito; più raramente un campione di liquido cefalorachidiano o di liquido amniotico.
No, nessuna.
-
Quali informazioni è possibile ottenere?
L'esame del virus Zika viene usato porre diagnosi d’infezione in persone con segni e sintomi riconducibili all'infezione da virus Zika potenzialmente contratta in aree endemiche o tramite rapporti sessuali con viaggiatori di ritorno da aree endemiche.
Senza il supporto del laboratorio, l'infezione da virus Zika è difficilmente diagnosticabile poiché asintomatica o caratterizzata da manifestazioni cliniche analoghe a quelle di altre malattie come la Dengue o la Chikungunya.
Esistono due tipi di test:
- Esami molecolari (NAATs, PCR) - questi esami rilevano la presenza di RNA del virus e consentono la formulazione di una diagnosi entro una settimana dalla comparsa dei sintomi. Tali tecniche consentono di rilevare, oltre al virus Zika, anche altri virus trasmissibili dalla puntura di zanzara, come Dengue e Chikungunya. Questo esame ricerca il virus nel sangue, liquido cefalorachidiano, nel liquido amniotico o nell'urina.
Gli esami molecolari consentono di rilevare il virus nel sangue entro 7 giorni dalla comparsa dei sintomi, nell’urina fino a tre settimane.
Nel caso in cui l'esame molecolare fornisca un risultato negativo, è possibile utilizzare l'approccio sierologico. - Ricerca degli anticorpi - consiste nella ricerca delle IgM prodotte dal sistema immunitario in risposta all'infezione da virus Zika. Questo esame può essere richiesto nel caso in cui il test molecolare risulti negativo o siano passati troppi giorni dal contagio, per l'esecuzione del test molecolare. Le IgM sono rilevabili nel sangue dopo 7 giorni dal contagio e permangono in circolo per circa 12 settimane. L'esecuzione del test al di fuori di questa finestra temporale, come ad esempio un esame eseguito troppo precocemente, potrebbe comportare la presenza di risultati falsamente negativi. Esiste la possibilità che questo esame risulti positivo (cross reazione) anche in presenza d'infezioni da virus simili a Zika, come il virus Dengue. In questo caso, è necessario eseguire un test di conferma chiamato PRNT (Plaque Reduction Neutralization Test) utile per confermare la presenza del virus Zika ed escludere la presenza di altri agenti virali.
Ai fini della corretta valutazione clinica dei risultati di laboratorio, si deve però tenere conto delle criticità derivanti dalla estesa cross-reattività tra diversi flavivirus, in particolare in seguito a infezioni da parte di un flavivirus in soggetti già in precedenza infettati o immunizzati da altri flavivirus. Questo è particolarmente importante nel caso del virus Zika, date le conseguenze che una diagnosi d’infezione, in particolare in donne in gravidanza, potrebbe avere.
- Esami molecolari (NAATs, PCR) - questi esami rilevano la presenza di RNA del virus e consentono la formulazione di una diagnosi entro una settimana dalla comparsa dei sintomi. Tali tecniche consentono di rilevare, oltre al virus Zika, anche altri virus trasmissibili dalla puntura di zanzara, come Dengue e Chikungunya. Questo esame ricerca il virus nel sangue, liquido cefalorachidiano, nel liquido amniotico o nell'urina.
-
Quando viene prescritto?
L'esame per il virus Zika può essere richiesto in persone con segni e sintomi riconducibili ad un'infezione da virus Zika che abbiano viaggiato in aree endemiche o che abbiano avuto rapporti sessuali con viaggiatori di ritorno dalle stesse aree.
I segni e sintomi in genere si manifestano dopo 2-7 giorni dal contagio, e possono includere:
- Febbre
- Dolore articolare e muscolare
- Eruzioni cutanee
- Congiuntivite
- Cefalea
Secondo le raccomandazioni, le donne in gravidanza che sono state in aree endemiche, dovrebbero informare il proprio medico curante per essere adeguatamente monitorate, così come quelle che hanno avuto contatti sessuali con viaggiatori di ritorno dalle stesse aree.
L'esame può essere richiesto anche per neonati microcefalici o in persone affette da sindrome di Guillain-Barré a rischio di aver contratto l'infezione da virus Zika.
Il test non è raccomandato per le donne non gravide asintomatiche e per lo screening pre-concezionale.
-
Cosa significa il risultato del test?
Esame molecolare
La PCR rileva la presenza del materiale genetico virale (RNA) ed è di solito considerato il test maggiormente attendibile per la diagnosi. Un risultato positivo alla PCR per la presenza del virus Zika, viene considerato diagnostico. Tutti i risultati positivi devono essere correttamente segnalati agli organi di sorveglianza sanitaria nazionale.
Un risultato negativo della PCR potrebbe indicare l'assenza dell'infezione o la presenza di quantità di virus troppo basse per poter essere rilevate. Questo può accadere se l'esame su sangue viene eseguito oltre la finestra di 7 giorni e/o quello su urina dopo le 2-3 settimane nelle quali il virus permane. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) raccomanda l'esecuzione dell'esame sierologico in seguito ad un risultato negativo ottenuto con quello molecolare.
Esame sierologico
La rilevazione della presenza di anticorpi IgM anti-Zika deve essere seguita dall'esecuzione dell'esame PRNT (Plaque Reduction Neutralization Test) per la conferma dell'effettiva presenza di anticorpi specifici. Per l'elevato rischio di risultati falsamente positivi, nessuna decisione clinica deve essere presa prima della conferma del test sierologico. Un risultato positivo all'esame PRNT conferma un’infezione recente da virus Zika e l'assenza del virus Dengue.
Un risultato negativo all'esame sierologico non esclude la possibilità di un'infezione da virus Zika: potrebbe essere dovuto all'effettiva assenza dell'infezione o alla presenza di quantità di anticorpi troppo basse per poter essere rilevate. Questo è particolarmente vero nel caso in cui l'esame venga eseguito troppo precocemente rispetto al momento del contagio e quindi prima che vengano prodotte quantità rilevabili di anticorpi. Nelle fasi precoci è raccomandabile l'esecuzione dei test molecolari.
-
C'è altro da sapere?
Gli esami per la rilevazione dell'infezione da virus Zika non forniscono informazioni circa lo stato di salute del feto di donne in gravidanza.
La sintomatologia clinica, come le eruzioni cutanee o il dolore articolare, è aspecifica e non consente la formulazione di una diagnosi certa.
Per informazioni circa le modalità di sorveglianza dei donatori di sangue, si rimanda alla pagina del Centro Nazionale Sangue.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiornato le linee guida per la prevenzione della trasmissione per via sessuale del virus Zika riducendo il periodo in cui viene raccomandato di avere rapporti sessuali protetti o di praticare l’astinenza sessuale da sei mesi a tre mesi per gli uomini e da sei mesi a due mesi per le donne.
-
Quanto tempo è necessario per l'esecuzione del test?
-
Il virus Zika può essere trasmesso da persona a persona?
Si. Il virus può essere trasmesso dalla madre al feto e, in rari casi, anche attraverso i rapporti sessuali. E' raccomandato alle donne in gravidanza d'informarsi circa le modalità di trasmissione e prevenzione dell'infezione, come, ad esempio, evitare di avere rapporti sessuali non protetti con uomini che abbiano vissuto o viaggiato in aree nelle quali il virus è endemico.
Sono in atto misure di prevenzione per evitare la trasmissione attraverso la donazione di organi, sangue e tessuti (Centro Nazionale Sangue).
-
In cosa consiste la prevenzione?
Attualmente non esiste un vaccino o un trattamento per l'infezione. L'unica misura preventiva consiste nella protezione contro la puntura delle zanzare:
- Indossare magliette a maniche lunghe e pantaloni lunghi, preferibilmente di colore chiaro Utilizzare repellenti antizanzare contenenti DEET, picaridina, olio essenziale di eucalipto limone (OLE) o IR3535, anche nelle donne in gravidanza e nei bambini
- Trattare le scarpe, i calzini, i pantaloni e le tende con permetrina, un repellente Dormire in aree trattate per escludere l'ingresso d’insetti o sotto una zanzariera
- Vuotare l'acqua contenuta in sedi di possibile riproduzione delle zanzare, come i sottovasi
- Per evitare la trasmissione sessuale, utilizzare il preservativo. L'unico modo sicuro per evitare la trasmissione per via sessuale consiste nell'astensione.
L’ECDC riporta (aprile 2019) che nei paesi dell’Europa continentale (Unione Europea e Area Economica Europea), inclusa l’Italia, esistono due specie di zanzare, la cui competenza come vettori di virus Zika è stata dimostrata in laboratorio: Aedes albopictuse e Aedes japonicus. Tuttavia la competenza di tali vettori è minore di quella di Aedes aegypti. La probabilità di trasmissione attraverso la puntura di zanzara è molto bassa in primavera, mentre in estate ed autunno, quando le temperature sono maggiori e i vettori sono più attivi, qualora il virus venga introdotto con un viaggiatore viremico, potrebbe essere possibile l’instaurarsi di trasmissione autoctona.
-
E' possibile contrarre l'infezione più di una volta?