Nell’ambito dei protocolli di screening prenatale per definire lo stato immunitario della madre nei confronti di Toxoplasma gondii, per rilevare l’infezione da Toxoplasma gondii nelle donne in gravidanza, nei bambini non ancora nati o in una persona immunocompromessa con sintomi parainfluenzali; per rilevare un’infezione pregressa o come sostegno diagnostico alla definizione delle complicanze legate ad un’infezione attiva da toxoplasma.
Toxoplasmosi
Nel caso in cui una donna in gravidanza o una persona immunocompromessa siano stati esposti a T. gondii e/o presentino sintomi para-influenzali o gravi infezioni agli occhi o all’encefalo che il clinico sospetti essere associate a toxoplasmosi. Sempre nell’ambito dei protocolli di screening prenatale, eseguito entro la 13esima settimana di gravidanza e poi, in caso di sieronegatività, ogni 30-40 giorni.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio; talvolta un campione di liquido cefalorachidiano, raccolto tramite una puntura lombare o rachicentesi, o di liquido amniotico prelevato tramite amniocentesi.
No, nessuna.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test della toxoplasmosi viene utilizzato per rilevare un’infezione attiva o pregressa ad opera del parassita microscopico Toxoplasma gondii. Spesso viene effettuato per:
- Le donne prima o durante una gravidanza per verificare la sieropositività o meno all’infezione da T. gondii e per monitorare l’eventuale infezione in corso di gravidanza
- I pazienti immunocompromessi con sintomi para-inflluenzali
- I pazienti con segni e sintomi di toxoplasmosi
- La diagnosi prenatale tramite l’analisi del liquido amniotico
Esistono diverse metodiche per rilevare l’infezione da T. gondii. La scelta dei test e dei campioni da utilizzare dipende dalla persona, dai sintomi e dall’anamnesi clinica.
Test anticorpale
L’esposizione di una persona a T. gondii determina la produzione di anticorpi in grado di riconoscere il parassita, ad opera del sistema immunitario del soggetto infetto. Possono essere prodotte due classi di anticorpi, le IgM e le IgG.
Le IgM sono le prime ad essere prodotte in risposta all’infezione. Nella maggior parte delle persone sono presenti nel circolo ematico entro una o due settimane dell’esposizione. La produzione di IgM aumenta per un breve periodo per poi diminuire progressivamente fino a scendere sotto i limiti di rilevabilità dopo qualche mese dall’esposizione. I livelli di IgM possono aumentare nuovamente nel caso in cui una ciste quiescente di T. gondii si riattivi o nel caso di infezioni croniche.
Le IgG vengono prodotte dopo alcune settimane dall’infezione e forniscono una protezione a lungo termine. I livelli di IgG aumentano durante l’infezione attiva per poi stabilizzarsi dopo la risoluzione della stessa. Una volta che una persona è stata esposta a T. gondii, presenterà livelli rilevabili di IgG per il resto della propria vita.
Il test anticorpale può essere effettuato nell’ambito del pannello TORCH, un acronimo che include molte infezioni in grado di causare complicanze durante la gravidanza: toxoplasmosi, rosolia, citomegalovirus ed herpes simplex.
Test molecolare
Il test molecolare può essere effettuato per rilevare e misurare il materiale genetico di T. gondii (DNA) nel liquido cefalorachidiano o nel liquido amniotico.
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Quando viene prescritto?
In Italia, secondo il Decreto ministeriale del 10 settembre 1998, il test per la toxoplasmosi rientra nelle prestazioni specialistiche e diagnostiche fornite gratuitamente durante la gravidanza al fine di tutelare la salute della madre e del nascituro. Nell’ambito dei protocolli di screening prenatale, la ricerca degli anticorpi IgG e IgM anti-T. gondii, viene eseguita entro la 13esima settimana di gravidanza e poi, in caso di sieronegatività, ogni 30-40 giorni fino al parto.
Il test può essere richiesto anche nelle persone immunocompromesse con sintomi para-influenzali o in qualunque persona abbia sviluppato sintomi e complicanze attribuibili alla toxoplasmosi. I segni e sintomi di toxoplasmosi includono:
- Linfonodi ingrossati
- Febbre, sudorazione notturna
- Debolezza e senso di fatica
- Cefalea
- Dolore muscolare
- Talvolta mal di gola
Le infezioni più gravi possono interessare il sistema nervoso centrale, incluso l’encefalo, con conseguenti variazioni nella vista e nello stato mentale o presenza di convulsioni.
Il test molecolare può essere eseguito nel caso in cui la toxoplasmosi sia sospettata in pazienti immunocompromessi (che quindi potrebbero non aver prodotto gli anticorpi) o per testare il liquido amniotico durante la gravidanza al fine di verificare o escludere l’infezione del feto in una madre positiva per le IgM anti-T. gondii e quindi con un’infezione attiva.
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Cosa significa il risultato del test?
L’interpretazione dei test per la toxoplasmosi richiede molta attenzione. Una persona immunocompromessa potrebbe non essere in grado di attivare una forte risposta immunitaria nei confronti di T. gondii, con la conseguenze assenza o quasi delle IgM e delle IgG nonostante la presenza dell’infezione.
Test anticorpale
IgM
IgG
Interpretazione possibile
Negativo
Positivo
Infezione pregressa
Negativo
Negativo
Assenza dell’infezione o infezione troppo recente; nessuna precedente esposizione
Positivo
Negativo
Positivo
Positivo
Infezione attiva; infezione cronica; riattivazione dell’infezione; infezione recente (le IgM possono permanere positive per molti mesi dopo la risoluzione dell’infezione)
Talvolta possono essere presenti risultati falsamente positivi. Per questo motivo spesso un risultato positivo per le IgM deve essere confermato ripetendo il test con un’altra metodica.
Le IgM sono le uniche immunoglobuline prodotte durante la vita intrauterina. Pertanto la rilevazione di IgM anti-T. gondii nei neonati indica la presenza di un’infezione congenita.
Test molecolare
La positività per la rilevazione del materiale genetico (DNA) del parassita, indica la presenza di un’infezione attiva. Un risultato negativo indica che è probabile l’assenza dell’infezione ma non è in grado di escluderla. Il parassita potrebbe non essere presente in quantità sufficienti da essere rilevate nel sangue o nel liquido corporeo analizzato.
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C’è altro da sapere?
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La toxoplasmosi è contagiosa?
La toxoplasmosi non può essere trasmessa direttamente da persona a persone, fatta eccezione per la trasmissione materno-fetale. La maggior parte delle infezioni viene contratta mangiando, bevendo o manipolando qualcosa di contaminato.
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Dovrebbero sottoporsi tutti al test della toxoplasmosi?
No, poiché l’infezione è molto comune e nella maggior parte dei casi asintomatica.
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L’infezione da T. gondii può essere contratta più di una volta?
In linea generale, una volta che l’organismo è stato infettato da T. gondii, l’immunità acquisita protegge da ulteriori infezioni. Tuttavia, nel caso in cui vi sia un indebolimento del sistema immunitario, può esistere la possibilità di una riattivazione delle cisti inattive. Questo accade per molte infezioni che colpiscono persone immunocompromesse, come i pazienti affetti da HIV/AIDS.
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Perché in alcuni paesi la diffusione della toxoplasmosi è più ampia?
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La toxoplasmosi è curabile?
La maggior parte delle persone sane non necessita di alcun trattamento, ma esistono dei trattamenti da utilizzare per le persone con il sistema immunitario compromesso, nelle donne in gravidanza per diminuire il rischio di trasmissione materno-fetale e nei neonati con infezioni congenite.
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Cosa è necessario fare per prevenire il contagio?
Alcune precauzioni includono:
- Chiedere ad altre persone di pulire la lettiera dei gatti. Nel caso questo non sia possibile, utilizzare guanti ed assicurarsi che la lettiera venga pulita ogni giorno per prevenire l’attivazione delle oocisti.
- Se possibile, mantenere i gatti in casa in modo da evitare che mangino prede contaminate, carne cruda o che vadano in terreni contaminati
- Non accogliere in casa nuovi gatti o prendersi cura di gatti randagi durante la gravidanza
- Coprire la buca della sabbia nella quale giocano i bambini se non utilizzata per evitare che venga usata come lettiera dai gatti.
- Indossare guanti per il giardinaggio
- Non mangiare carne cruda o poco cotta
- Lavare le mani, i taglieri e qualsiasi utensile utilizzato per preparare la carne cruda, tramite acqua calda e sapone ed evitare la cross-contaminazione.
- Non bere latte non pastorizzato
- Lavare e/o sbucciare frutta e verdura.
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Oltre al test anticorpale e molecolare, esistono altri test?
L’infezione da T. gondii può essere confermata anche tramite l’ausilio di altri test come il test di avidità delle IgG. Raramente possono essere prelevati dei campioni bioptici (campioni di tessuto) provenienti dalla sede di una sospetta infezione. Il campione può essere messo in coltura e/o esaminato dopo colorazione tramite il microscopio, per la rilevazione del parassita. Questa procedura viene però di solito riservata ai soli casi di dubbia o difficile diagnosi.





