Per contribuire a determinare la causa dell’ipereosinofilia (HE), una patologia caratterizzata dall’incremento del numero degli eosinofili, un particolare tipo di leucociti, o delle sindromi ipereosinofile (HES), una forma di ipereosinofilia associata a danno d’organo e dei tessuti; nella valutazione dell’efficacia terapeutica del trattamento di HE o HES con farmaci inibitori della tirosin-chinasi (TKI), come imatinib.
FIP1L1-PDGFRA
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio o un campione di midollo osseo ottenuto tramite biopsia osteomidollare o aspirato midollare.
No, nessuna.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Questo test viene utilizzato per rilevare la presenza del riarrangiamento genico FIP1L1-PDGFRA, una rara alterazione nella sequenza genica responsabile dell’eccessiva crescita degli eosinofili, un tipo di leucociti.
Il test FIP1L1-PDGFRA viene di solito effettuato quando, in seguito al riscontro di ipereosinofilia tramite ad esempio l'esame emocromocitometrico (CBC) siano già state escluse le altre cause possibili tramite altri test come, ad esempio, i test per l'allergia e la ricerca di parassiti intestinali.
Il test FIP1L1-PDGFRA può essere usato per:
- Il supporto alla diagnosi delle cause di ipereosinofilia (HE) e sindrome ipereosinofila (HES), un tipo di patologia del midollo osseo
- La determinazione della prognosi di HE/HES e della risposta alla terapia con gli inibitori della tirosin-chinasi (TKI); infatti, i soggetti con riarrangiamento genico FIP1L1-PDGFRA rispondono alla terapia con imatinib, un TKI.
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Quando viene prescritto?
Il test per la ricerca del riarrangiamento genico FIP1L1-PDGFRA viene richiesto in seguito al riscontro di un aumento del numero degli eosinofili (ipereosinofilia) tramite l'esame dell'emocromo e dopo aver escluso tutte le sue possibili cause come la presenza di allergie, asma, infezioni parassitarie, insufficienza surrenalica e linfoma.
Inoltre, il test può essere prescritto in seguito al riscontro di un aumento del numero degli eosinofili quando il paziente manifesta segni e sintomi riconducibili all'HES (talvolta tali condizioni cliniche sono prive di sintomatologia precoce tale da consentirne la rilevazione durante le analisi di routine).
Esempi di segni e sintomi comuni di HES includono:
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Cosa significa il risultato del test?
Il risultato del test può essere riportato come “positivo” (in presenza del riarrangiamento genico) o “negativo” (in assenza del riarrangiamento genico).
La presenza di un risultato positivo per il gene di fusione FIP1L1-PDGFRA, contestualmente al riscontro di iperesinofilia, conferma la causa genetica dell’ipereosinofilia o della sindrome ipereosinofila. La presenza del gene di fusione può anche indicare che HE e HES sono di origine neoplastica.
È da notare che, secondo le linee guida diagnostiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2008, la presenza del gene di fusione FIP1L1-PDGFRA può comportare la diagnosi di leucemia acuta o cronica, disordine mieloproliferativo o mielodisplastico o anche mastocitosi sistemica. Indipendentemente dal tipo di diagnosi, pazienti positivi al test FIP1L1-PDGFRA risultano beneficiare del trattamento con imatinib, un inibitore delle tirosin-chinasi (TKI).
Un paziente negativo per il riarrangiamento genico FIP1L1-PDGFRA può essere affetto da un altro tipo di neoplasia mielodisplatica o mieloproliferativa o ricevere la diagnosi di HES idiopatica (a causa ignota). I pazienti negativi per FIP1L1-PDGFRA non rispondono al trattamento con imatinib, fatta eccezione per i rari casi in cui sia presente un riarrangiamento PDGFRB.
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C'è altro da sapere?
Il trattamento a basse dosi con imatinib in pazienti positivi per il test FIP1L1-PDGFRA è generalmente molto efficace, anche se talvolta questi pazienti possono sviluppare una resistenza al farmaco. I pazienti con HES resistenti a imatinib possono essere sottoposti a trapianto di cellule staminali per far regredire la perdita di funzionalità dell'organo causata da ipereosinofilia; tuttavia, questo approccio terapeutico non viene utilizzato in routine. In alternativa questi pazienti possono essere trattati con farmaci chemioterapici o con corticosteroidi, nel tentativo di diminuire il numero di eosinofili e quindi limitare il danno d’organo.
Sebbene sia un evento raro, i pazienti con il gene di fusione FIP1L1-PDGFRA possono sviluppare anche una leucemia linfoblastica o mieloide o altri tipi di leucemia nelle quali il trattamento con imatinib risulta efficace.
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I familiari di pazienti positivi per la presenza del riarrangiamento genico FIP1L1-PDGFRA devono essere sottoposti al test?
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Tutti coloro che sono affetti da leucemia dovrebbero effettuare questo test?
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Esistono altre anomalie genetiche associate con l’ipereosinofilia neoplastica o con la sindrome ipereosinofila?
Sì; nonostante il gene di fusione FIP1L1-PDGFRA sia l’alterazione genetica più comune in corso di ipereosinofilia, esistono altre mutazioni che possono determinare l'insorgenza di patologie maligne associate ad ipereosinofilia. Queste includono le anomalie dei geni FDGFRB e FGFR1. Anche queste mutazioni determinano l’eccessiva attivazione dell'enzima tirosin-chinasi, responsabile dell'aumentata crescita e divisione cellulare. Come nel caso dei pazienti positivi per FIP1L1-PDGFRA, anche i pazienti portatori di anomalie del gene FDGFRB rispondono al trattamento con gli inibitori delle tirosin-chinasi (TKI), mentre lo stesso non vale per FGFR1. I test per la ricerca di queste mutazioni rare possono essere compresi all’interno di un pannello di test specifici per la diagnosi delle malattie mieloproliferative o possono essere richiesti da soli in presenza di sospetto clinico.
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Quali altri test possono essere effettuati per escludere le altre cause di ipereosinofilia?
Prima della ricerca delle cause genetiche di ipereosinofilia, il clinico deve escludere le cause più frequenti, come la presenza di allergie, asma, infezioni parassitarie, o meno comuni, come l'assunzione di alcuni farmaci o la presenza di linfoma a cellule T, linfoma di Hodgkin, altre neoplasie mieloproliferative o leucemie. Il primo test che deve essere eseguito è il test ematico per le allergie, che rappresentano la causa più comune di ipereosinofilia. Quindi deve essere esclusa la presenza di infezioni parassitarie tramite la ricerca di uova e parassiti nelle feci, in particolare in seguito a viaggi in paesi in via di sviluppo. In base ai sintomi possono poi essere effettuati altri test per la ricerca di altre anomalie, come la presenza di quantità elevate di vitamina B12 nel siero, che potrebbe indicare la presenza di un disordine mieloproliferativo e quindi la necessità di una biopsia del midollo osseo.
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Se si sospetta la presenza di HE o HES, quali altri esami di laboratorio possono essere eseguiti oltre a FIP1L1-PDGFRA?
Il test FIP1L1-PDGFRA può essere eseguito insieme ad altri test genetici al fine di rilevare la presenza di mutazioni meno comunemente associate all'eosinofilia. Il test può essere eseguito insieme a:
- Analisi cromosomica; per individuare altre anomalie genetiche che possono causare HE/HES, come il riarrangiamento PDGFRB o FGFR1. Anche l'ibridazione fluorescente in situ (Fluorescence in-situ hybridization, FISH) viene utilizzata per rilevare la presenza di anomalie cromosomiche
- BCR-ABL1; per escludere, in caso di sospetto, la presenza di leucemia mielogena cronica (CML)
- Mutazione KIT; per escludere la presenza di mutazioni nel gene KIT. I soggetti con mutazione KIT D816 (mastocitosi) non rispondono al trattamento con imatinib
- Interleuchina-5; può essere misurata perché, se elevata, suggerisce la presenza di linfoma a cellule T quando concomitante con HES
- Immunoglobulina E (IgE); pazienti con concentrazioni elevate di IgE sono esposti ad un rischio minore di sviluppare una malattia cardiovascolare associata alla sindrome ipereosinofila e rispondono più efficacemente alla terapia con steroidi
- La valutazione iniziale dell'HES può includere esami cardiaci, per la ricerca di danni d'organo conseguenti alla patologia, ed il test della troponina, per accertare che imatinib non provochi shock cardiogeno
- Diagnostica per immagini; se si sospetta la presenza di un tumore solido o di un linfoma
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Quali metodi analitici possono essere utilizzati per rilevare il riarrangiamento FIP1L1-PDGFRA?
Possono essere prescritti vari tipi di test per rilevare il riarrangiamento genico FIP1L1-PDGFRA. I campioni possono essere analizzati utilizzando l'ibridazione fluorescente in situ (FISH) o la reazione a catena della polimerasi inversa (RT-PCR). La FISH utilizza delle sonde marcate con composti fluorescenti per rilevare la presenza di una delezione in una specifica porzione del DNA (4q12 del gene CHIC2) che risulta in una sequenza genica anomala, mentre il metodo RT-PCR rileva direttamente la sequenza genica FIP1L1-PDGFRA, quando presente. I test basati sul sequenziamento di nuova generazione (NGS) possono essere utilizzati anche per rilevare la presenza di FIP1L1-PDGFRA.