Per determinare la concentrazione di ciclosporina nel sangue per verificare il raggiungimento dell'intervallo terapeutico, per il corretto mantenimento della terapia e per determinare il livello tossico per l’organismo.
Ciclosporina
All’inizio della terapia, ogni giorno o due o tre volte alla settimana e poi periodicamente per monitorare il mantenimento del corretto dosaggio.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio.
No, nessuna. In genere il prelievo viene eseguito nel momento in cui la concentrazione di farmaco in circolo è minima, in genere subito prima dell'assunzione della dose successiva. Per esempio, nel caso della ciclosporina, che viene assunta due volte al giorno, il prelievo viene eseguito dopo 12 ore dall’ultima dose di farmaco. Nel caso in cui il prelievo debba essere effettuato al mattino, non assumere la dose di farmaco fino a che questo non venga eseguito.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
La misura della ciclosporina ematica è utile per assicurarsi che essa sia presente in una concentrazione tale da essere efficace senza però risultare tossica per l’organismo, ovvero che sia all'interno dell'intervallo terapeutico. La ciclosporina è un farmaco in grado di diminuire la risposta del sistema immunitario. Viene di solito prescritta in pazienti che abbiano subito un trapianto d'organo, per prevenire il rigetto, o in pazienti affetti da patologie autoimmuni, come l'artrite reumatoide o la psoriasi, per alleviare i sintomi.
Il monitoraggio della concentrazione di ciclosporina è importante per molte ragioni:
- Non c’è buona correlazione tra la dose di farmaco che viene somministrata e la concentrazione che si trova in circolo.
- L'assorbimento e il metabolismo della dose orale di ciclosporina varia da persona a persona e anche nello stesso individuo sulla base dei tempi di somministrazione e del cibo ingerito.
- Esistono variazioni di concentrazione nel circolo sanguigno che dipendono dall’azienda produttrice e dalle modalità di preparazione del farmaco.
- Nei pazienti trapiantati è importante che subito dopo l’intervento la concentrazione di ciclosporina sia sufficientemente elevata da prevenire il rigetto.
- In caso di artrite reumatoide o di psoriasi la concentrazione del farmaco nel sangue deve essere sufficientemente elevata da diminuire i sintomi.
- In caso di trapianto renale è importante poter distinguere il rigetto del rene dal danno renale indotto da quantità eccessive di farmaco.
- La ciclosporina è associata ad effetti collaterali gravi che possono essere evitati monitorando la sua concentrazione.
Il monitoraggio della concentrazione del farmaco consente quindi di controllare che al paziente venga somministrata una quantità sufficiente di farmaco in grado di massimizzare i benefici e rendere minimi gli effetti tossici.
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Quando viene prescritto?
La misura della ciclosporina viene di solito richiesta all’inizio della terapia, su base giornaliera, per identificare il dosaggio corretto. Dopo la definizione del dosaggio di farmaco necessario al mantenimento dell'intervallo terapeutico, è sufficiente monitorarne la concentrazione una volta ogni due o tre mesi o più tempo. E' importante eseguire il test anche in caso di variazioni dello stato di salute del paziente o in caso questo cominci ad assumere altri farmaci che potrebbero alterare il metabolismo della ciclosporina. Anche un cambiamento nello stato metabolico del paziente richiede un aumento di frequenza del monitoraggio.
Spesso nei pazienti trapiantati la dose di ciclosporina è elevata subito dopo l’intervento e poi diminuisce progressivamente. Nei casi di artrite reumatoide o psoriasi, se il paziente tollera il farmaco, la dose può aumentare fino a che non si osserva un miglioramento dei sintomi.
In caso di qualsiasi variazione nel dosaggio, la ciclosporina nel sangue deve essere misurata.
La frequenza con cui viene effettuato questo test dipende da molti fattori, tra cui il tipo di organo trapiantato, l’età e le condizioni generali del paziente. Per esempio, se il paziente ha subito un trapianto di fegato deve essere monitorato più frequentemente poiché la ciclosporina viene metabolizzata dal fegato stesso e un suo malfunzionamento potrebbe limitarne l'eliminazione.
In caso di sospetto rigetto o nefrotossicità, il test della ciclosporina viene richiesto più frequentemente.
Alcuni segni e sintomi di tossicità dovuta a ciclosporina sono:
- Danno renale (nefrotossicità)
- Pressione sanguigna alta
- Tremori
- Emorragia, gonfiore delle gengive
- Irsutismo
- Iperlipidemia
- Infezioni
- Alterazioni dell'emocromo
- Diminuzione dei livelli ematici di magnesio
- Aumento dei livelli ematici di potassio
- Danno epatico (epatotossicità) che può causare itterizia con urine scure, feci pallide e occhi gialli
- Diarrea
- Nausea
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Cosa significa il risultato del test?
L'intervallo terapeutico della ciclosporina dipende dal metodo usato per misurare il farmaco, dal tipo di trapianto e da quanto tempo è passato dal trapianto. I risultati ottenuti da differenti tipi di campione e metodi differenti, non sono intercambiabili.
Se i livelli di ciclosporina nel sangue sono più bassi rispetto all'intervallo terapeutico, il paziente va incontro a rischio di rigetto dell’organo trapiantato o di ricomparsa dei sintomi. Se invece è superiore, esiste il rischio di comparsa di effetti collaterali o di tossicità.
Il picco di concentrazione di ciclosporina nel sangue corrisponde a due ore dopo la somministrazione del farmaco. Livelli elevati di ciclosporina durante il picco sono correlati ad una riduzione del rischio di rigetto, in particolar modo durante il primo anno dopo il trapianto.
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C’è altro da sapere?
La maggior parte dei laboratori effettua questo tipo di analisi su sangue intero raccolto 12 ore dopo l’ultima dose o subito prima della successiva.
Alcuni laboratori sono più specializzati nel misurare molecole affini alla ciclosporina, mentre altri misurano i metaboliti del farmaco; per questo motivo i valori di riferimento possono essere differenti. Poiché la misura della ciclosporina varia a seconda del metodo utilizzato è importante effettuare l’esame sempre nello stesso laboratorio, durante il monitoraggio della terapia.
Per i quadri clinici diversi dal trapianto, la ciclosporina può essere prescritta insieme ad altri farmaci, quali gli anti-infiammatori non steroidei (FANS). Nei casi di trapianto la ciclosporina è somministrata insieme ad altri farmaci dotati di effetto anti-rigetto. Inoltre i livelli ematici di ciclosporina possono essere influenzati da altri farmaci assunti dal paziente. E' dunque importante riferire al clinico quali siano i farmaci assunti dal paziente e qualsiasi variazione vi sia nel regime alimentare o nello stato di salute.
Alcuni farmaci, interagendo con la ciclosporina, possono avere effetti molto pericolosi e pertanto non devono essere assunti in contemporanea. Per maggiori informazioni è raccomandato rivolgersi al proprio medico.
La ciclosporina può causare ipertensione e danno renale. Pertanto è importante riferire al clinico qualsiasi patologia renale o stato ipertensivo avuto prima dell'assunzione del farmaco.
La funzionalità epatica e renale possono essere monitorate con esami di laboratorio appropriati.
E' importante evitare il succo di pompelmo. Questo infatti rallenta il normale metabolismo della ciclosporina, causando il raggiungimento di livelli potenzialmente tossici nel sangue; questo effetto può essere mantenuto anche per tre o più giorni dopo l'ultimo bicchiere di succo assunto.
La ciclosporina aumenta l'eliminazione del magnesio; questo può portare a sintomi correlati al basso contenuto di magnesio nel sangue. E' pertanto consigliato monitorare i livelli di magnesio e, se necessario, assumere degli integratori. Talvolta l'assunzione di ciclosporina comporta l'innalzamento della potassiemia. Per questo motivo è importante monitorare i livelli di potassio e usare con cautela i diuretici, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II, i farmaci contenenti potassio ed evitare diete ricche di potassio.
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Per quanto tempo è somministrata la ciclosporina?
Dipende dal caso trattato e dal trattamento scelto. In caso di segni di rigetto dell’organo trapiantato, di tossicità o nel caso siano passati due o tre anni dall’inizio del trattamento, viene cambiata la terapia.
I pazienti affetti da patologie autoimmuni (artrite reumatoide, morbo di Chron, psoriasi e altre) vengono trattati con ciclosporina solo quando i sintomi sono acuti o quando altri farmaci sono inefficaci. Non è consigliato somministrare ciclosporina per più di un anno per gli effetti tossici che il farmaco comporta; è opportuno invece somministrare il farmaco per brevi periodi o a intermittenza (di solito per periodi di dodici settimane).
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Chi richiede il test?