Rosolia
Per verificare lo stato dell’immunizzazione prima o all’inizio di una gravidanza; nel caso in cui una donna in gravidanza presenti sintomi associati alla rosolia, come febbre e eruzioni cutanee; nel caso in cui dei neonati mostrino sintomi di sviluppo anomalo o difetti congeniti che potrebbero essere riconducibili ad un’infezione intrauterina; nel caso in cui sia necessario verificare la presenza di una recente infezione del virus della rosolia o lo stato di immunizzazione.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio o, nei neonati, dal cordone ombelicale o dalla puntura del tallone.
No, nessuna.
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Come viene raccolto il campione per il test?
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test della rosolia ricerca nel sangue gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in seguito ad un’infezione o ad una vaccinazione per la rosolia. Il test della rosolia può essere usato per:
- Confermare la presenza di un’adeguata protezione contro il virus della rosolia (immunizzazione)
- Rilevare un’infezione recente o passata
- Identificare coloro che non sono mai stati esposti al virus e che non sono stati vaccinati
- Verificare se tutte le donne in gravidanza o quelle che ne pianificano una abbiano la quantità sufficiente di anticorpi anti-rosolia necessari a proteggere dalla rosolia
La rosolia è un’infezione virale che di solito è lieve ed è caratterizzata da febbre ed eruzioni cutanee che si risolvono normalmente nel giro di 2-3 giorni. L’infezione di solito si risolve senza necessità di un trattamento. Tuttavia, nel caso in cui la malattia venga contratta da donne nel primo trimestre di gravidanza, possono esserci serie conseguenze per il feto.
Il test della rosolia può essere richiesto in persone, in gravidanza o non in gravidanza, che presentino sintomi che facciano sospettare la presenza della rosolia. Il test può essere richiesto anche in neonati con difetti congeniti che possano far sospettare un’infezione intrauterina della rosolia.Esistono due tipi di anticorpi che possono essere ricercati nel test della rosolia: immunoglobuline G (IgG) e immunoglobuline M (IgM).
- Le IgM compaiono per prime nel circolo sanguigno dopo l’esposizione al virus della rosolia. I livelli di questi anticorpi aumentano e raggiungono i livelli massimi dopo circa 7-10 giorni dall’infezione per poi diminuire progressivamente nelle settimane successive tranne che nei neonati infetti nei quali possono persistere per diversi mesi fino ad un anno.
- Le IgG impiegano più tempo per comparire nel circolo sanguigno rispetto alle IgM ma, una volta prodotte, permangono per il resto della vita e proteggono contro eventuali nuove infezioni. La presenza di anticorpi IgM in circolo indica un’infezione recente mentre la presenza di IgG può indicare un’infezione recente o passata o indicare che il vaccino contro la rosolia (MMR) ha fornito un’adeguata protezione.
Il test per la ricerca delle IgM è un test veloce per una diagnosi tempestiva di rosolia. L’infezione in corso può essere confermata sottoponendo più volte il paziente a prelievo (durante la fase acuta e durante la convalescenza) ed effettuando il test delle IgG; l’aumento delle IgG conferma la presenza di un’infezione in corso.
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Quando viene prescritto?
Il test della rosolia viene richiesto dal clinico nel caso in cui una donna sia in gravidanza o progetti una gravidanza. Viene inoltre richiesto ogni qualvolta venga richiesta la verifica dell’avvenuta immunizzazione contro la rosolia o quando una donna in gravidanza presenti segni e sintomi di rosolia, che includono:
- Febbre lieve
- Eruzioni cutanee rosa che cominciano nel viso e quindi si diffondono nel corpo e negli arti; una volta che si sono diffuse in tutto il corpo possono scomparire dal viso.
- Naso chiuso o che cola
- Occhi rossi o infiammati
- Dolore alle articolazioni
- Linfonodi ingrossati
La diagnosi deve essere confermata dai test di laboratorio poiché questi sintomi sono comuni a molte altre patologie.
La misura di IgG e di IgM può essere richiesta anche nei neonati la cui madre abbia avuto un’infezione del virus della rosolia durante la gravidanza o che presentino difetti congeniti come perdita dell’udito, difetti cardiaci, opacità del cristallino (cataratta) che potrebbero essere dovuti ad una sindrome da rosolia congenita.
Poiché gli anticorpi contro la rosolia compaiono dopo qualche giorno dall’infezione, i test dovrebbero essere ripetuti dopo 5 giorni dall’inizio dei sintomi (per le IgM) e 7-21 giorni dal primo prelievo (per le IgG) per valutare l’andamento dei livelli degli anticorpi nel sangue (se sono aumentati e poi diminuiti o se sono diventati rilevabili).
In alcune parti del mondo questi test possono essere richiesti dal datore di lavoro, dai college o per fornire una licenza di matrimonio. -
Cosa significa il risultato del test?
Adulti o bambini
Negli adulti e nei bambini l’assenza di anticorpi IgG significa che il soggetto non è mai venuto in contatto con il virus della rosolia o non è stato vaccinato e quindi non è protetto contro questo virus.
La presenza di IgG ma non di IgM indica una passata esposizione al virus o vaccinazione e che quindi la persona è immunizzata contro il virus della rosolia.
La presenza di IgM, con o senza IgG, indica un’infezione recente.
Neonati
La presenza di IgG ma non di IgM indica che le IgG della madre sono passate al bambino in utero. Questi anticorpi possono proteggere il bambino dal virus della rosolia sebbene le IgG comincino a diminuire di 4/8 volte dai tre mesi di vita fino a scomparire trai 6 e i 12 anni di età.
La presenza di IgM indica che il bambino è stato infettato durante la gravidanza; le IgM infatti non riescono a passare al feto durante la gravidanza.
La tabella sottostante riassume i possibili risultati dei test:
Età
IgM
IgG
Interpretazione
Adulto/Bambino
Positivo
Positivo o negativo
Infezione recente
Adulto/Bambino
Positivo
Soggetto immune, vaccinazione o infezione passata
Neonato
Positivo
Infezione congenita o recente
Neonato
Positivo
La madre ha passato gli anticorpi al figlio; questa immunità passiva permarrà fino ai 6-12 anni.
Tutti
Negativo
Negativo
Nessuna infezione in corso o passata; soggetto non immune; mancata risposta immunitaria dovuta a sistema immunitario compromesso
L’infezione di altri virus o la cross-reattività del test potrebbero comportare dei risultati falsamente positivi per le IgM. Per confermare il risultato delle IgM, il clinico può richiedere il test delle IgG così da avere un valore basale da confrontare con ulteriori test eseguiti nei giorni successivi. L’incremento dei livelli di IgG in prelievi successivi conferma l’infezione in corso.
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C’è altro da sapere?
Oltre ai test sierologici, un’infezione recente del virus della rosolia può essere rilevata anche tramite esami colturali o tramite la ricerca del materiale genetico virale (RNA) in altri campioni biologici come il tampone faringeo. Queste metodiche però sono più complesse e dispendiose da un punto di vista del tempo e dei costi; pertanto vengono di solito effettuate solo dai laboratori di riferimento.
Il numero di casi di rosolia e di rosolia congenita, vengono continuamente monitorati all’interno di protocolli di sorveglianza (sistema delle notifiche e pediatri sentinella) al fine di rilevare eventuali epidemie e di confermare l’efficacia dei programmi di vaccinazione.
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Quali sono le raccomandazioni riguardanti il vaccino della rosolia?
Il vaccino anti-rosolia è contenuto all’interno del vaccino chiamato MMR, che contiene anche i vaccini anti-morbilllo e anti-parotite. Tutti e tre infatti sono malattie virali. Tutti i bambini dovrebbero ricevere due dosi di MMR, la prima dose intorno al 13° mese di età e la seconda intorno ai 5-6 anni.
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Le donne in gravidanza dovrebbero essere vaccinate contro la rosolia?
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Il vaccino anti-rosolia presenta dei rischi?
Il vaccino contiene il virus vivo attenuato in modo tale da produrre una reazione immunitaria senza causare un’infezione e la malattia. Alcune persone potrebbero presentare eruzioni cutanee e dolori articolari (specialmente alle mani ed ai polsi), per 2-3 settimane dopo la vaccinazione. Raramente sono presenti effetti collaterali nei bambini piccoli che vengono vaccinati. I pazienti immunocompromessi, come quelli ammalati di AIDS o sottoposti a chemioterapia antitumorale, dovrebbero rivolgersi al proprio specialista prima di sottoporsi alla vaccinazione.
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Quanto tempo passa tra l’esposizione al virus della rosolia e lo sviluppo della malattia?
I sintomi non sono sempre visibili ma, se presenti, compaiono eruzioni cutanee circa 12-23 giorni dopo il contatto con l’agente infettivo. Di solito una persona è contagiosa circa una settimana prima della comparsa dei sintomi e rimane infettiva per 1-2 settimane dopo.
Un neonato che ha contratto l’infezione nella vita intrauterina può rimanere infettivo anche per mesi dopo la nascita.