Nella donne, come approfondimento diagnostico in presenza di una secrezione continua e inspiegabile di latte o di fluidi da parte della ghiandola mammaria (galattorrea), assenza di ciclo mestruale e/o infertilità; negli uomini, come sostegno alla diagnosi delle cause di perdita di libido e/o disfunzione erettile; nella ricerca e nel monitoraggio di tumori ipofisari secernenti prolattina (prolattinomi).
Prolattina
In presenza di sintomi riconducibili a quantità elevate di prolattina, come disturbi della vista o mal di testa; in corso di approfondimenti diagnostici per l’infertilità; negli uomini in seguito al riscontro di quantità ridotte di testosterone; periodicamente nel monitoraggio del prolattinoma.
Un campione di sangue venoso prelevato da un braccio.
No. Tuttavia il campione dovrebbe essere raccolto dopo 3-4 ore dal risveglio.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
L'esame della prolattina può essere utilizzato, insieme alla determinazione di altri ormoni, per:
- Determinare la causa della produzione di latte non associata a gravidanza o allattamento (galattorrea)
- Diagnosticare le cause d'infertilità o disfunzione erettile negli uomini
- Diagnosticare la causa d'irregolarità del ciclo mestruale e/o d'infertilità nelle donne
- Rilevare e diagnosticare la presenza di un prolattinoma (ormone producente la prolattina), monitorarne il trattamento e rilevare eventuali ricadute
- Valutare la funzionalità dell’ipofisi o la presenza di patologie ipofisarie
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Quando viene prescritto?
La determinazione della prolattina può essere richiesta nel caso in cui:
- Una persona manifesti segni o sintomi di prolattinoma, come mal di testa inspiegabile, disturbi nella vista e/o inspiegabile presenza di secrezioni dalla ghiandola mammaria
- Una donna abbia ciclo mestruale irregolare o sia infertile
- Un uomo sia andato incontro a diminuzione della libido, presenti secrezioni dal capezzolo inspiegabili, sia infertile, abbia livelli bassi di testosterone
Nelle pazienti in postmenopausa che presentano visione offuscata o cefalea è possibile eseguire degli esami per rilevare la presenza di alti livelli di prolattina ed un’eventuale prolattinoma che preme a livello delle strutture cerebrali.
In presenza di un prolattinoma, la misura della prolattina può essere richiesta ad intervalli regolari per il monitoraggio della risposta alla terapia o dell’eventuale progressione del tumore. Inoltre, può essere richiesta durante il follow-up nel monitoraggio di eventuali ricadute.
La misura dei livelli di prolattina può essere richiesta insieme a quella di altri ormoni come l’ormone della crescita, nel caso in cui il clinico sospetti la presenza di patologie a carico dell’ipofisi, come l’ipopituitarismo.
Talvolta, la concentrazione di prolattina può essere monitorata in corso di assunzione di terapie in grado di interferire con la produzione di dopamina.
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Che cosa significa il risultato del test?
Gli uomini e le donne non in gravidanza presentano di norma livelli ridotti di prolattina.
La corretta valutazione dei livelli di prolattina richiede la conoscenza del momento della giornata nel quale il campione è stato prelevato. La concentrazione di prolattina nel sangue infatti varia durante il corso della giornata, con picchi mattutini e livelli minimi durante le ore di riposo. La condizione ottimale consiste nell’effettuare il prelievo dopo 3-4 ore dalla sveglia mattutina.
Durante la gravidanza l’iperprolattinemia (presenza di concentrazioni elevate di prolattina) è normale, così come dopo il parto e durante l’allattamento.
Esistono altre patologie/condizioni cliniche associate ad elevati livelli di prolattina nel sangue:
- Presenza di prolattinoma, ossia di un tumore producente prolattina
- Disturbi dell’alimentazione come l’anoressia nervosa
- Malattie ipotalamiche
- Ipotiroidismo
- Malattie renali
- Malattie epatiche
- Sindrome dell’ovaio policistico
- Altre malattie ipofisarie o altri tipi di tumore
Nei pazienti che presentano un’iperprolattinemia inspiegabile, è opportuno ripetere l’esame a digiuno per confermare la diagnosi, poiché alcune tipologie di alimenti possono influenzare i livelli di prolattina.
L’ipopituitarismo è spesso associato a concentrazioni sotto la norma della prolattina e degli altri ormoni ipofisari. Raramente, può essere diagnosticata la carenza di prolattina, nota come ipoprolattinemia, che causa incapacità di produrre latte materno dopo il parto.
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C’è qualcos'altro da sapere?
I prolattinomi sono spesso tumori piccoli. Per la diagnosi di questi tumori, oltre alla misura dei livelli di prolattina nel sangue, il clinico deve avvalersi anche della risonanza magnetica nucleare al fine di localizzare e determinare le dimensioni del tumore in rapporto a quelle dell’ipofisi.
Alcuni farmaci possono causare l'innalzamento dei livelli di prolattina. Altri fattori che possono influenzare i risultati del test includono stress, esercizio fisico intenso, visite senologiche, stimolazione del capezzolo e una dieta ricca di proteine.
Non sono previste particolari preparazioni prima dell'esecuzione del test. Tuttavia, il campione dovrebbe essere raccolto dopo 3-4 ore dal risveglio per garantire una migliore accuratezza del risultato. Talvolta, può essere richiesto al paziente di sottoporsi al digiuno per 9-12 ore (è permesso solo bere acqua) prima di sottoporsi al prelievo di sangue.
Il test della prolattina viene eseguito su un campione di sangue prelevato da una vena del braccio. Durante il prelievo ematico, viene posizionato il laccio emostatico nella parte superiore del braccio, per favorire il reperimento della vena. Per prevenire eventuali infezioni, viene eseguita la disinfezione della zona del prelievo e successivamente inserito l'ago. Il prelievo può richiedere qualche minuto e causare un lieve fastidio legato alla puntura.
Al termine della raccolta del campione, viene applicata una garza sterile sul sito della puntura ed esercitata una leggera pressione per prevenire eventuali emorragie e consentire una rapida guarigione. Non sono previste restrizioni circa le attività che possono essere svolte dopo il prelievo.
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Quali altri esami possono essere richiesti per la valutazione dei livelli elevati di prolattina?
Sulla base delle motivazioni per le quali la determinazione della prolattina viene richiesta, possono essere richiesti anche altri esami, come:
- Testosterone; in genere diminuito negli uomini con iperprolattinemia
- FSH e LH; come parte della valutazione della funzionalità ovarica e della fertilità
- Risonanza magnetica nucleare encefalica; alla ricerca della presenza di tumori ipofisari
- Valutazione della presenza di disturbi della vista
Questo tipo di approfondimenti viene in genere richiesto per escludere la presenza di forme di macroprolattina.
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Perché il riscontro di iperprolattinemia comporta approfondimenti riguardanti la tiroide?
Spesso l’ipotiroidismo è associato all’aumento dei livelli di prolattina; pertanto, spesso il clinico, in presenza di iperprolattinemia, richiede degli approfondimenti diagnostici riguardanti la tiroide.
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Come viene trattato il prolattinoma?
Il prolattinoma viene generalmente trattato con farmaci analoghi della dopamina (come la bromocriptina o la cabergolina) in grado di diminuire la quantità di prolattina. Il trattamento permette di riportare alla normalità i livelli di prolattina e ristabilire la normale fertilità, ma deve essere protratto per qualche mese o anche per anni. In caso di prolattinomi di dimensioni elevate e non sensibili ai trattamenti, può essere necessaria la rimozione chirurgica. Talvolta, nonostante la terapia o la rimozione chirurgica, il tumore può recidivare.
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Cos'è la macroprolattina?
Esistono persone i cui livelli di prolattina risultano essere elevati per la presenza nel circolo ematico di "macroprolattina". Si tratta di un complesso formato dalla prolattina ed alcune proteine (immunoglobuline), privo di significato clinico e quindi non indicativo di nessuna patologia. Il riscontro d'iperprolattinemia in persone asintomatiche richiede l'esecuzione di esami di approfondimento per escludere o confermare la presenza di macroprolattina.