Come supporto alla diagnosi e al monitoraggio delle patologie tiroidee autoimmuni e per discriminarle da altre forme di disordini della tiroide; per stabilire la causa alla base dell'ipertiroidismo (iperattività della ghiandola tiroidea) e dell'ipotiroidismo (ridotta attività della ghiandola tiroidea); per indirizzare il trattamento terapeutico; per monitorare l’efficacia del trattamento dei disordini tiroidei; per monitorare i rischi del feto nelle donne in gravidanza con patologie tiroidee.
Anticorpi Tiroidei
Nel caso di aumentate dimensioni della tiroide (gozzo) e/o se i risultati di altri esami della funzionalità tiroidea, quali T3, T4 e TSH, indicano una disfunzione della tiroide; insieme all’esame della tireoglobulina (Tg) nel monitoraggio del cancro alla tiroide; regolarmente, in soggetti che hanno ricevuto la diagnosi di patologia tiroidea autoimmune.
Un campione di sangue prelevato da una vena del braccio.
No, nessuna.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Principalmente, la determinazione degli anticorpi tiroidei viene richiesta come supporto alla diagnosi delle malattie tiroidee autoimmuni e alla diagnosi differenziale rispetto ad altre forme di disfuzioni tiroidee.
Inoltre, può essere prescritta in caso di aumentate dimensioni della tiroide (gozzo) o di altri segni e sintomi associati ad ipo- o iper-tiroidismo. Questi esami possono essere prescritti come conseguenza dell’indicazione di disfunzione tiroidea derivante dai risultati di altri test che valutano la funzionalità della ghiandola (come T3, T4 e/o TSH).
Possono essere richiesti uno o più esami degli anticorpi tiroidei nel caso in cui il paziente affetto da una patologia autoimmune nota non correlata alla tiroide, come il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide o l’anemia perniciosa, presenti sintomi che suggeriscano l’interessamento della tiroide. Nel corso di queste patologie, l’interessamento della tiroide può verificarsi in qualsiasi momento.
Quando il paziente è in corso di monitoraggio della terapia per il cancro alla tiroide, il test degli anticorpi anti-tireoglobulina può essere prescritto per determinare se gli autoanticorpi interferiscano con la misura della concentrazione della tireoglobulina (Tg).
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Quando viene prescritto?
Il test può essere prescritto in pazienti che manifestano segni e sintomi di ipertiroidismo o ipotiroidismo, in particolare se si sospetta che siano causati da una malattia autoimmune.
Alcuni esempi di sintomi associati a ridotte concentrazione degli ormoni tiroidei (ipotiroidismo) includono:
- Aumento di peso
- Affaticamento
- Gozzo
- Secchezza della cute
- Perdita di capelli
- Intolleranza al freddo
- Costipazione
Alcuni esempi di sintomi associati ad elevate concentrazione degli ormoni tiroidei (ipertiroidismo) includono:
- Aumentata sudorazione
- Aumentata frequenza cardiaca
- Ansia
- Tremori
- Affaticamento
- Difficoltà del sonno
- Improvvisa perdita di peso
- Occhi sporgenti
La seguente tabella riassume alcune circostanze che richiedono l'esecuzione degli autoanticorpi tiroidei:
ANTICORPI TIROIDEI PRESENTE IN: QUANDO RICHIEDERE L'ESAME: Anticorpi anti-perossidasi tiroidea (TPOAb) Tiroidite di Hashimoto;
morbo di Graves- In presenza di sintomi di patologie della tiroide
- In presenza di valori di TSH aumentati e T4 normali, per stabilire il rischio dei pazienti con ipotiroidismo leggero (subclinico1) di sviluppare forme più gravi e permanenti
- Prima di cominciare una terapia farmacologia a base di litio, amiodarone, interferone alfa o interleuchina-2, che in associazione con TPOAb aumentano il rischio di sviluppare ipotiroidismo
- In pazienti con diagnosi di gozzo (aumento del volume della ghiandola tiroidea), anche se i livelli degli ormoni tiroidei sono nella norma
Anticorpi anti-tireoglobulina (TgAb) Cancro alla tiroide; tiroidite di Hashimoto - Ogni qualvolta venga eseguito il test della tireoglobulina (Tg), per determinare se sono presenti autoanticorpi e verificare l’eventuale interferenza con i risultati dell’esame
- Regolarmente, dopo il trattamento terapeutico del cancro della tiroide (insieme alla tireoglobulina)
Anticorpi anti-recettore dell’ormone stimolante la tiroide (TRAb) Morbo di Graves - In presenza di sintomi di ipertiroidismo, per confermare o escludere la diagnosi di morbo di Graves
- Per monitorare l’efficacia della terapia anti-tiroidea
1. Gli adulti con ipotiroidismo subclinico possono essere asintomatici o manifestare solo pochi sintomi. Tuttavia, l'ipotiroidismo subclinico aumenta il rischio di avere livelli elevati di colesterolo LDL e quindi di sviluppare malattie cardiovascolari.
Le donne in gravidanza affette da malattie tiroidee autoimmuni (come la tiroidite di Hashimoto o il morbo di Graves) o da altre patologie autoimmuni associate alla tiroide, dovrebbero sottoporsi alla ricerca degli anticorpi tiroidei durante i primi e gli ultimi mesi di gravidanza. Questi esami contribuiscono a valutare il rischio per il neonato di disfunzioni tiroidee, dal momento che gli autoanticorpi possono attraversare la placenta e provocare ipo- o iper-tiroidismo nel feto o nel neonato.
L’esame degli anticorpi tiroidei può essere richiesto in caso di sintomi di alterata funzionalità tiroidea, in presenza di un’altra patologia autoimmune e/o nel caso di difficoltà riproduttive che si sospettano essere associate alla presenza di autoanticorpi.
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Cosa significa il risultato del test?
Il riscontro di un risultato negativo indica che, al momento del prelievo, non erano presenti autoanticorpi in circolo e che probabilmente la sintomatologia manifestata è imputabile a cause diverse rispetto all’autoimmunità. Tuttavia, se si sospetta che gli autoanticorpi possano svilupparsi nel tempo, come può succedere nel corso delle malattie autoimmuni, è opportuno ripetere il test più avanti.
Concentrazioni lievemente o moderatamente elevate degli anticorpi anti-tiroide possono essere presenti in corso di diverse patologie tiroidee ed autoimmuni, come il cancro alla tiroide, il diabete di tipo I, l’artrite reumatoide, l’anemia perniciosa e le malattie vascolari autoimmuni del collagene.
Concentrazioni significativamente aumentate si riscontrano più frequentemente in corso di patologie autoimmuni della tiroide, quali la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Graves.
In generale, la presenza di anticorpi tiroidei suggerisce un coinvolgimento autoimmune della tiroide. Concentrazioni progressivamente più elevate indicano, con maggiore significatività rispetto alle concentrazioni stabili, un aumento dell’attività autoimmune. Se presenti in una donna in gravidanza, gli auto-anticorpi aumentano il rischio di ipotiroidismo o ipertiroidismo nel feto o nel neonato.
La ricerca degli anticorpi anti-perossidasi tiroidea (TPOAb) può essere eseguita nei pazienti con diagnosi di ipotiroidismo. I TPOAb risultano elevati nella maggior parte dei pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto e in più del 50% dei casi di malattia di Graves. Tuttavia, anche i soggetti che non manifestano sintomi tipici dei disordini tiroidei possono presentare gli anticorpi TPO.
Generalmente, gli anticorpi anti-tireoglobulina (TgAb) risultano elevati nei pazienti con malattie autoimmuni della tiroide; tuttavia, non vengono comunemente richiesti come supporto per stabilire la diagnosi di morbo di Graves o di tiroidite di Hashimoto, bensì per il monitoraggio dei pazienti sottoposti a trattamento. Se le concentrazioni degli anticorpi anti-tireoglobulina si mantengono elevate, oppure diminuiscono inizialmente ma poi aumentano progressivamente, allora è probabile che il trattamento non sia efficace, o che la patologia persista o sia ricorrente.
Se le concentrazioni diminuiscono a livelli bassi o non determinabili, allora è probabile che la terapia sia efficace.Nel caso in cui il paziente presenti anticorpi anti-tireoglobulina, il test Tg può risultare inaffidabile per il monitoraggio dei livelli di tireoglobulina; pertanto, in queste circostanze la tireoglobulina non può essere utilizzata come marcatore tumorale per il cancro alla tiroide.
Le immunoglobuline stimolanti la tiroide (TSI) rappresentano gli anticorpi anti-recettore dell’ormone stimolante la tiroide (TRAb) più comunemente analizzati in caso di ricerca degli anticorpi tiroidei. La maggior parte dei pazienti affetti da morbo di Graves presenta livelli anomali di TSI. Anche se non tutti i pazienti affetti riportano livelli rilevabili di autoanticorpi, un risultato positivo al test TSI viene considerato diagnostico per la malattia di Graves.
Una certa percentuale di soggetti sani può risultare positiva a uno o più anticorpi tiroidei. La prevalenza di questi anticorpi tende ad essere maggiore nelle donne e all'aumentare dell’età, ed indica un aumentato rischio di sviluppare patologie tiroidee in futuro. Il riscontro di anticorpi anti-tiroide in assenza di apparenti disfunzioni tiroidee deve essere monitorato nel tempo. Nella maggior parte dei casi non comparirà mai una disfunzione della tiroide, ma una ridotta percentuale potrebbe svilupparla.
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C’è altro da sapere?
Esistono diversi metodi disponibili per la ricerca degli anticorpi tiroidei; i risultati ottenuti in laboratori differenti con metodi differenti potrebbero non essere comparabili. Pertanto, per la misura seriata degli anticorpi tiroidei in corso di monitoraggio si raccomanda di eseguire il test sempre nello stesso laboratorio. Questo assicura la comparabilità dei risultati ottenuti e la loro corretta interpretazione. È importante riferire/chiedere al proprio medico dove è stato/deve essere eseguito il test.
Solitamente non è necessaria alcuna preparazione prima di sottoporsi al test. É opportuno informare il clinico circa l'eventuale assunzione di farmaci o integratori che potrebbero interferire con i risultati del test.
L'esame viene eseguito su un campione di sangue venoso prelevato da un braccio, in ospedale o ambulatorialmente. Durante il prelievo ematico, viene posizionato il laccio emostatico nella parte superiore del braccio, per favorire il reperimento della vena. Per prevenire eventuali infezioni, viene eseguita la disinfezione della zona del prelievo e successivamente inserito l'ago. Il prelievo può richiedere qualche minuto e causare un lieve fastidio legato alla puntura.
Al termine della raccolta del campione viene applicata una garza sterile sul sito della puntura ed esercitata una leggera pressione per prevenire eventuali emorragie e consentire una rapida guarigione.
Questo tipo di prelievo è eseguito routinariamente e non comporta alcun rischio.
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Gli anticorpi tiroidei fanno parte del pannello di esami eseguiti in routine?
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Qual è la differenza tra il test degli anticorpi tiroidei e i marcatori di funzionalità tiroidea?
Entrambi questi test contribuiscono alla diagnosi dei disordini tiroidei. Tuttavia, gli anticorpi tiroidei vengono prodotti dal sistema immunitario, mentre gli ormoni tiroidei vengono prodotti dalla ghiandola tiroidea, che fa parte del sistema endocrino dell'organismo.
I marcatori di funzionalità tiroidea comprendono una serie di esami, come il TSH (ormone stimolante la tiroide), il T4 (tiroxina) e il T3 (triiodotironina), che possono essere richiesti al fine di valutare la funzionalità della tiroide e stabilirne un'eventuale iper- o ipo-attivazione.
Gli autoanticorpi tiroidei possono interferire con la funzionalità della tiroide, spesso causando un aumento o una diminuzione della sua attività. La presenza di specifici anticorpi consente di determinare la causa dei disordini tiroidei.

