Per rilevare la presenza di danno muscolare; come supporto alla diagnosi di patologie associate a danno muscolare; per rilevare eventuali livelli elevati di mioglobina nelle urine in seguito a distruzione muscolare massiva, in grado di causare danno renale. Negli anni passati la misura della mioglobina nel sangue era utilizzata come supporto alla diagnosi di infarto acuto del miocardio, tuttavia attualmente questo test è stato sostituito con la misura delle troponine cardiache I (cTnI) e T (cTnT).
Mioglobina
In presenza di debolezza o dolore muscolare e/o urine scure che possano far sospettare la presenza di un danno muscolare; in seguito a gravi eventi traumatici che potrebbero aver danneggiato la muscolatura scheletrica.
Un campione di sangue venoso prelevato da un braccio o un campione random di urina.
No, nessuna.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test della mioglobina può essere utilizzato per rilevare la presenza di un danno muscolare. In seguito ad un trauma subìto dal tessuto muscolare o cardiaco, la mioglobina viene rilasciata nel circolo ematico. In caso di grave danno muscolare i livelli ematici di mioglobina aumentano molto rapidamente e possono essere misurati nel sangue entro poche ore.
La mioglobina viene filtrata dal circolo ematico tramite i reni e quindi rilasciata nell'urina. Talvolta può pertanto essere richiesta la misura della mioglobina urinaria, in particolare in persone con sospetta rabdomiolisi (rottura estensiva del muscolo scheletrico). I livelli di mioglobina urinaria riflettono l’entità del danno muscolare e, trattandosi di una proteina tossica per i reni, anche del danno renale.
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Quando viene prescritto?
L’esame della mioglobina può essere richiesto in seguito a un danno muscolare causato, per esempio, da una trauma o da distrofia muscolare.
La mioglobina urinaria può essere richiesta nel caso in cui il paziente presenti un esteso danno al muscolo scheletrico, con conseguente rottura estensiva del muscolo, con sospetto danno renale correlato.
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Cosa significa il risultato del test?
L’aumento dei livelli ematici di mioglobina indica la presenza di un danno muscolare recente. Tali aumenti possono avvenire, ad esempio, in pazienti con:
- Traumi muscolari secondari ad incidenti
- Convulsioni
- Interventi chirurgici
- Qualsiasi patologia muscolare, come la distrofia muscolare
- Infiammazione del muscolo scheletrico (miosite)
- Infarto del miocardio
In seguito a rabdomiolisi è possibile assistere ad un aumento significativo dei livelli ematici di mioglobina.
Normalmente la mioglobina è molto scarsa o non rilevabile nell'urina. Livelli elevati di mioglobina nell'urina sono associati ad un rischio maggiore di sviluppare danno ed insufficienza renale. La funzionalità renale può essere valutata e monitorata tramite l’uso di altri test, come l’azotemia, la creatinina e l’analisi dell'urina.
Alcuni esempi di condizioni associate alla presenza di mioglobina nell'urina includono:
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C’è altro da sapere?
La mioglobina nel sangue può aumentare in seguito ad iniezioni intramuscolo o esercizio fisico intenso. Poiché la mioglobina viene eliminata per via renale, la sua concentrazione ematica può aumentare anche nei pazienti affetti da insufficienza renale. Il consumo eccessivo di alcol e di alcuni farmaci o droghe è in grado di causare danno muscolare e, di conseguenza, aumento della mioglobina ematica.
La presenza di mioglobina nell'urina può determinare la falsa positività dei test per l’emoglobina eseguiti tramite dipstick urinario. Se si sospetta che il risultato positivo sia dovuto alla presenza di mioglobina occorre eseguire ulteriori test, specifici per quest'ultima.
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Cos’è la rabdomiolisi?
La rabdomiolisi consiste nella rapida rottura delle cellule del tessuto muscolare. Questa patologia può essere causata da gravi traumi al tessuto muscolare riconducibili a varie cause, quali:
- Traumi e lesioni da schiacciamento, dovuti ad incidenti
- Shock elettrico ad alto voltaggio
- Ustioni gravi e/o estese
- Trombosi, che interrompe il flusso sanguigno agli organi e tessuti
- Esposizione a sostanze tossiche come metalli pesanti, veleno di serpente o monossido di carbonio
- Infezioni, ad esempio da HIV, influenza, Streptococco (più frequente nei bambini che negli adulti)
- Patologie genetiche o disordini metabolici che coinvolgono il tessuto muscolare
- Distrofia muscolare o altre patologie come il diabete non ben controllato, l’ipotiroidismo o l’ipertiroidismo
- Alcuni farmaci
In caso di rilascio rapido del contenuto intracellulare in seguito a danno muscolare, le complicanze posso essere anche gravi, come il danno renale acuto e la coagulazione intravascolare disseminata (CID). Una volta diagnosticata (e in base alla sua gravità), la rabdomiolisi può essere curata con l’iniezione di liquidi per via endovenosa o con altre terapie di supporto. Altre procedure, come la dialisi per i reni, possono limitare il danno agli organi del paziente.
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Quali sono i farmaci in grado di causare rabdomiolisi?
Alcuni esempi includono:
- Abuso di alcol e droghe, quali eroina e cocaina
- Antibiotici (amfotericina B, ampicillina)
- Anestetici
- Antidepressivi
- Antistaminici
- Aspirina (salicilati)
- Corticosteroidi
- Lidocaina
- Litio
- Statine (utilizzate per il trattamento dell’ipercolesterolemia)
- Teofillina
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Tutti coloro che soffrono di debolezza o dolore muscolare dovrebbero sottoporsi al test della mioglobina?
In generale, la misura routinaria della mioglobina non è necessaria. Il dolore e la debolezza muscolare sono di solito sintomi comuni di molte patologie temporanee che si risolvono senza un trattamento specifico. Tuttavia, l’assunzione di particolari farmaci o l’esposizione ad alcune sostanze potrebbe essere correlata ad un danno muscolare e, pertanto, richiedere un approfondimento diagnostico.
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La misura della mioglobina può essere utilizzata per diagnosticare un infarto del miocardio?
I livelli ematici della mioglobina cominciano a salire dopo 2-3 ore dall’infarto acuto del miocardio o qualsiasi altro evento traumatico acuto muscolare, raggiungendo livelli elevati entro 8-12 ore e diminuendo poi progressivamente entro un giorno. Tuttavia, l'impiego della misura della mioglobina per la diagnosi dell’infarto acuto del miocardio è ormai non più consigliato dalle linee guida perché attualmente esistono dei marcatori cardiaci più specifici e che permettono la diagnosi accurata di infarto acuto del miocardio entro tre ore dall’ammissione al Pronto Soccorso utilizzando protocolli clinici ben standardizzati. Dall’anno 2018, tutte le linee guida nazionali ed internazionali raccomandano solamente la misura delle troponine cardiache I (cTnI) e T (cTnT) per la valutazione della presenza di un danno cardiaco e la diagnosi differenziale delle sindromi coronariche acute, utilizzando metodi ad alta sensibilità.
Revisore: Prof. Aldo Clerico; Scuola Superiore Sant'Anna, Pisa