Escherichia coli Producente la Tossina Shiga
Nel caso in cui sia presente diarrea acuta persistente, grave e/o con sangue nelle feci.
Un campione di feci liquide o non strutturate non contenenti acqua o urine, raccolte in un contenitore pulito e asciutto. Nei neonati può essere richiesto un tampone rettale. Il campione di feci o il tampone devono essere posti in specifici tamponi preservanti per la consegna al laboratorio.
No, nessuna.
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Come viene raccolto il campione per il test?
Il campione di feci liquide o non strutturate, viene raccolto in un contenitore asciutto e pulito. Questo non deve essere contaminato con acqua o urine. Una volta effettuata la raccolta, il campione deve essere mantenuto refrigerato e consegnato al laboratorio il prima possibile. Alcuni laboratori forniscono uno specifico dispositivo contenente un tampone preservante per conservare meglio il campione dal momento della raccolta fino alla consegna al laboratorio. Il tempo della raccolta è molto importante poiché lo STEC è difficilmente rilevabile nelle feci prodotte dopo una settimana dalla comparsa dei sintomi.
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Questi test vengono utilizzati per rilevare la presenza di Escherichia coli producente la tossina Shiga (STEC) e come supporto alla diagnosi dell’infezione del tratto gastrointestinale ad opera di questi batteri. Il batterio E. coli fa normalmente parte della flora batterica intestinale degli esseri umani e di altri mammiferi ma esistono dei cappi di E. coli in grado di produrre una tossina chiamata Shiga. Oltre ad una grave diarrea, la tossina Shiga può causare la Sindrome Emolitico Uremica (SEU), una patologia seria che può portare ad insufficienza renale fino a morte, se non trattata in maniera adeguata. I test di ricerca di STEC sono un utile supporto alla diagnosi e al trattamento di queste patologie.
Questi test possono essere utilizzati anche per la rilevazione di possibili epidemie di STEC. Questo tipo di infezioni sono spesso associate al consumo di acqua o cibo contaminati, al contatto con animali da fattoria o con il loro ambiente e sono trasmissibili da persona a persona. Il ceppo più comunemente associato a questo tipo di patologia è il sierotipo O157:H7; tuttavia esistono dei sierotipi non-O157 (ad esempio O104:H4) che possono essere responsabili degli stessi segni e sintomi quali la diarrea grave e la SEU.
La diagnosi precoce di questo tipo di infezione è di primaria importanza per la prevenzione della diffusione del patogeno alla comunità e per prevenire, se necessario, la SEU. I test per la ricerca di STEC includono:
- Coprocoltura: la coltura del campione di feci viene effettuata utilizzando uno specifico terreno di coltura che permette la crescita selettiva del patogeno STEC O157 e non dei batteri che fanno normalmente parte della flora batterica intestinale. Una volta che il batterio è cresciuto in coltura, vengono effettuati ulteriori test con lo scopo di identificarlo. Il campione di feci può essere utilizzato anche per effettuare le colture di altri microrganismi patogeni, come Salmonella, Shigella e Campylobacter. Il sierotipo STEC O157:H7 può essere distinto in coltura rispetto ad altri patogeni e rispetto ad altri ceppi di E. coli grazie alle peculiari caratteristiche che vengono messe in evidenza dalla crescita in specifici mezzi di coltura. I ceppi non-O157 invece non possono essere rilevati tramite l’esame colturale standard ma necessitano di test particolari. Le raccomandazioni internazionali sottolineano l’importanza di effettuare l’esame colturale delle feci a tutti i soggetti con una diarrea acuta di sospetta origine epidemica.
- Test immunoenzimatico (EIA): questo tipo di test viene utilizzato per rilevare la presenza della tossina Shiga. La coprocoltura permette l’identificazione dello STEC O157 ma non di quelli non-O157. Pertanto viene raccomandato l’utilizzo del test EIA per la rilevazione della tossina Shiga in associazione all’esame colturale. Il test EIA permette la rilevazione della tossina ma non permette la distinzione dei sierotipo di E. coli producenti Shiga.
- Elettroforesi in campo pulsato (PFGE): questo metodo viene utilizzato per identificare i sierotipi di E. coli responsabili di un’epidemia. Viene generata una “impronta digitale” del DNA del batterio che, tramite il confronto con un database internazionale, permette l’identificazione del sierotipo. È un metodo veloce che può essere utilizzato per la valutazione delle epidemia in differenti aree geografiche.
- Test molecolari: la PCR per il gene codificante per la tossina Shiga 1 (stx1) o 2 (stx2) è un test rapido che può essere utilizzato per la conferma della presenza di STEC.
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Quando viene prescritto?
Questo test può essere richiesto nel caso in cui il clinico sospetti un’infezione di E. coli producente la tossina Shiga in un paziente con forte diarrea.
I segni e sintomi includono:
- Diarrea grave e acuta che persiste per più di qualche giorno
- Sangue nelle feci
- Febbre
- Forte dolore addominale, crampi e/o gonfiore
Questi test possono essere richiesti anche nel caso in cui si sospetti un’epidemia di E. coli; per esempio nel caso in cui un gruppo di persone che abbiano mangiato cibo proveniente dalla stessa fonte, sviluppino gli stessi segni e sintomi.
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Cosa significa il risultato del test?
Coprocoltura
Un risultato negativo per la ricerca di Escherichia coli producente la tossina Shiga (STEC) indica che il sierotipo E. coli O157:H7 non è presente o è presente in quantità troppo piccole per essere rilevato. Pertanto i sintomi possono essere causati da un altro agente patogeno, come Salmonella,Shigella,Campylobacter, altri patogeni virali o parassiti.Un testo colturale positivo indica la presenza di E. coli producente la tossina Shiga, verosimilmente il sierotipo O157:H7.
Test immunoenzimatico per la rilevazione della tossina Shiga
Un risultato negativo per il test immunoenzimatico (EIA) per la tossina Shiga indica che tale tossina non è presente.
Un risultato positivo suggerisce invece la presenza della tossina nelle feci; per identificare il sierotipo di E. coli responsabile sono necessari ulteriori test. -
C’è altro da sapere?
Il batterio E. coli non patogeno è normalmente parte della flora batterica intestinale di soggetti sani. Tuttavia l’infezione di questo batterio in sedi non intestinali può comportare la comparsa di malattie serie. E. coli è responsabile della maggior parte delle infezioni delle vie urinarie e può anche causare meningite. L’identificazione di E. coli come agente responsabile dell’infezione, viene effettuata tramite esami colturali utilizzando campioni prelevati dalla sede dell’infezione.
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Come viene trattata la gastroenterite causata da E.coli producente la tossina Shiga?
Nel caso di infezioni del sierotipo O157 nelle quali la malattia non abbia progredito verso la Sindrome Emolitico Uremica (SEU) si raccomanda una terapia di supporto caratterizzata da riposo e idratazione. Le persone maggiormente a rischio di sviluppare SEU, come i bambini e gli anziani, devono essere continuamente monitorati. Nel caso in cui l’infezione progredisca verso la SEU, è necessario un immediato ricovero ospedaliero.
Le infezioni dei sierotipi non-O157 in genere vengono trattati con riposo e idratazione e spesso si risolvono senza nessun altro tipo di intervento.
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Perché in questo tipo di infezioni non viene raccomandata una terapia antibiotica?
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Perché non dovrebbero essere presi farmaci antidiarroici in presenza di questo tipo di infezioni?
I farmaci anti-diarroici possono prolungare la malattia perché l’inibizione della peristalsi intestinale diminuisce la velocità di eliminazione del batterio dal tratto gastrointestinale.
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Quale può essere un’altra causa di diarrea?
Esistono altri batteri che possono causare diarrea acuta:
- Salmonella, spesso presente in uova crude, pollame crudo e nei rettili da compagnia
- Shigella, presente in acqua e cibo contaminato da feci
- Campylobacter, presente in pollame crudo o cotto poco
- Clostridium difficile, può popolare l’intestino dopo l’uso di antibiotici
Anche i parassiti possono causare la diarrea. Si trovano nei laghi e nei corsi d’acqua in giro per il mondo e possono anche contaminare le piscine, le vasche idromassaggio e gli impianti idrici pubblici.
Nei bambini la causa più frequente di diarrea grave è rappresentata dal Rotavirus. Altri virus responsabili della diarrea includono il virus di Norkwolk, altri norovirus, gli adenovirus, i calcivirus, il cytomegalovirus (CMV) e il virus HIV.