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Circa il 25% della popolazione occidentale è convinto di avere un’allergia o un’intolleranza alimentare, ma in realtà a soffrirne è solo il 4,5% degli adulti e il 5-10% dei bambini.
Purtroppo il numero dei sospetti allergici può aumentare per l'uso non appropriato delle parole “intolleranza”, “allergico” e “allergia”, anche quando si parla di semplici effetti collaterali dei farmaci, le reazioni tossiche ad alimenti o quelle ad agenti irritanti. Per non parlare di quando la causa allergica, senza nessuna prova scientifica, è chiamata in causa per malattie come: emicrania, obesità, colon irritabile, orticaria cronica, artriti, otite.
Ad aumentare il numero dei sospetti allergici è anche l’uso di test complementari e alternativi di gran moda da un po’ di anni e privi di alcuna validità scientifica per la diagnosi, che si propongono di identificare con metodiche diverse dalle tradizionali i cibi responsabili di allergie o intolleranze alimentari.
Sono almeno 13 i test privi di validità, tra cui dria test, vega test, biorisonanza, iridologia, analisi del capello, kinesiologia applicata, riflesso cardio-auricolare. Il rischio più grande è che questi test inducano chi vi si sottopone a diete non corrette, che possono portare a stati di malnutrizione e danni, soprattutto nei bambini. In età pediatrica infatti è stato documentato un deficit nella crescita in bambini erroneamente ritenuti allergici ad alimenti sottoposti ad inutili restrizioni dietetiche. Questo problema può poi sfociare in quadri drammatici, potenzialmente fatali quando i risultati di un test alternativo sono utilizzati in età neonatale.
Nell'adulto pur meno drammatico deve essere attentamente considerata la rilevanza che i risultati di questi test determinano sulla vita di relazione o sulla qualità di vita. Questi soggetti si sottopongono a diete incongrue per periodi molto lunghi rendendo difficile una normale vita sociale. Ancor più subdolo, ma potenzialmente molto più grave, è il rischio di ritardo diagnostico.
Infatti, i risultati falsamente positivi di questi test possono essere fuorvianti producendo errori clinici importanti non diagnosticando le vera patologia di cui soffre il paziente
Inoltre non bisogna dimenticare che la convinzione da parte del paziente di soffrire di un'allergia alimentare può nascondere frequentemente un disagio psicologico, che trova erronea risposta nelle positività riscontrate al test alternativo.
Il fascino di questi test è dovuto alla relativa semplicità di esecuzione e di interpretazione dei risultati.
E' necessario che il paziente sia adeguatamente informato dell'esistenza di test validi dal punto di vista diagnostico illustrandone in modo chiaro e comprensibile il valore.
Ricordiamo che i test validi per la diagnosi di un’allergia, sono: i test cutanei, il test della ricerca di IgE specifiche in vitro, il test per l’intolleranza al lattosio e zucchero, e in caso di dubbi il test di scatenamento orale. Ma prima di arrivare al test bisogna esporre i disturbi al medico curante, che indirizzerà il paziente a un gastroenterologo o a un allergologo per proporre un esame di laboratorio veramente utile.
Tabella- Principali test complementari e alternativi privi di validità per la diagnosi di allergia e intolleranza alimentare
NOME DELLA METODICA |
TEST IN VIVO |
TEST IN VITRO |
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NOME DELLA METODICA |
Provocazione- neutralizzazione intradermica/ sublinguale |
Test citotossico |
Kinesiologia applicata |
Dosaggio delle IgG 4 |
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Test elettrodermici (Vega/ Sarm/ Biostrenght) |
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Biorisonanza |
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Idrologia |
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Analisi del capello |
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Pulse test |
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Strenght test |
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Riflesso cardio auricolare |
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Allergie e intolleranze alimentari, documento condiviso (2015) Federazione Nazionale Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica (SIIAIC), Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri (AAITO), Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP)