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Calprotectina fecale

Noto anche come: Calprotectina fecale, Calprotectina nelle feci, CF
Nome ufficiale: Calprotectina fecale
Ultima Revisione: 03.06.2017
Ultima Modifica: 10.01.2020

Revisore: Ferruccio Ceriotti

Articolo approvato dal Comitato editoriale di labtestsonline.org ed in corso di revisione da parte del Comitato editoriale italiano

In Sintesi

Perché?

Per rilevare uno stato infiammatorio dell’intestino, per distinguere una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI o IBD) da altre patologie intestinali non infiammatorie; per monitorare la progressione di una IBD già diagnosticata.

Quando?

In presenza di sangue nelle feci e/o diarrea, crampi addominali persistenti (della durata di più di qualche giorno) associati o non associati a febbre.

Il campione

Un campione di feci raccolto in un apposito contenitore fornito dal laboratorio. Il campione non deve essere contaminato da acqua o da urine.

La preparazione

No, nessuna.

L'Esame

Questo esame misura la concentrazione di calprotectina nelle feci, utile marcatore di infiammazione intestinale. La calprotectina è una proteina rilasciata da un particolare tipo di leucociti, chiamati neutrofili. In caso di infiammazione, i neutrofili vengono richiamati nell’intestino e rilasciano calprotectina, la cui concentrazione nelle feci aumenta.

Le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD o MICI) ed alcune infezioni di origine batterica del tratto gastrointestinale, sono associate ad infiammazione intestinale. Esistono tuttavia delle patologie intestinali non infiammatorie associate a sintomi simili. La calprotectina fecale (CF) può essere un utile marcatore per la diagnosi differenziale tra patologie intestinali infiammatorie e non infiammatorie.

LeMICI sono un gruppo di patologie croniche caratterizzate dall’infiammazione e dal danneggiamento dei tessuti di rivestimento del tratto intestinale. La causa delleMICI non è del tutto chiarita, ma alcune di queste patologie sono ritenute essere associate a processi autoimmuni attivati da predisposizione genetica, da virus e/o fattori ambientali. Le MICI più comuni sono il morbo di Crohn (CD) e la colite ulcerosa (UC).

Le persone affette da MICI alternano tipicamente momenti di acutizzazione della malattia a periodi di remissione. Durante le fasi acute, il paziente può avere attacchi di diarrea (con anche sangue nelle feci), dolori addominali, perdita di peso e febbre. Nei momenti di remissione, che possono durare anche a lungo, i sintomi diminuiscono. Il test della CF può essere un utile ausilio, oltre che alla diagnosi differenziale tra le malattie intestinali infiammatorie e non infiammatorie, anche al monitoraggio della patologia. Pur non trattandosi di un test diagnostico per IBD, permette comunque di valutare lo stato infiammatorio intestinale.

Come e Perchè

Quali informazioni è possibile ottenere?

La misura della calprotectina fecale (CF) permette di individuare un’eventuale infiammazione intestinale.

L’infiammazione intestinale può essere dovuta a varie patologie, tra cui ad esempio le infezioni batteriche o le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD o MICI), nelle quali il grado di infiammazione è correlato alla progressione e alla gravità della malattia. Il test della calprotectina non è diagnostico ma permette di distinguere tra MICI e malattie non-infiammatorie ed è utile nel monitoraggio della progressione della MICI stessa.

Il clinico può richiedere la misura della CF nel caso in cui un paziente presenti sintomi come diarrea o diarrea emorragica (con sangue).  Spesso questo esame viene richiesto insieme ad altri esami delle feci come la coprocoltura, con la quale è possibile rilevare infezioni batteriche, la leucocitosi fecale e/o la ricerca del sangue occulto (FOBT). Oltre a questi, possono essere richiesti alcuni test ematici per la misura dello stato infiammatorio, come la velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C-reattiva (PCR). Tutti questi esami possono essere utili sia per determinare le cause dei sintomi riportati dal paziente che per escludere altre patologie associate a sintomi simili. Pertanto, sulla base del sospetto diagnostico, possono essere richiesti sia esami eseguiti su campioni di sangue che di feci.

La misura della CF può essere un’utile indicazione per il clinico per indirizzare o meno il paziente in un protocollo diagnostico più approfondito. Il riscontro di valori elevati di CF può infatti indurre il clinico a richiedere un esame endoscopico, utile test di conferma per la diagnosi di IBD (colonscopia o sigmoidoscopia). Questi test infatti, seppur invasivi, sono gli unici diagnostici per IBD in quanto permettono di esaminare mediante le immagini l’intestino e di prelevare piccoli pezzi di tessuto (biopsia). I campioni bioptici possono essere analizzati per determinare se vi siano cambiamenti della struttura rispetto a quella normale o se vi siano processi infiammatori in atto. Trattandosi però di esami invasivi, è preferibile non eseguirli nel caso in cui non sia presente uno stato infiammatorio e quindi sia improbabile la presenza di MICI.

La misura della CF può essere richiesta anche in un paziente con MICI, per monitorare la progressione della malattia e valutarne la gravità. Ad esempio, nel caso in cui un paziente presenti valori alterati di CF, è possibile ripetere l’esame dopo qualche settimana per valutare l’andamento della sua concentrazione e rilevare eventuali aumenti o diminuzioni.

Domande Frequenti

L’esame della calprotectina fecale può essere sostituito da un esame del sangue?

In generale no. Esistono esami del sangue in grado di rilevare lo stato infiammatorio (PCR, VES), ma, diversamente dalla calprotectina fecale (CF), sono aspecifici rispetto alla sede di infiammazione (non sono utili per capire se la sede è gastrointestinale o no).

Fonti

Fonti utilizzate nella revisione corrente

(© 1995–2017). Calprotectin, Feces. Mayo Clinic Mayo Medical Laboratories. Available online at http://www.mayomedicallaboratories.com/test-catalog/Clinical+and+Interpretive/63016. Accessed on 1/22/17.

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