Per la diagnosi di infezione da virus respiratorio sinciziale (RSV) e per identificare eventuali infezioni di comunità, specie in determinate stagioni.
Virus Respiratorio Sinciziale (RSV)
In genere si effettua durante la stagione influenzale o in neonati, anziani o pazienti immunocompromessi per stabilire se sintomi come rinorrea, congestione, tosse, dispnea e/o difficoltà respiratorie siano effettivamente dovuti all’infezione da RSV o ad altre cause.
In genere un aspirato o un lavaggio nasale; più raramente un tampone naso-faringeo.
No, nessuna.
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Come viene raccolto il campione per il test?
La tecnica utilizzata per la raccolta del campione è fondamentale per la buona riuscita del test. Il campione utilizzato più frequentemente è un aspirato o un lavaggio nasale. Per la raccolta, viene introdotta una piccola quantità di soluzione salina nella cavità nasale che poi viene aspirata delicatamente (aspirato nasale) o raccolta in una provetta sterile (lavaggio).
Talvolta può essere utilizzato un tampone nasofaringeo, sebbene questo metodo sia da sconsigliare per la tendenza a raccogliere quantità inferiori di virus. Il tampone viene eseguito inserendo un tampone sterile e flessibile attraverso la narice fino a che non viene incontrata una resistenza. Segue la lieve rotazione ed estrazione del tampone. Pur non trattandosi di una procedura dolorosa, questa può causare fastidio.
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
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Quali informazioni è possibile ottenere?
L’esame per l’RSV viene di solito eseguito durante la stagione influenzale come supporto alla diagnosi dell’infezione in pazienti con sintomi di gravità variabile a carico delle basse vie respiratorie. In primo luogo è prescritto ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i due anni, ai pazienti anziani e a quei pazienti con una compromissione del sistema immunitario, come per esempio i pazienti con pregressa malattia polmonare e pazienti trapiantati.
Gli adolescenti e il resto della popolazione generale non sono sottoposti di routine a questo test poiché la maggioranza di questi riferiràsolo sintomi lievi coinvolgenti le alte vie respiratorie come rinorrea, starnuti, tosse, mal di gola e febbre.
Il test per RSV può essere usato anche per finalità epidemiologiche da parte degli organi nazionali di sorveglianza sanitaria, al fine di limitare la diffusione del virus, in maniera particolare alle persone a maggio rischio. Le persone che non rientrano nelle categorie a rischio possono pertanto essere sottoposte al test solo per verificare la diffusione del virus. Spesso questi pazienti possono essere sottoposti anche al test per l’influenza, dal momento che questo è piuttosto diffuso nella popolazione e i sintomi sono simili.
Esistono diversi tipi di metodi disponibili per rilevare la presenza del virus RSV o dell’infezione:
- Test antigenico rapido: è il test eseguito più frequentemente. In alcuni casi, il campione può essere raccolto e spedito in laboratorio per l’utilizzo di metodi maggiormente sensibili. In questo caso i risultati sono comunque disponibili nell’arco della stessa giornata.
- RSV RT-PCR – si tratta di un test molecolare in grado di rilevare il materiale genetico del virus. Generalmente è più sensibile del test antigenico o della coltura virale. Può essere usato in associazione ad altri test per rilevare le infezioni virali in grado di causare segni e sintomi di RSV.
- Colture virali – consentono di far crescere e di rilevare il virus in una coltura. Questi metodi consentono di rilevare il RSV ma anche altri virus qualora presenti. Nella maggior parte dei laboratori, questi test sono ormai in disuso e sono stati sostituiti dai test molecolari. Si tratta infatti di metodiche complesse e costose e che richiedono giorni per fornire un risultato.
Insieme al test del RSV, possono essere richiesti anche:
- Test per l’influenza
- Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEA), per rilevare lo streptococco responsabile della faringotonsillite.
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Quando viene prescritto?
L’esame per RSV viene prescritto perlopiù durante la stagione influenzale.Al test sono sottoposti i pazienti, in genere bambini o anziani, che presentano segni e sintomi come:
- Dispnea
- Tosse grave
- Respiro accelerato, affanno
- Febbre
- Emicrania
- Gola irritata
Il test può essere eseguito nel periodo intercorrente tra il contagio e i primi giorni di manifestazione dei segni e sintomi, poiché nelle fasi precoci dell’infezione vengono in genere liberate quantità rilevabili del virus.
Nel caso in cui il RSV sia stato identificato nella comunità è possibile richiedere il test per stabilire se esso sia la causa dell’infezione in un soggetto sintomatico.
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Cosa significa il risultato del test?
Se il test per RSV è positivo, è verosimile supporre che il paziente abbia un’infezione dovuta a questo agente patogeno. Un test positivo può inoltre confermare la presenza di RSV in una comunità. La presenza di un test per RSV positivo non può tuttavia fornire informazioni circa la durata e la gravità della malattia. Normalmente i sintomi si sviluppano 4-6 giorni dopo il contagio.
Un test negativo per RSV può significare o che l’infezione sia dovuta a qualche altro agente patogeno o che la carica virale non sia sufficientemente alta da poter rilevare il virus nel campione. Basse carche virali possono essere causate o dalla raccolta inadeguata di un campione o perché non vengono emesse con le secrezioni quantità di virus tali da poter essere rilevabili. Gli adulti tendono a rilasciare meno virus rispetto ai bambini; inoltre coloro che sono stati infettati da diversi giorni emettono quantità di virus inferiori rispetto a coloro che sono stati infettati più recentemente.
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C’è altro da sapere?
La maggior parte delle infezioni dovute ad RSV si risolvono spontaneamente in 2-3 settimane. Ciascuna persona può essere reinfettata con ceppi differenti di RSV sebbene i sintomi siano in genere meno gravi rispetto a quelli della prima infezione. Poiché i sintomi sono lievi, spesso queste infezioni non vengono diagnosticate e vengono trattate con farmaci sintomatici e da banco.
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Esiste un esame del sangue per identificare RSV?
Esistono esami sierologici per identificare la presenza di anticorpi anti-RSV in seguito all’attivazione del sistema immunitario. Questo esame, però, è in grado di identificare precedenti esposizioni al virus ma non sono considerati di particolare utilità clinica per la diagnosi di un’infezione attiva.
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Esiste un vaccino come quello influenzale per prevenire infezione da RSV?
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Gli antibiotici sono utili nel caso di infezione da RSV?
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Qual è il trattamento per le infezioni da RSV?
Non esiste un trattamento specifico. La cura primaria consiste nel riposo e nelle terapie di supporto volte a ridurre il dolore, la febbre e a migliorare la respirazione.
Esiste una terapia farmacologica a breve termine che può essere prescritta ai pazienti ad alto rischio. Questa terapia non previene e non cura l’infezione da RSV ma minimizza il coinvolgimento delle basse vie respiratorie, riducendo il rischio di ospedalizzazione di questi soggetti.
Questo tipo di immunoterapia può essere somministrata nei reparti di terapia intensiva ai neonati durante la stagione influenzale. I neonati prematuri sono particolarmente suscettibili all’infezione da RSV.

