Per la valutazione ed il monitoraggio del tasso di riassorbimento e formazione ossea; per il monitoraggio di alcune malattie metaboliche ossee come l’osteoporosi; per rilevare alcuni disordini metabolici ossei come la malattia di Paget.
Marcatori Ossei
Nel caso in cui la densitometria ossea rilevi la diminuzione della densità ossea; prima e periodicamente in caso di trattamento di perdita ossea, per valutare se, grazie al trattamento, la degradazione ossea sia diminuita o sia aumentata la formazione.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio e, talvolta, un campione di urine.
Spesso viene richiesto un prelievo a digiuno; il prelievo viene di solito eseguito al mattino.
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Come viene raccolto il campione per il test?
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
Potrebbe essere richiesto il digiuno prima dell’esecuzione del test. La quantità di molti marcatori ossei varia nel corso della giornata, pertanto il tempo della raccolta del campione è importante. È importante seguire tutte le indicazioni fornite riguardo la tempistica della raccolta, come eseguire la raccolta delle seconde urine del mattino.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Per la valutazione di un’alterazione del rimodellamento osseo (formazione/riassorbimento) possono essere utilizzati diversi marcatori ossei. Talvolta i marcatori ossei vengono richiesti in associazione ad altre esami di diagnostica per immagini utili par la valutazione della densità ossea, al fine di valutare la densità ossea e rilevare eventuali malattie ossee.
Negli adulti, i marcatori ossei vengono spesso utilizzati nel monitoraggio della terapia anti-riassorbitiva e nella valutazione della corretta posologia e del dosaggio dei farmaci, per alcune malattie come l’osteoporosi.
Nei bambini vengono invece utilizzati per rilevare alcuni disordini metabolici ossei come l’osteoporosi secondaria, il rachitismo, la malattia di Paget e l’osteogenesi imperfetta.
Questi test sono in grado di rilevare le variazioni dovute alla risposta alle terapie anti-riassorbitive o pro-rigenerative ossee in maniera veloce rispetto ai test di valutazione della densità ossea come le radiografie (3-6 mesi contro 1-2 anni). Grazie a questi quindi le terapie possono essere variate in tempi più brevi nel caso in cui il paziente non risponda nella maniera attesa.Le società scientifiche internazionali raccomandano due test ematici per la valutazione del rimodellamento osseo:
- C-telopeptide (telopeptide C-terminale del collagene di tipo 1; CTx) – si tratta di un marcatore di riassorbimento osseo. È un frammento peptidico che si forma a partire dall’estremità C terminale delle proteine formanti la matrice ossea; viene utilizzato nel monitoraggio delle terapie anti-riassorbitive, come i bisfosfonati e la terapia ormonale sostitutiva nelle donne in menopausa e nelle persone con bassa massa ossea (ospeopenia).
- P1NP (propeptide N-terminale del procollagene di tipo 1) – si tratta di un marcatore di formazione ossea. È formato dagli osteoblasti e riflette il tasso di formazione della rete di collagene; può essere richiesto insieme ai marcatori di riassorbimento come il C o l’N-telopeptide. È il più sensibile dei marcatori di riassorbimento ed è particolarmente utile nel monitoraggio delle terapie anabolizzanti ossee; si raccomanda di eseguire questo test prima dell’inizio della terapia e poi a distanza di 3-6 mesi.
Altri esami urinari ed ematici richiesti meno frequentemente includono:
- N-telopeptide (telopeptide N-terminale del collagene di tipo 1; NTx) – frammento peptidico N-terminale della matrice proteica; un altro marcatore utilizzato nel monitoraggio della terapia
- Deossipiridinoline (DPD) – prodotto di degradazione del collagene a struttura ciclica
- Piridinoline – gruppo di prodotti di degradazione del collagene che includono le DPD; usato nel monitoraggio della risposta alla terapia; non specifico per il collagene osseo come i telopeptidi.
- Fosfatasi acida tartrato-resistente (TRAP) – è la fosfatasi acida prodotta dagli osteoclasti, le cellule deputate al riassorbimento osseo.
Altri esami ematici richiesti raramente sono:
- Fosfatasi alcalina ossea (ALP) – uno degli isoenzimi della ALP; è associata alla funzionalità degli osteoblasti, le cellule coinvolte nella formazione dell’osso. La ALP è nota avere un ruolo nella mineralizzazione ossea. Si raccomanda di eseguire il test prima dell’inizio della terapia dell’osteoporosi e quindi dopo 3-6 mesi. I risultati possono essere influenzati dai livelli di ALP epatica.
- Osteocalcina – proteina formata dagli osteoblasti; è parte della struttura ossea presente oltre al collagene e talvolta viene riversata nel circolo ematico; i livelli di osteocalcina nel sangue riflettono la velocità di formazione ossea ed è pertanto un buon indicatore di attività osteoblastica. Questo test può essere influenzato dall’assunzione del warfarin (Cumadin®).
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Quando viene prescritto?
La misura dei marcatori ossei può essere richiesta insieme ad altri esami come il calco, la vitamina D, i test per la tiroide e l’ormone paratiroideo nel caso in cui venga rilevata la diminuzione della densità ossea durante un esame di densitometria ossea (diagnostica per immagini) e/o nel caso in cui il paziente abbia una storia clinica positiva per fratture ossee inspiegabili.
Nei bambini, questi test possono essere richiesti in presenza di segni e sintomi indicativi di malattie metaboliche ossee come:
- Dolore osseo e/o articolare
- Frequenti fratture
- Ritardo nella crescita e nello sviluppo osseo
- Deformazioni ossee
- Denti fragili
Per la gestione ed il trattamento delle malattie ossee, possono essere richiesti uno o più di questi test prima della somministrazione di una terapia anti-riassorbitiva o anabolizzante e quindi dopo 3-6 mesi dall’inizio del trattamento per la valutazione della sua efficacia.
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Cosa significa il risultato del test?
Livelli elevati di uno o più di questi marcatori nel circolo ematico e/o nelle urine possono indicare un incremento del riassorbimento e/o della formazione ossea, ma non ne indicano la causa (non hanno valenza diagnostica). Livelli elevati di marcatori ossei sono riscontrabili in presenza di:
- Osteoporosi
- Malattia di Paget
- Cancro osseo metastatico
- Iperparatiroidismo
- Ipertiroidismo
- Osteomalacia negli adulti e rachitismo nei bambini – mancanza di mineralizzazione ossea spesso dovuta a carenza di vitamina D o di calcio
- Malattia renale cronica (osteodistrofia renale)
- Sindrome di Cushing o assunzione di dosi eccessive di glucocorticoidi
Livelli bassi o normali indicano l’assenza di un eccessivo rimodellamento osseo.
Nel monitoraggio della terapia anti-riassorbitiva, la diminuzione dei marcatori di riassorbimento indica la risposta alla terapia. -
C’è altro da sapere?
I campioni devono essere raccolti con cura e i risultati dei test devono essere valutati ed interpretati con attenzione. I marcatori ossei possono variare sia in giorni diversi che nel corso della stessa giornata. La maggior parte dei marcatori ossei devono essere valutati al mattino, al momento della concentrazione massima. La ALP è influenzata dall’assunzione di cibo.
La concentrazione dei marcatori ossei viene influenzata da molteplici fattori, in maniera particolare nell’età della crescita e dello sviluppo. Questi fattori includono il sesso, l’età, la velocità di crescita, lo stato nutrizionale e la pubertà. Pertanto l’interpretazione dei risultati di questi marcatori richiede l’utilizzo di specifici intervalli di riferimento.
La maggior parte delle persone non si accorge della perdita ossea. Questa condizione può essere asintomatica fino a che non si giunge ad una frattura inaspettata.
Le persone affette da cancro alla mammella ed alla prostata sono maggiormente a rischio per lo sviluppo di metastasi ossee. In questa categoria di pazienti l’uso dei marcatori ossei può essere un valido ausilio alla definizione del rischio di sviluppare metastasi ossee e quindi alla definizione dei pazienti ai quali sia consigliato somministrare farmaci anti-riassorbitivi come i bisfosfonati.
Esistono molti limiti all’uso clinico di questi marcatori, pertanto questo aspetto è in continuo approfondimento da parte dei ricercatori.
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Tutti dovrebbero sottoporsi al test per la misura dei marcatori ossei?
La misura dei marcatori ossei si rende necessaria solo nelle persone alle quali sia stato diagnosticato o siano ad alto rischio per un disordine osseo. Questo test non deve essere eseguito sulla popolazione generale poiché, pur fornendo informazioni utili, non è in grado di essere utilizzato come screening di densità ossea.
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I marcatori devono essere testati necessariamente tutti?
In genere non tutti i pazienti vengono sottoposti a tutti i test descritti. La maggior parte dei clinici richiede solo uno o pochi marcatori, uno o due marcatori di riassorbimento e uno o due marcatori di formazione. La scelta sui marcatori da utilizzare dipende da molteplici fattori, inclusa la storia clinica del paziente, i segni e sintomi e l’esame fisico. Il clinico pertanto sceglierà i marcatori che ritiene più utili sulla base della specifica situazione. In genere, il test richiesto alla diagnosi verrà utilizzato anche durante il monitoraggio per la valutazione della terapia.
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Questi esami possono essere eseguiti ambulatorialmente?
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Cosa è possibile fare per aumentare o diminuire i livelli dei marcatori?
I marcatori ossei di per sé non sono influenzati da variazioni dello stile di vita, anche se le persone possono acquisire abitudini volte al mantenimento del buono stato di salute ossea. In caso di fragilità ossea il clinico fornirà al paziente tutte le indicazioni relative ai migliori trattamenti da seguire.