- Per lo screening e/o la conferma dell'uso di cannabis
- Come parte del pannello di esami utilizzati per lo screening dell'uso, l'abuso e/o l'intossicazione da farmaci e droghe
- Per il monitoraggio dell'abuso di droghe
- Per il monitoraggio dell'aderenza alla terapia
Marijuana
- Durante uno screening tossicologico, come quello eseguito in emergenza
- Nelle persone in terapia con cannabis
- Nell'ambito di uno screening tossicologico effettuato dalla Medicina del Lavoro
- Come parte dei protocolli di riabilitazione di tossicodipendenti
- A scopo legale, in seguito ad incidenti stradali o accertamenti dello stato alla guida
- Un campione di urina estemporaneo raccolto in un contenitore pulito e sterile. Questo è il campione usato più frequentemente.
- Un campione di saliva raccolto tramite l'utilizzo di un tampone posizionato sulle gengive o nella parete interna della bocca o sotto la lingua.
- Altri tipi di campione sono sangue e capelli. Per i neonati, i campioni possono includere il cordone ombelicale o il meconio.
Prima dell'esecuzione del test è necessario riferire tutte le informazioni riguardo qualsiasi farmaco assunto, inclusi i farmaci a base di cannabis.
Nel caso in cui sia necessario raccogliere un campione di saliva, non deve essere assunto nulla nei dieci minuti precedenti il prelievo del campione. Seguire tutte le informazioni fornite dal personale sanitario.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test della marijuana consente di rilevare la presenza di THC o dei suoi prodotti (i metaboliti), perlopiù nella saliva e nell'urina, dovuta al consumo di marijuana o di cannabis ad uso terapeutico. Molti test rilevano la presenza anche di metaboliti inattivi del THC (THC-COOH) che permangono all'interno dell'organismo per periodi di tempo maggiori rispetto al composto chimico attivo.
I test della marijuana possono essere usati per:
Screening clinico
La marijuana può essere inclusa in un pannello di test eseguiti nell'ambito di uno screening tossicologico, volto a determinare quali farmaci e droghe venga assunti da una persona, allo scopo di trattare la stessa in maniera appropriata.
Il clinico può richiedere il test della marijuana per varie ragioni:
- In persone trattate e/o ricoverate per tossicodipendenza
- In persone trattate per il dolore cronico, per verificare l'assunzione corretta del farmaco
- In persone con segni e sintomi riconducibili all'assunzione di droga ed intossicazione, come perdita dello stato di coscienza, nausea, delirio, panico, paranoia, aumento della temperatura corporea, dolore toracico, insufficienza respiratoria, convulsioni e/o cefalea
- Persone coinvolte in incidenti plausibilmente dovuti all'uso di droghe
- Persone sospettate di abusare di droghe
- Persone candidate al trapianto d'organo
- Persone in trattamento per il cancro
- Donne in gravidanza o puerpere a rischio di abuso di droga e/o in presenza di un neonato con segni di intossicazione
Per maggiori dettagli si rimanda alla pagina "Screening tossicologico in emergenza".
Medicina forense, legale, del lavoro
I test eseguiti a scopo legale, forense o per la medicina del lavoro differiscono da quelli effettuati a scopo clinico per le modalità di raccolta e gestione del campione. In questo caso il campione viene controllato attentamente e deve essere gestito nell'ambito della "catena di custodia": questa prevede che dopo la raccolta, il campione venga monitorato durante la manipolazione, l’analisi e la conservazione allo scopo di verificare la corretta esecuzione di tutte le fasi e la corretta identificazione dello stesso.
Esempi di test eseguiti secondo queste modalità includono:
- Esami eseguiti in persone accusate di aver compiuto atti illeciti
- Monitoraggio dei campioni biologici di genitori di minori allontanati dal contesto familiare dall'autorità giudiziaria
- Test tossicologici forensi eseguiti su tessuti e fluidi corporei prelevati per indagini nell'ambito di un crimine per verificare se l'uso della marijuana possa aver contribuito allo stesso (ad esempio un incidente causato dalla guida sotto l'uso di stupefacenti)
- Lo screening tossicologico eseguito su alcuni atleti per i controlli anti-doping
I test della marijuana possono essere richiesti anche dalla Medicina del Lavoro per rilevare l'uso e/o l'abuso di tali sostanze in lavoratori ai quali sono affidate mansioni considerate a rischio (ad esempio autisti per il trasporto merci o persone).
Per maggiori dettagli si rimanda all'articolo "Il mondo delle analisi forensi".
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Quando viene prescritto?
Scopo clinico
Il test della marijuana è di solito incluso nel pannello di esami eseguiti nel corso dello screening tossicologico, eseguito allo scopo di verificare l'eventuale uso o abuso di queste sostanze per la scelta dei trattamenti più appropriati e/o in presenza di segni e sintomi riconducibili all'uso di droghe, come stato confusionale o comportamenti aggressivi.
Scopo legale
Il test della marijuana può essere richiesto nel caso in cui l'autorità giudiziaria o i medici del lavoro abbiano la necessità di verificare l'eventuale uso/abuso di marijuana. Può essere richiesto durante i controlli eseguiti regolarmente sui lavoratori, all'assunzione in un nuovo posto di lavoro o a scopo forense in persone implicate in crimini o incidenti.
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Cosa significa il risultato del test?
Come per altri tipi di esami, sia lo screening che i test di conferma devono essere interpretati confrontando il risultato con un limite soglia (cut-off) prestabilito (ad esempio 50 ng/mL per i campioni di urina). Nel caso in cui il risultato del test riporti valori negativi o comunque inferiori al cut-off, si dovrà riportare sul referto o "non rilevabile", o "assente" o "negativo". Nel caso in cui il risultato sia uguale o superiore al valore soglia, sul referto potrà comparire o "rilevabile", o "presente", o "presunto positivo" o "positivo".
Nel caso in cui una persona risulti positiva ai test di screening (o test di primo livello) allora è probabile che abbia assunto marijuana o derivati della cannabis. La positività ai test di screening però deve essere verificata tramite esami di conferma, caratterizzati in genere da una maggiore specificità. La positività al test di conferma indica che la persona sottoposta al test presenta nel proprio organismo THC o THC-COOH, ma non fornisce informazioni circa le modalità di assunzione.
Il test eseguito su campioni di urina non può essere usato per determinare la fonte del THC o dei suoi metaboliti, il tempo di esposizione, la quantità o lo stato di alterazione della persona.
Un risultato negativo non significa necessariamente che la persona sottoposta al test non faccia uso di marijuana. Il THC presente potrebbe essere presente a concentrazioni tali da non essere rilevato o essere già stato eliminato dall'organismo.
Il periodo di tempo durante il quale il THC risulta rilevabile dopo l'assunzione di marijuana viene definito “finestra di rilevamento” e dipende dal metabolismo dell'individuo, la dose e la frequenza dell'uso. Il test può essere in grado di rilevare l'assunzione di marijuana avvenuta da 3 giorni fino a 30 giorni prima l'esecuzione del test. Gli utilizzatori cronici di marijuana possono risultare positivi al test anche per periodi maggiori di 30 giorni dall'ultima assunzione.
FINISTRE DI RILEVAMENTO DELL'USO DI MARIJUANA Campione testato Finestra di rilevamento stimata Sangue Fino a 7 giorni Capelli Fino a 90 giorni Saliva Fino a 24 ore Urina Fino a 3 giorni (fino a 6 settimane nei consumatori pesanti) -
C'è altro da sapere?
Nel caso in cui sia necessario raccogliere un campione di urina, la raccolta, soprattutto se a fini Medico Legali, dovrà essere effettuata sotto la supervisione del clinico o di un operatore sanitario, al fine di evitare eventuali manomissioni del campione. Alcune persone infatti tentano di alterare il risultato del test utilizzando l'urina prodotta da un'altra persona o introducendo anche altri prodotti (adulteranti).
Per quanto riguarda i campioni di sangue, saliva o capelli, per i quali la manomissione risulta più difficoltosa, non è necessaria una particolare preparazione. È importante discutere con il medico in merito all’eventuale assunzione di integratori o farmaci prescritti e da banco, inclusi i farmaci a base di cannabis.
Prima di raccogliere il campione di urina è importante lavarsi accuratamente le mani e pulire bene l’area genitale, al fine di evitare eventuali contaminazioni. Appena inizia la minzione il primo getto va eliminato, quindi si deve raccogliere la restante urina nel contenitore sterile fino al livello indicato.
Nel caso in cui l'analisi di laboratorio venga eseguita su un campione di sangue, questo viene prelevato da una vena del braccio. Per quanto riguarda il campione di capelli, viene tagliata una piccola quantità di capelli, di solito a partire dal cuoio capelluto. Se la persona che si sottopone al test è calva, è possibile raccogliere i peli da altre aree del corpo.
Solitamente l’esecuzione del test non risulta dolorosa; tuttavia il prelievo ematico può causare un lieve fastidio legato alla puntura. La raccolta dei campioni può richiedere qualche minuto.
Il campione di urina raccolto in un contenitore sterile, possibilmente sottovuoto, deve essere consegnato in laboratorio il prima possibile.
Non sono previste particolari restrizioni circa le attività che possono essere svolte dopo il test.
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Oltre alla saliva e all'urina, quali altri tipi di campione potrebbero essere richiesti per il test della marijuana?
Alcuni laboratori offrono la possibilità di effettuare il test su campioni di sangue o capelli.
- Il campione di sangue viene prelevato tramite l'inserimento di un ago in una vena del braccio.
- Il capello viene di solito raccolto dalla cima della testa, anche se potrebbero essere usate altre aree coperte da peluria
I neonati potrebbero essere sottoposti al test nel caso in cui esista il sospetto di assunzione di marijuana da parte della madre durante l'ultimo trimestre di gravidanza. In questi casi il test potrebbe essere eseguito su un campione di meconio, la prima produzione intestinale espulsa dopo la nascita e in genere raccolta per le analisi dal personale sanitario. Altrimenti è possibile prelevare un campione di tessuto cordonale subito dopo la nascita.
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Il test è in grado di distinguere l'utilizzo della marijuana dall'assunzione di cannabis a scopo clinico?
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La cannabis sintetica (K2 o Spice) è lo stesso THC rilevabile tramite questo test?
La cannabis sintetica come K2 o Spice è diversa dalla cannabis di origine vegetale e quindi dal THC. Si tratta si sostanze chimiche molto più potenti e pericolose della cannabis, disponibili in forma liquida e che quindi possono essere vaporizzate e inalate usando apparecchi come le sigarette sintetiche o spruzzate su materiale di origine vegetale in modo che possano essere fumate. Queste sostanze chimiche si legano agli stessi recettori presenti nell'encefalo ai quali si lega il THC ma con effetti diversi. Queste sostanze possono avere effetti non predicibili e potenzialmente letali, inclusa la comparsa di convulsioni, edema cerebrale, problemi cardiaci, psicosi fino alla morte. L'assenza di THC in queste sostanze non ne consente la rilevazione tramite i test della marijuana, sebbene possano essere rilevate tramite test specifici.
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È possibile risultare positivi al test a causa del fumo passivo?
Si, sebbene sia un evento raro. Alcuni studi hanno dimostrato che il fumo passivo può far risultare positivi ai test della marijuana anche persone non fumatrici. Questo però dipende dalla concentrazione di THC presente nella marijuana. Solitamente, i livelli di metaboliti nell’organismo risultano insufficienti per la rilevazione da parte della maggior parte dei test. L'esposizione al THC può essere diminuita ventilando le zone in cui viene fumata.
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I test della marijuana possono fornire risultati falsamente positivi?
I test di screening per la ricerca del THC possono fornire risultati falsamente positivi; pertanto un risultato positivo deve essere sempre confermato tramite l'utilizzo di test più specifici. Per ridurre il rischio di inaccuratezza dei risultati occorre porre particolare attenzione durante la raccolta, il trasporto e l’analisi del campione. La corretta raccolta del campione di urina riduce il rischio di contaminazione da parte di microrganismi; inoltre, il trasporto dei campioni può essere accuratamente controllato attraverso la catena di custodia.
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Per quanto tempo dopo l'ultima assunzione è possibile rilevare il THC?
Il tempo durante il quale il THC permane nell'organismo in concentrazioni rilevabili dipende da molteplici fattori, tra i quali vi sono la dose di THC, la frequenza dell'uso ed il metabolismo individuale. Per esempio, nell'urina il THC può essere rilevato da 3 a 30 giorni dopo l'ultima assunzione.
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Quanto tempo è necessario per eseguire il test?
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È necessario sottoporsi a follow-up?
Nel caso in cui una persona risulti positiva al test per la marijuana, può essere consigliato di sottoporsi ad una valutazione del “disturbo da uso di cannabis”. Il disturbo da uso di cannabis, noto come dipendenza da cannabis, si riscontra in circa il 10% dei soggetti che fanno uso cronico di marijuana e fino al 50% dei consumatori giornalieri. La valutazione consiste in un colloquio clinico per delineare un modello paziente-specifico dell'uso di marijuana.






Revisione: Dr.ssa Silvia Mengozzi, Laboratorio di Farmaco-Tossicologia e Allergologia-Autoimmunità AUSL Romagna