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Marijuana

Revisore:

Dr.ssa Silvia Mengozzi, Laboratorio di Farmaco-Tossicologia e Allergologia-Autoimmunità AUSL Romagna

In Sintesi

Perché?

  • Per lo screening e/o la conferma dell'uso di cannabis
  • Come parte del pannello di esami utilizzati per lo screening dell'uso, l'abuso e/o l'intossicazione da farmaci e droghe
  • Per il monitoraggio dell'abuso di droghe
  • Per il monitoraggio dell'aderenza alla terapia

Quando?

  • Durante uno screening tossicologico, come quello eseguito in emergenza
  • Nelle persone in terapia con cannabis
  • Nell'ambito di uno screening tossicologico effettuato dalla Medicina del Lavoro
  • Come parte dei protocolli di riabilitazione di tossicodipendenti
  • A scopo legale, in seguito ad incidenti stradali o accertamenti dello stato alla guida

Il campione

  • Un campione di urina estemporaneo raccolto in un contenitore pulito e sterile. Questo è il campione usato più frequentemente.
  • Un campione di saliva raccolto tramite l'utilizzo di un tampone posizionato sulle gengive o nella parete interna della bocca o sotto la lingua.
  • Altri tipi di campione sono sangue e capelli. Per i neonati, i campioni possono includere il cordone ombelicale o il meconio.

La preparazione

Prima dell'esecuzione del test è necessario riferire tutte le informazioni riguardo qualsiasi farmaco assunto, inclusi i farmaci a base di cannabis.

Nel caso in cui sia necessario raccogliere un campione di saliva, non deve essere assunto nulla nei dieci minuti precedenti il prelievo del campione. Seguire tutte le informazioni fornite dal personale sanitario.

L'Esame

La cannabis, dalle cui infiorescenze essiccate di ottiene la marijuana, è una pianta appartenente alla specie Cannabis sativa dotata di effetti psicoattivi. La marijuana contiene molti composti chimici in grado di interagire con l'organismo, chiamati cannabinoidi di cui alcuni sono dotati di attività psicotropa, tra i quali il principale è il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC). L'organismo è in grado di metabolizzare il THC in alcuni metaboliti inattivi (ad es. THC-COOH detto 11-nor-carbossi-delta-9-tetraidrocannabinolo) che permangono all'interno dello stesso per un periodo di tempo maggiore rispetto alla molecola THC intatta. Per questo motivo la maggior parte dei test rileva la presenza di THC-COOH o di altri metaboliti eliminati con le urine. Altri test sono in grado di rilevare anche i composti attivi, come il THC, soprattutto nel caso in cui vengano utilizzati per i campioni di sangue o saliva. Altri cannabinoidi, compreso il cannabidiolo (CBD), sono meno frequentemente inclusi nel test per la marijuana.

Le foglie di marijuana possono essere fumate, preparate insieme a prodotti edibili o ingeriti come tintura. Il fumo o l'ingerimento della marijuana provocano l'aumento delle pulsazioni cardiache, la dilatazione delle pupille e la secchezza di bocca e gola. È responsabile di effetti a breve e lungo termine, inclusa la perdita della memoria a breve termine, l'alterazione del senso del tempo, la diminuzione della concentrazione, l'alterazione del tempo di reazione, la diminuzione della coordinazione, l'aumento del rischio di psicosi e ciclici episodi di nausea, mal di stomaco e vomito. L'uso della marijuana diminuisce la capacità di guidare e aumenta il rischio di incidenti, soprattutto nel caso in cui venga assunto anche alcol. La marijuana disponibile attualmente ha concentrazioni di THC maggiori rispetto a quelle che era possibile trovare in passato, con conseguente aumento del rischio di danni.

La marijuana è la sostanza illecita utilizzata più frequentemente, anche se il suo uso è attualmente consentito anche a scopo terapeutico.

Uso terapeutico della marijuana

L'uso medico della cannabis in Italia è stato introdotto a partire dal 2006, anno in cui è stata approvata la vendita di preparazioni magistrali (preparazioni effettuate dal farmacista sulla base di precise prescrizioni destinate a pazienti specifici) utilizzando Dronabinol (forma sintetica del THC) o le sostanze attive vegetali estratte dalla cannabis. Dal 2016, è stata avviata la produzione nazionale di cannabis per uso medico che però deve essere effettuata esclusivamente presso lo "Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM)" al quale tutte le farmacie devono fare riferimento per l'acquisto finalizzato alla preparazione delle preparazioni magistrali.

In Italia sono attualmente disponibili due sostanze di origine vegetale estratte dalla cannabis (presso lo SCFM) per uso medico e chiamate Cannabis FM1 (disponibile dal 2018) e Cannabis FM2 (disponibile dal 2016). La prescrizione di cannabis è concessa per il trattamento del dolore cronico, di quello associato a sclerosi multipla e lesioni midollari, nel trattamento di nausea e vomito secondari a chemioterapia, radioterapia o terapia antiretrovirale in pazienti HIV-positivi, come stimolante per pazienti oncologici o affetti da AIDS e disordini dell'alimentazione, nella riduzione dei movimenti involontari nella sindrome di Tourette.

Qualsiasi farmaco o sostanza contenente THC può essere rilevato tramite il test della marijuana. Nel caso in cui i derivati della cannabis vengano assunti a scopo medico, il test viene di solito richiesto dal clinico e i risultati vengono interpretati in un contesto clinico noto. Per un'efficace interpretazione dei risultati, è necessario che il clinico venga informato di qualunque altro farmaco assunto dal paziente, sia esso farmaco assunto con prescrizione medica, da banco o anche integratore.

Legge sulla produzione, commercializzazione e uso di canapa in Italia

In Italia la produzione e commercializzazione della cannabis "light" è disciplinata dalla legge n. 242 del 2016, entrata in vigore nel gennaio 2017. Secondo le disposizioni di legge, per cannabis "light" o legale, si intende una tipologia di cannabis caratterizzata da una concentrazione di THC inferiore allo 0,2%. Questa, diversamente dalla cannabis coltivata dallo SCFM a scopo terapeutico, può essere liberamente coltivata purché la concentrazione di THC contenuta in essa non superi comunque un valore pari allo 0,6%, oltre il quale l'autorità giudiziaria può disporre la distruzione e/o il sequestro della coltivazione. L'articolo 2 della legge disciplina anche l'utilizzo che può essere fatto della cannabis light, dalla quale è possibile ottenere:

  • Alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori
  • Semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico;
  • Materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia;
  • Materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati;
  • Coltivazioni dedicate alle attività didattiche e dimostrative nonché di ricerca da parte di istituti pubblici o privati;
  • Coltivazioni destinate al florovivaismo

Non è invece menzionato l'uso ricreativo tantomeno la possibilità di fumare la cannabis light. Inoltre, secondo il parere reso dal Consiglio Superiore di Sanità in data 10 Aprile 2018, la vendita di prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, seppur etichettate come "cannabis light", non dovrebbe essere permessa limitandosi alla produzione e vendita dei soli prodotti indicati nella legge 242/2016.

Test della marijuana

Il test per la rilevazione della marijuana su campione di urina può essere eseguito ambulatorialmente o presso un laboratorio clinico di riferimento. Il POCT disponibili sono in genere costituiti da piccole strisce da inserire all'interno del campione di urina, il cui risultato deve essere interpretato in base alla presenza/assenza di bande colorate.

I test di screening per la marijuana, se positivi, richiedono l'esecuzione di test di conferma per l'alta percentuale di risultati falsamente positivi possibili. I test di conferma sono più specifici dei test di screening e vengono di solito eseguiti utilizzando uno strumento chiamato spettrometro di massa accoppiato alla gas cromatografia (GS/MS) o alla cromatografia liquida (LC-MS/MS).

Inoltre spesso vengono eseguiti ulteriori test per verificare la presenza di adulteranti, ossia sostanze chimiche in grado di alterare il risultato del test o acqua e ammoniaca. Nel caso in cui sia sospettata un'adulterazione, il risultato del test verrà considerato come invalido e lo stesso dovrà essere ripetuto.

Il campione di urina potrebbe inoltre essere diluito. L'urina diluita potrebbe essere prodotta assumendo grandi quantità di acqua o di altri liquidi prima dell'esecuzione del test o potrebbe essere anche il frutto di alcune patologie/condizioni cliniche presenti. L'urina potrebbe però essere diluita aggiungendo acqua nel campione. Non sempre è possibile determinare come l'urina sia stata diluita. L'urina diluita non consente l'esecuzione del test in maniera affidabile; pertanto in questi casi il risultato viene dichiarato invalido e il test deve essere ripetuto.

Come e Perchè

Come viene raccolto il campione per l'esame?

Prima di raccogliere il campione di urina è importante lavarsi accuratamente le mani e pulire bene l’area genitale, al fine di evitare eventuali contaminazioni. Appena inizia la minzione il primo getto va eliminato, quindi si deve raccogliere la restante urina nel contenitore sterile fino al livello indicato.

Nel caso in cui l'analisi di laboratorio venga eseguita su un campione di sangue, questo viene prelevato da una vena del braccio. Per quanto riguarda il campione di capelli, viene tagliata una piccola quantità di capelli, di solito a partire dal cuoio capelluto. Se la persona che si sottopone al test è calva, è possibile raccogliere i peli da altre aree del corpo.

Solitamente l’esecuzione del test non risulta dolorosa; tuttavia il prelievo ematico può causare un lieve fastidio legato alla puntura. La raccolta dei campioni può richiedere qualche minuto.

Domande Frequenti

Oltre alla saliva e all'urina, quali altri tipi di campione potrebbero essere richiesti per il test della marijuana?

Alcuni laboratori offrono la possibilità di effettuare il test su campioni di sangue o capelli.

  • Il campione di sangue viene prelevato tramite l'inserimento di un ago in una vena del braccio.
  • Il capello viene di solito raccolto dalla testa, anche se potrebbero essere usate altre aree coperte da peluria
     

I neonati potrebbero essere sottoposti al test nel caso in cui esista il sospetto di assunzione di marijuana da parte della madre durante l'ultimo trimestre di gravidanza. In questi casi il test potrebbe essere eseguito su un campione di meconio, la prima produzione intestinale espulsa dopo la nascita e in genere raccolta per le analisi dal personale sanitario. Altrimenti è possibile prelevare un campione di tessuto cordonale subito dopo la nascita.

Immagini Correlate

La cannabis, spesso chiamata marijuana, è una pianta appartenente alla specie Cannabis sativa dotata di proprietà psicoattive. Fonte immagine: Dreamstime commonstockphoto
Il campione di urina usato per il test della marijuana viene raccolto in un contenitore pulito e sterile.
Un risultato positivo al test di screening richiede l'esecuzione del test di conferma, eseguito di solito con uno strumento chiamato Spettrometro di Massa.

Fonti

Fonti utilizzate nella revisione corrente

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