- Per monitorare la terapia con inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF), per determinare se la concentrazione dell'inibitore del TNF nel sangue è all’interno dell’intervallo terapeutico, se occorre aggiustare la dose somministrata o se è necessario considerare altre opzioni terapeutiche
- Per rilevare la presenza di anticorpi anti-inibitore del TNF che potrebbero compromettere l'efficacia della terapia
Inibitori del Fattore di Necrosi Tumorale (TNF) e Anticorpi anti-inibitori del TNF
In pazienti affetti da patologie autoimmuni che manifestano episodi parossistici o che non rispondono alla terapia con inibitori del TNF.
Un campione di sangue venoso prelevato da un braccio.
No, tuttavia è necessario prestare attenzione alla tempistica del prelievo e fornire indicazioni riguardo il momento in cui è stata assunta l’ultima dose del farmaco. Solitamente, il prelievo viene eseguito come concentrazione di 'valle' (prima della somministrazione successiva).
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test viene utilizzato nel monitoraggio della terapia con inibitori del TNF in pazienti non responsivi. In tal caso, è possibile eseguire uno o entrambi i seguenti test:
- Misura della concentrazione o dell'attività dell'inibitore del TNF; utilizzata per verificare che il dosaggio somministrato sia corretto, aggiustare la dose sulla base delle concentrazioni rilevate e/o determinare la necessità di cambiare approccio terapeutico
- Ricerca degli anticorpi diretti contro l'inibitore del TNF; per determinare la causa della mancata risposta al farmaco. Questo test può essere eseguito insieme al precedente o prescritto in seguito al riscontro di concentrazioni o attività basse dell'inibitore del TNF
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Quando viene prescritto?
Il test viene prescritto in pazienti affetti da patologie autoimmuni che manifestano episodi parossistici o che non rispondono in modo efficace alla terapia con inibitori del TNF. Generalmente, il test viene eseguito subito prima dell’assunzione della dose successiva del farmaco, quando questo si trova nel sangue alla concentrazione minima (livello di valle).
In seguito ad un eventuale aggiustamento del dosaggio, il test deve essere ripetuto per stabilire l'efficacia terapeutica della nuova dose somministrata.
Il test può essere prescritto in pazienti che all'inizio della terapia non rispondono efficacemente, che sviluppano effetti collaterali in seguito alla somministrazione del farmaco o che sono caratterizzati da una mancata risposta primaria (ovvero la somministrazione del farmaco non provoca alcuna risposta clinica).
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Cosa significa il risultato del test?
La seguente tabella riassume il significato dei possibili risultati dei test:
Concentrazione o attività dell'inibitore del TNF Anticorpi anti-inibitore del TNF Possibile interpretazione Non rilevabile o bassa Non rilevabili Il farmaco è presente nel sangue in concentrazioni non sufficienti. Il clinico può apportare variazioni nel dosaggio (aumentando la quantità di farmaco) o nello schema terapeutico (avvicinando nel tempo le somministrazioni).
Non rilevabile o bassa Rilevabili Il paziente ha sviluppato anticorpi diretti contro l'inibitore del TNF, in grado di compromettere l'efficacia della terapia. Il clinico può decidere di somministrare un diverso inibitore del TNF o una diversa terapia o, in alcuni casi, di aumentare il dosaggio del farmaco. Moderata o alta Non rilevabili La concentrazione del farmaco nel sangue è sufficiente, ma il paziente non risponde alla terapia. Il clinico può optare per un diverso approccio terapeutico. Moderata o alta Rilevabili Il paziente ha sviluppato anticorpi diretti contro l'inibitore del TNF, in grado di compromettere l'efficacia della terapia. Il clinico può decidere di somministrare un diverso inibitore del TNF o una diversa terapia. Nota: non esiste una linea di consenso in merito ai valori standard riferiti alla concentrazione e all'attività degli inibitori del TNF. Tuttavia, la linea guida del 2017 dell'American Gastroenterological Association suggerisce i livelli di valle per le terapie con inibitori del TNF. Ad esempio, raccomanda di mantenere una concentrazione di valle dell'infliximab superiore a 5 µg/mL.
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C’è altro da sapere?
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È possibile eseguire il test ambulatorialmente?
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Quanto tempo è necessario per eseguire il test?
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I due test vengono sempre prescritti insieme?
Non necessariamente. Solitamente, i laboratori eseguono questi test in maniera automatica, con una modalità cosiddetta “riflessa”, ossia che prevede la ricerca degli anticorpi anti-inibitore del TNF qualora la concentrazione e l'attività dell'inibitore del TNF risulti bassa. I due test vengono eseguiti sullo stesso campione inviato al laboratorio per effettuare il primo test richiesto.
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Gli anticorpi anti-inibitori del TNF sono destinati a scomparire?
Solitamente, gli autoanticorpi permangono in circolo fintanto che persiste l'assunzione della terapia con inibitori del TNF. La concentrazione degli autoanticorpi può diminuire nell'intervallo tra due dosi o diventare non rilevabile in seguito ad uno switch terapeutico; al contrario, i livelli tornano dosabili se si assume un'altra dose e/o si inizia nuovamente la terapia.
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La terapia con inibitori del TNF permette di curare le malattie autoimmuni?
No, l'obiettivo della terapia è attenuare i sintomi, favorire il processo di guarigione dei tessuti danneggiati ed incentivare la remissione della malattia autoimmune. Tuttavia, non è in grado di far scomparire totalmente la patologia. In alcuni casi, lesioni tessutali progressive come cicatrici ed erosione delle articolazioni, potrebbero non andare incontro a guarigione.
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Occorre comunicare al medico l'assunzione della terapia con inibitori del TNF?
Sì, è importante comunicare al medico tali informazioni, poiché potrebbero influire sulla scelta terapeutica. Ad esempio, non è raccomandata la somministrazione di vaccini vivi attenuati in pazienti in terapia con inibitori del TNF o in neonati la cui madre era in terapia con tali farmaci durante la gravidanza. Inoltre, la terapia è in grado di indebolire il sistema immunitario, aumentando il rischio di sviluppare infezioni, quali COVID-19 e tubercolosi.
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I pazienti che sviluppano anticorpi diretti contro un tipo di inibitore del TNF svilupperanno anticorpi anche contro un diverso inibitore, nel caso di uno switch terapeutico?