Come supporto per la diagnosi dell’infezione causata dal virus West Nile (WNV); per definire la causa di meningiti o encefaliti virali o di malattie febbrili che possono manifestarsi nella stagione estiva; per determinare la presenza di WNV e arginare la diffusione alla comunità; come screening per i donatori di sangue, tessuti o organi; per la diagnosi differenziale tra infezioni da WNV e da altri virus appartenente alla famiglia dei Flavivirus, quali virus Zika, della febbre gialla e Dengue.
Virus West Nile
In presenza di sintomi che suggeriscano un'infezione da WNV come mal di testa, febbre, rigidità nucale e debolezza muscolare comparse in seguito alla puntura di zanzare o in seguito alla diagnosi di encefalite o meningite contratta durante il periodo estivo.
Un campione di liquido cefalorachidiano prelevato mediante puntura lombare e/o un campione di sangue venoso prelevato dal braccio.
No, nessuna.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test del virus West Nile (WNV) viene utilizzato come supporto alla diagnosi d'infezione da WNV in pazienti con segni e sintomi e una storia di recente esposizione alla puntura di insetti o altri fattori di rischio per l'infezione. Il WNV viene trasmesso agli uomini principalmente tramite la puntura di una zanzara che abbia precedentemente punto uccelli infetti o altre persone infette. Il test eseguito in persone sintomatiche può contribuire a distinguere l'infezione da WNV da altre patologie caratterizzate da sintomi simili, come le meningiti batteriche, e può fornire informazioni utili nella scelta del trattamento.
Il test non viene usato per lo screening nei soggetti asintomatici, bensì viene utilizzato per lo screening dei donatori di sangue. Nel 2018, il WNV è stato rilevato in 48 donatori di sangue. Tuttavia, nell'80% dei casi l'infezione è asintomatica e non comporta problemi di salute. Per questo motivo, lo screening generale della popolazione asintomatica non è considerato utile.
Sono disponibili due tipologie di test per WNV:
Test anticorpale
La ricerca degli anticorpi anti-WNV consente di diagnosticare un’infezione attiva o recente. Esistono due classi di anticorpi anti-WNV prodotti in risposta all’infezione: IgM e IgG.
- Le IgM sono i primi anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta all’infezione da WNV. Sono rilevabili, nella maggior parte degli individui, entro una o due settimane dall’esposizione. La concentrazione di anticorpi (titolo) aumenta per un breve periodo per poi diminuire. Solitamente, dopo alcuni mesi, le IgM scendono sotto il limite di rilevabilità.
La ricerca delle IgM sono il primo test effettuato su sangue o su liquor di pazienti sintomatici. Questo esame può risultare positivo sia a seguito di infezione da WNV che di altri arbovirus come il virus dell’encefalite di St. Louis e quello dell’encefalite giapponese. Per questa ragione, la maggior parte dei test positivi alle IgM deve essere confermata da un altro metodo prima di stabilire una diagnosi e mandarne la segnalazione agli organi di sorveglianza sanitaria - Il test per la ricerca delle IgG può essere utilizzato, insieme alla ricerca delle IgM, per rilevare un’esposizione recente o pregressa a WNV. Il test delle IgG può essere prescritto con le IgM oppure, dopo la misura iniziale, può essere nuovamente eseguito dopo 2-4 settimane per rilevare un aumento o una diminuzione del titolo (importante ai fini diagnostici).
Il test d'elezione per la diagnosi di WNV tramite test sierologico consiste nel saggio immunometrico ELISA (enzyme linked immunosorbent assay). Tale test conferma la presenza di infezione da WNV in pazienti sintomatici con fattori di rischio, quali la possibile esposizione nella stagione di attività delle zanzare. Esiste la possibilità che questo esame risulti positivo (cross-reazione) anche in presenza di infezioni da altri flavovirus. In questo caso, è necessario eseguire un test di conferma chiamato PRNT (Plaque Reduction Neutralization Test) che rileva la presenza di anticorpi che inattivano il WNV, al fine di confermare la presenza del virus West Nile ed escludere la presenza di altri agenti virali.
Test di amplificazione degli acidi nucleici (NAAT)
La tecnologia NAAT consente l'amplificazione e la misura del materiale genetico del virus. Questo esame consente di rilevare un’infezione attiva prima che gli anticorpi siano rilevabili nel siero. Sebbene il test sia in grado di rilevare in modo specifico la presenza di WNV, questo deve essere presente in una certa quantità minima (numero di copie) per poter essere rilevato.
Poiché l’uomo è il secondo ospite del WNV (gli uccelli sono gli ospiti primari), le concentrazioni di virus nell’uomo sono di solito relativamente basse e non permangono a lungo.
Il test NAAT è molto utile per lo screening su sangue, tessuti o organi donati, con lo scopo di rilevare la presenza del virus ed evitare il contagio di altri individui. Inoltre, viene utilizzato per testare gli uccelli e le zanzare così da verificare la presenza e la diffusione del WNV nella comunità. È importante capire se il virus è presente in una certa area tra gli uccelli e dalle zanzare (sorveglianza veterinaria), così da monitorare l'eventuale diffusione all’uomo. Inoltre, può essere usato per testare il sangue o i tessuti di una persona deceduta (post mortem) per capire se WNV possa aver causato o contribuito al decesso.
- Le IgM sono i primi anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta all’infezione da WNV. Sono rilevabili, nella maggior parte degli individui, entro una o due settimane dall’esposizione. La concentrazione di anticorpi (titolo) aumenta per un breve periodo per poi diminuire. Solitamente, dopo alcuni mesi, le IgM scendono sotto il limite di rilevabilità.
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Quando viene prescritto?
Il test per la ricerca degli anticorpi prodotti in risposta all'infezione del virus West Nile (WNV) è prescritto principalmente in persone con segni e sintomi che suggeriscano un’infezione attiva da WNV, in modo particolare se abitanti o frequentanti zone nelle quali il virus è endemico. L’infezione può essere sospettata soprattutto se i sintomi si presentano durante l’estate. In Italia il primo caso umano è stato segnalato a giugno del 2018.
Alcuni segni e sintomi riconducibili a WNV includono:
- Mal di testa
- Febbre, brividi
- Nausea, vomito
- Dolore addominale
- Perdita di appetito
- Ingrossamento dei linfonodi
- Debolezza muscolare
- Eruzioni cutanee alla schiena o al petto
Segni e sintomi associati ad un'infezione da WNV più grave, che coinvolge il sistema nervoso centrale, includono:
- Febbre alta
- Debolezza muscolare estrema
- Rigidità nucale
- Disorientamento
- Tremori, convulsioni
- Fotofobia (sensibilità alla luce)
- Coma
- Paralisi (raramente)
Il test per la ricerca degli anticorpi può essere richiesto al momento della diagnosi iniziale e 2-4 settimane dopo la positivizzazione del test, nella fase detta di convalescenza. Un test inizialmente negativo per le IgM può essere ripetuto dopo qualche giorno nel caso in cui i sintomi persistano e siano state escluse altre patologie. Questo perché nella fase iniziale le IgM potrebbero essere presenti in quantità insufficiente per la rilevazione.
L’amplificazione degli acidi nucleici (NAAT) viene utilizzata in routine come screening su sangue, organi e tessuti prima della donazione o del trapianto.
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Cosa significa il risultato del test?
Test degli anticorpi
Se le IgM sono positive nel sangue o nel liquor e vengono confermate con un altro metodo, allora è probabile che il paziente abbia un’infezione attiva da WNV, o che l’abbia avuta in un passato recente. Se le IgM sono presenti nel liquor significa che l’infezione è presente nel sistema nervoso centrale.
Se nel primo campione (alla diagnosi) sono presenti sia le IgM che le IgG, allora è probabile che il paziente abbia contratto l’infezione WNV circa tre settimane prima del prelievo. Se le IgG sono positive e le IgM sono molto basse o non rilevabili, allora è probabile che la persona sia stata precedentemente esposta al WNV ma che l'infezione non sia più attiva. Se il titolo delle IgG nel sangue del paziente in fase di convalescenza continua ad aumentare, allora si tratta di un’infezione recente. Se gli anticorpi anti-WNV non variano o diminuiscono, significa che l’infezione è pregressa, non recente. Nel caso in cui il prelievo venga eseguito troppo precocemente, prima della produzione degli anticorpi, è possibile incorrere in risultati falsamente negativi.
La tabella seguente riassume i risultati che possono essere osservati con il test anticorpale:
Risultato IgM
Risultato IgG
Possibile interpretazione
Positivo
Negativo
Infezione attiva precoce
Positivo
Positivo
Infezione attiva
Basso o negativo o non testato
Aumentate di quattro volte in campioni raccolti dopo 2-4 settimane
Infezione recente
Basso o negativo
Positivo
Infezione pregressa
Negativo
Negativo
- Prelievo troppo precoce rispetto all’esposizione iniziale (per lo sviluppo degli anticorpi)
- Sintomi dovuti ad altre cause
La presenza degli anticorpi anti-WNV può indicare la presenza di un’infezione, ma non può essere utilizzata per predire la gravità dei sintomi o la prognosi.
A causa della possibilità di incorrere in risultati falsamente positivi, per la presenza di cross-reattività con anticorpi diretti contro altri virus appartenenti allo stesso gruppo, è necessario confermare ciascun risultato positivo utilizzando metodi alternativi ma dotati delle stesse caratteristiche in termini di sensibilità.
Test di amplificazione degli acidi nucleici (NAAT)
Se il test NAAT è positivo per WNV, significa che il virus è presente nel campione testato (sangue, sangue di un donatore, tessuti umani, di uccelli o di altri animali, pool di sangue raccolto dalle zanzare) e molto probabilmente anche nell’area geografica da cui proviene.
Un test NAAT può risultare negativo se il virus non è presente o se è presente in concentrazioni molto piccole (non rilevabili). Un risultato negativo non esclude completamente la presenza del WNV. Il NAAT rileva la presenza del WNV fintanto che lo stesso è in fase di attiva replicazione.
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C’è altro da sapere?
In alcune zone il virus è presente tutto l’anno, ma nella maggior parte delle aree del mondo è stagionale: i casi si manifestano in concomitanza della presenza delle zanzare. La quantità di virus presente nell'ambiente è proporzionale al numero di uccelli infetti e alla popolazione delle zanzare. La prevenzione consiste nel prevenire l’esposizione individuale e nel controllo veterinario e della popolazione di zanzare.
Le tecnologie NAAT e le colture virali sono usate in ambito di ricerca per identificare i ceppi virali che causano l’infezione e per studiare le loro caratteristiche. Questi test sono molto utili per studiare la diffusione del virus e le epidemie. Inoltre, sono stati isolati differenti sottotipi di WNV associati a diverse epidemie nel mondo.
Non sono previste particolari preparazioni prima dell'esecuzione del prelievo ematico. È opportuno informare il clinico circa l'eventuale assunzione di farmaci, prescritti o da banco, e circa la pregressa diagnosi di infezione da virus West Nile o da altri flavivirus, poiché potrebbero interferire con i risultati del test.
Inoltre, è opportuno comunicare la presenza di sintomi, in base ai quali è possibile variare il momento del prelievo.
In presenza di manifestazioni di tipo neuro invasivo, è possibile prelevare un campione di liquido cefalorachidiano (LCR) tramite una procedura chiamata rachicentesi o puntura lombare. Può essere richiesta l'interruzione di determinati farmaci prima dell'esecuzione del test.
Durante il prelievo ematico viene posizionato il laccio emostatico nella parte superiore del braccio, per favorire il reperimento della vena. Per prevenire eventuali infezioni, viene eseguita la disinfezione della zona del prelievo e successivamente inserito l'ago. Il prelievo può richiedere qualche minuto e causare un lieve fastidio legato alla puntura.
La puntura lombare (o rachicentesi) viene di solito eseguita mantenendo il paziente in posizione fetale incurvata, sdraiato su un fianco, ma talvolta può essere eseguita anche da seduti. É fondamentale che il paziente rimanga fermo durante questa procedura. Una volta assunta la posizione corretta, la schiena del paziente viene pulita con un antisettico e viene iniettato un anestetico locale sottopelle. Quando l’area di interesse è intorpidita, viene inserito uno speciale ago attraverso la pelle nello spazio tra due vertebre, raggiungendo il canale spinale lombare (parte inferiore della colonna vertebrale) e viene raccolta una piccola quantità di LCR in più provette. La puntura lombare solitamente richiede meno di mezz’ora e, per la maggior parte dei pazienti, risulta una procedura solo lievemente fastidiosa.
Al termine della raccolta del campione di sangue viene applicata una garza sterile sul sito della puntura ed esercitata una leggera pressione per prevenire eventuali emorragie e consentire una rapida guarigione. Non sono previste particolari restrizioni circa le attività che possono essere svolte dopo la raccolta del campione.
Al termine della rachicentesi l’ago viene rimosso e la zona viene tamponata applicando una pressione nell’area della puntura con una garza sterile. Infine, viene chiesto al paziente di rimanere fermo e sdraiato per un paio d’ore, così da prevenire la comparsa di mal di testa post-rachicentesi.
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Esiste un vaccino per il West Nile virus (WNV)?
Non al momento, sebbene siano in corso di studio. Poiché vaccini per gli altri flavivirus come la febbre gialla, sono disponibili, efficaci e sicuri da oltre settant’anni, i ricercatori sono ottimisti a riguardo. La recente vaccinazione ad altri flavivirus può determinare il riscontro di risultati falsamente positivi al test sierologico per WNV.
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Quali misure è bene adottare per proteggersi dall’infezione?
La prevenzione consiste perlopiù nella protezione dalle punture di zanzara. Le misure preventive consistono nell’utilizzo di repellenti per insetti, nel vestire con maniche e pantaloni lunghi per limitare l'esposizione alla puntura delle zanzare, nel rimanere in casa nelle ore in cui le zanzare sono maggiormente attive (all’alba e al tramonto) e nell'eliminare l’acqua stagnante che attrae le zanzare. Esistono piani nazionali di sorveglianza veterinaria per il monitoraggio della diffusione del virus.
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Le persone asintomatiche devono sottoporsi al test?
Non nella popolazione generale. Esistono protocolli di screening effettuati sui donatori di sangue e/o organi e tessuti. In questi casi il donatore, se a rischio, viene sottoposto al test anche se asintomatico.
Il test può essere anche eseguito su una madre asintomatica nel caso in cui il figlio neonato abbia contratto l'infezione, per capire se questa possa essere stata passata dalla madre al figlio tramite l'allattamento.



