Per la diagnosi, se necessario, di varicella o Herpes Zoster attiva, recente o pregressa; per verificare la presenza di immunizzazione al Virus della Varicella Zoster (VZV) o per verificare il rischio di riattivazione del VZV prima della somministrazione di farmaci immunosoppressivi.
Varicella e Herpes zoster
In presenza di sintomi insoliti e/o particolarmente gravi per i quali il clinico voglia distinguere tra un’infezione da VZV e un’altra causa; nel caso in cui sia necessario verificare l’immunizzazione al VZV; talvolta prima di un trapianto d’organo o nel caso in cui un bambino, una donna in gravidanza o una persona immunocompromessa sia stata esposta al virus della varicella.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio per la ricerca degli anticorpi anti-VZV; per rilevare il virus, un campione di fluido prelevato da una vescicola, dal sangue, dal liquido cefalorachidiano o altri fluidi corporei o campioni tissutali.
No, nessuna.
-
Come viene raccolto il campione per il test?
Il campione richiesto dipende dal tipo di analisi che viene richiesta e dallo stato di salute del paziente. La ricerca degli anticorpi anti-VZV richiede un campione di sangue venoso prelevato dal braccio. La ricerca del virus può essere fatta su molteplici campioni, inclusi i fluidi fuoriusciti dalle vescicole, il sangue, il liquido cefalorachidiano o altri campioni tissutali o di fluidi corporei.
-
Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
-
Quali informazioni è possibile ottenere?
I test per la rilevazione degli anticorpi o del Virus della Varicella Zoster (VZV) di solito non vengono utilizzati per la diagnosi di varicella o di herpes zoster poiché per questo è sufficiente la diagnosi clinica sulla base dei segni e sintomi del paziente. Attualmente in Italia molti adulti hanno contratto la varicella mentre solo alcuni bambini sono vaccinati (media nazionale della copertura vaccinale entro i 24 mesi di età = 30,73%, fonte Ministero della Salute). In alcuni casi viene richiesta l’esecuzione dei test per la rilevazione di anticorpi anti-VZV, come nelle donne in gravidanza, nei neonati, nelle persone indirizzate a trapianto d’organo e nelle persone affette da HIV/AIDS.
I test possono essere utilizzati per:
- Determinare se qualcuno è stato precedentemente esposto al VZV sia per un’infezione pregressa che per una vaccinazione e valutare l’immunizzazione alla malattia
- Distinguere tra un’infezione attiva o pregressa
- Eseguire una diagnosi differenziale tra un’infezione del virus VZV con sintomatologia insolita e altre patologie caratterizzate da sintomi analoghi
Esistono diversi metodi disponibili per l’esecuzione dei test VZV:
Test sierologici
L’esposizione al VZV determina la produzione di anticorpi IgG e IgM da parte del sistema immunitario:
- IgM – sono i primi anticorpi ad essere prodotti dall’organismo in risposta al VZV. Sono presenti nella maggior parte delle persone entro una o due settimane dall’esposizione, raggiungendo in breve tempo un picco per poi diminuire progressivamente. I livelli di IgM possono tornare ad essere tali da non essere rilevabili, se non in seguito ad una riattivazione del virus latente.
- IgG – questi anticorpi vengono prodotti alcune settimane dopo l’esposizione al VZV e forniscono una protezione a lungo termine. I livelli di IgG aumentano durante l’infezione attiva, quindi si stabilizzano dopo la risoluzione dell’infezione e durante la fase di latenza del virus.
Una volta che una persona è stata esposta al VZV, presenterà sempre quantità rilevabili di IgG nel circolo ematico. La misura di IgM e IgG anti-VZV può essere utilizzata per la conferma della presenza attiva o di un’infezione pregressa del virus della varcella.
Ricerca del virus
La ricerca del VZV viene effettuata nel circolo ematico, nei fluidi o nei campioni di tessuto e può essere fatta tramite esame colturale o ricerca del materiale genetico virale.
- VZV DNA – rileva il materiale genetico virale (VZV DNA) nei campioni del paziente; è un metodo molecolare sensibile in grado di identificare e quantificare il virus.
- Immunofluorescenza diretta (DFA) – questo test rileva la presenza del VZV nelle cellule prelevate dal paziente in corrispondenza delle sedi delle lesioni, tramite l’utilizzo di un microscopio e di anticorpi anti-VZV marcati. È un metodo veloce ma meno sensibile e specifico dell’esame colturale o della ricerca del materiale genetico virale.
- Esame colturale del VZV – è un esame non molto ripetibile e può causare risultati falsamente negativi.
La scelta del metodo da utilizzare dipende dal campione prelevato, dai sintomi e dalle richieste del clinico.
-
Quando viene prescritto?
La ricerca degli anticorpi anti-VZV può essere richiesta nel caso in cui il clinico voglia valutare lo stato dell’immunizzazione di un paziente, ad esempio di coloro che devono sottoporsi a trapianto d’organo o di donne in gravidanza, o per identificare la presenza di infezioni recenti. L’esame colturale e la ricerca del materiale genetico virale possono essere invece richiesti nel caso in cui vi sia il sospetto che un neonato o una persona immunocompromessa sia stata esposta al virus della varicella o nel caso in cui si voglia verificare la presenza di un’infezione primaria o una riattivazione in pazienti immunocompromessi o in bambini con sintomi insoliti e/o gravi.
-
Cosa significa il risultato del test?
L’interpretazione dei risultati dei test del VZV richiede molta attenzione e la valutazione dello stato clinico complessivo del paziente. Talvolta può essere difficile discriminare tra un’infezione latente e una attiva, per varie ragioni:
- Una persona sana infettata dal VZV continua ad avere il virus in forma latente, il quale può riattivarsi talvolta in forma subclinica o in maniera intermittente, tale da determinare la rilevazione del virus nel fluidi pur in assenza di sintomi
- Un neonato o una persona immunocompromessa potrebbero non avere una risposta immunitaria sufficiente contro il VZV; pertanto i livelli di IgG e IgM potrebbero essere bassi nonostante la presenza di un’infezione attiva
- Il virus potrebbe non essere presente in quantità sufficiente nel campione, tale da essere rilevato
Test sierologici
Se in una persona sintomatica sono presenti livelli elevati di IgG e di IgM anti-VZV, allora è verosimile una recente esposizione al virus in una persona affetta da varicella o la riattivazione del virus latente in una persona con herpes zoster.
La presenza delle sole IgM indica un’esposizione veramente recente. Un neonato con livelli elevati di IgM anti-VZV presenta varicella congenita. Una persona sintomatica ma con livelli non rilevabili di IgG e/o di IgM può avere una patologia diversa dall’infezione di VZV o potrebbe essere una persona immunocompromessa, e quindi non in grado di produrre livelli rilevabili di anticorpi specifici.
Ricerca del virus
La positività dell’esame colturale del VZV in una persona sintomatica indica la presenza di un’infezione attiva da VZV. Un risultato negativo in una persona sintomatica potrebbe invece indicare la presenza di un’altra patologia o di quantità di virus troppo piccole per essere rilevate.
Un risultato positivo all’esame molecolare del VZV (VZV-DNA) indica la presenza del virus e, se in quantità elevate, la presenza del materiale genetico virale indica un’infezione attiva. Bassi livelli di materiale genetico virale indicano invece la presenza di VZV ma non una condizione sintomatica. Un risultato negativo non è in grado invece di escludere l’infezione da VZV poiché il virus potrebbe essere presente in quantità troppo piccole per essere rilevato.
-
C’è altro da sapere?
Raramente il VZV può causare encefalite, una complicanza molto grave.
-
L’herpes zoster è molto contagiosa?
Sì, ma non quanto la varicella. Le vescicole delle persone infette contengono il virus ma le secrezioni dell’apparato respiratorio di solito no.
-
È possibile contrarre l’herpes zoster da persone con sintomi di infezione attiva?
No, questa non passa da persona a persona, ma può comparire solo dopo aver contratto la varicella. Una persona non vaccinata e mai stata esposta al VZV che viene esposta per la prima volta al virus tramite il contatto con una persona affetta da herpes zoster, può contrarre la varicella ma non l’herpes.
-
La varicella può lasciare cicatrici?
-
Il virus della varicella è ubiquitario nel mondo?