I test per la spondilite anchilosante possono essere utilizzati per stabilire la diagnosi, determinare la gravità della condizione e monitorare l'andamento della malattia e l'efficacia del trattamento.
Attualmente non è disponibile un singolo test che abbia valore diagnostico per la spondilite anchilosante; solitamente, l'approccio diagnostico consiste nel valutare l'anamnesi e l'esame fisico del paziente contestualmente ai risultati dei test di laboratorio e di diagnostica per immagini.
I sintomi tipici della spondilite anchilosante possono essere comunemente riscontrati in corso di ulteriori patologie; pertanto, è importante l'esecuzione di specifici test per escludere la presenza di altre condizioni cliniche responsabili della sintomatologia.
Poiché la spondilite anchilosante è una malattia cronica viene raccomandata l'esecuzione dei test ad intervalli regolari, al fine di rilevare l'insorgenza di complicanze o monitorare l'eventuale aggravamento della patologia nel tempo o in seguito al trattamento.
Chi dovrebbe sottoporsi al test?
Il test per la spondilite anchilosante dovrebbe essere eseguito in soggetti di età inferiore ai 45 anni che presentano dolore lombosacrale che perdura da più di 3 mesi. Inoltre, il test può essere richiesto in pazienti che presentano ulteriori sintomi associati, inclusi:
- Uveite, un'infiammazione oculare che si manifesta in circa il 40% delle persone affette da spondilite anchilosante
- Malattie infiammatorie intestinali
- Artrite a livello di anche, ginocchia, talloni, costole e spalle
- Psoriasi, una malattia infiammatoria cronica della cute che si manifesta con placche pruriginose e dolorose
- Gonfiore delle estremità
La diagnosi precoce della patologia consente di intervenire precocemente e prevenire/ritardare le complicanze associate.
I soggetti che hanno ricevuto diagnosi di spondilite anchilosante dovrebbero sottoporsi ai test ad intervalli regolari per monitorare l'andamento della malattia e l'efficacia del trattamento.