Per la diagnosi di anemia falciforme o della presenza di un tratto falciforme.
Test per la Ricerca di Eritrociti Falciformi
I test per la ricerca di eritrociti falciformi vengono eseguiti all’interno di alcuni protocolli di screening neonatale; altrimenti vengono effettuati nel caso sia necessario identificare un soggetto affetto da anemia falciforme (tratto falciforme) o portatore. Può essere richiesto anche in persone con segni e sintomi di anemia o dopo il riscontro di valori anomali al test dell'emocromo, che il clinico sospetti essere correlati all'anemia falciforme.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio o ottenuto tramite la puntura di un tallone o un dito (neonato).
No; tuttavia, nel caso in cui il test venga utilizzato per una diagnosi, il prelievo di sangue non deve avvenire dopo una recente trasfusione.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
I test per la ricerca di eritrociti falciformi vengono utilizzati per identificare la presenza dell’emoglobina S, per valutare lo stato e il numero dei globuli rossi di una persona così come la sua quantità di emoglobina, e per determinare se un soggetto possa avere uno o più copie di geni codificanti per l’emoglobina, alterati.
I test di screening consentono di identificare le persone affette da anemia falciforme o i portatori:
- Screening neonatale per le varianti emoglobiniche (tra cui l'HbS) - viene eseguito in alcune regioni d'Italia.
- Screening dei portatori - dovrebbe essere effettuato nei familiari di soggetti portatori o affetti da anemia falciforme. La definizione di stato di portatore consente anche di definire il rischio di trasmettere la malattia alla prole.
- Per la diagnosi - per la diagnosi di anemia falciforme in persone con sintomi di anemia o in seguito al riscontro di valori alterati all'emocromo.
Per ricercare o confermare la presenza dell’HbS, e diagnosticare l'anemia falciforme o lo stato di portatore, sono stati sviluppati un gran numero di test, elencati di seguito.
- Test di solubilità dell’HbS e test al metabisulfito di sodio (Test di falcizzazione) - Questo tipo di test permette di verificare la presenza dell’HbS aggiungendo ad un campione di sangue del paziente una sostanza chimica che riduce la quantità di ossigeno presente. La riduzione dell’ossigeno determina la formazione degli eritrociti falciformi. La quantità di eritrociti falciformi sarà maggiore nei soggetti affetti da anemia falciforme rispetto ai portatori di un singolo gene per l’HbS (tratto falciforme). Questo test tuttavia identifica la presenza dell’HbS ma non è in grado di discriminare tra tratto falciforme e anemia falciforme. Non dovrebbe essere effettuato nei neonati prima del compimento del sesto mese, vista la preponderanza dell’emoglobina F alla nascita. I neonati con tratto falciforme o con anemia falciforme infatti non producono una quantità sufficiente di HbS fino a qualche mese dopo la nascita. Perciò questo tipo di test potrebbe fornire un risultato falsamente negativo, nel caso in cui fosse effettuato troppo precocemente (se l’HbS è in quantità inferiore al 10%).
- Assetto emoglobinico - esistono molteplici test per valutare il tipo e la quantità relativa di svariate varianti emoglobiniche, con significato clinico rilevante o meno. Si tratta di test utili allo screening, diagnosi e/o monitoraggio. I metodi disponibili permettono generalmente di separare i diversi tipi di emoglobina presenti così da poterli identificare e quantificare. Tra questi metodi vi sono:
- Elettroforesi delle emoglobine
- Frazionamento dell’emoglobine tramite HPLC
- Isoelettrofocalizzazione
- Spettrometria di massa
- Elettroforesi capillare
Nelle persone affette da anemia falciforme, questi test consentono di misurare e monitorare la quantità relativa di HbS durante il corso di un trattamento, come ad esempio in seguito ad una trasfusione, per verificare che la quantità di HbS sia effettivamente ridotta. Il trattamento con il farmaco idrossiurea dovrebbe comportare la diminuzione dell'HbS e l'aumento dell'HbF (emoglobina fetale). Questi test consentono di monitorare la risposta alla terapia.
- Analisi del DNA - questo test viene utilizzato per ricercare le mutazioni presenti nel gene responsabile della produzione dell’emoglobina. Consente di determinare se un soggetto ha una o due copie (alleli) del gene mutato codificante per l’HbS o se ha due diverse mutazioni (ad esempio HbS e HbC). I test genetici vengono utilizzati sia per la definizione dello stato di portatore che per la diagnosi. Nelle donne in gravidanza, tra la 14° e la 16° settimana può essere testato il liquido amniotico o, più precocemente, può essere effettuata l'analisi dei villi coriali. In alcuni casi può anche essere proposta l'analisi del DNA fetale libero circolante (cffDNA). Nel caso in cui uno o entrambi i genitori siano risultati positivi per i test di screening per la ricerca di eritrociti falciformi, viene caldamente consigliata la consulenza genetica.
Altri test utili alla diagnosi e/o monitoraggio di persone affette da anemia falciforme o con tratto falciforme sono:
- Emocromo - l’emocromo è un’istantanea del numero di cellule nel flusso sanguigno. Tra le altre cose, l’emocromo permette di sapere quanti globuli rossi sono presenti e quanta emoglobina è contenuta in essi. Inoltre è possibile valutare la forma e le dimensioni degli eritrociti. Questo test viene normalmente utilizzato come supporto alla diagnosi di anemia.
- Striscio di sangue (chiamato anche Striscio di sangue periferico o Conta differenziale manuale) - tramite questo test un laboratorista esperto osserva al microscopio un sottile strato di sangue opportunamente colorato e posto su un vetrino. I globuli rossi vengono valutati nel numero e nella forma; vengono così ricercati quelli normali e quelli a forma di falce eventualmente presenti.
- Esami per la valutazione del metabolismo del ferro - questi test misurano sotto diversi aspetti la capacità dell’organismo di utilizzare e immagazzinare il ferro. Vengono normalmente richiesti per verificare la presenza di anemia sideropenica (da carenza di ferro) o una situazione da sovraccarico di ferro. Questo perché le persone con anemia falciforme possono avere un sovraccarico di ferro dovuto alle trasfusioni multiple.
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Quando viene prescritto?
I test per la ricerca di eritrociti falciformi vengono richiesti, in alcune regioni d'Italia, all’interno dei protocolli di screening neonatale.
Il test può essere effettuato anche su coloro che, non essendo rientrati in protocolli di screening neonatale, abbiano il sospetto di avere l’anemia falciforme o di essere soggetti portatori, in special modo in coloro che appartengono a gruppi ad alto rischio (sulla base della familiarità o dell'appartenenza a determinati gruppi etnici).
Per i soggetti portatori o a rischio, è utile sottoporsi ad una consulenza genetica nel caso in cui venga programmata una gravidanza, al fine di testare anche il partner e valutare il rischio di trasmettere la malattia alla prole.
Per effettuare la diagnosi in persone con sintomi e/o complicanze riconducibili all’anemia falciforme, possono essere effettuati uno o più test.
I sintomi e le complicanze possono essere:
- Dolore dovuto a crisi di falcizzazione - i sintomi più comuni dell’anemia falciforme riguardano episodi dolorosi che possono durare anche a lungo. I dolore coinvolge tutto il corpo e spesso è localizzato nelle ossa, le articolazioni, i polmoni e lo stomaco.
- Anemia - l’anemia falciforme è un’anemia emolitica; questo significa che gli eritrociti anomali falciformi si rompono (emolisi) più velocemente di quanto vengano prodotti i globuli rossi normali. Questi quindi non vengono sostituiti abbastanza velocemente con la conseguente riduzione del numero di globuli rossi e della loro capacità di trasportare l’ossigeno in tutto il corpo.
- Aumento del numero e della frequenza di infezioni, in special modo di polmonite, che è la causa più frequente di morte in bambini affetti da anemia falciforme.
- Tosse, dolore toracico e febbre; si sospetta che questi siano dovuti ad una seria complicanza dell’anemia falciforme detta “sindrome toracica acuta”.
Per maggiori dettagli si rimanda alla pagina "Anemia falciforme".
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Che cosa significa ilrisultato del test?
Diagnosi neonatale
I neonati portatori del gene per l’HbS, hanno affiancato alla predominante HbF una piccola porzione di HbS. Possono avere una piccola quantità di HbA e HbS in caso di tratto falciforme. Un risultato positivo al test di screening richiede una valutazione diagnostica completa per la formulazione della diagnosi.
Test di solubilità dell’HbS e test al metabisulfito di sodio (Test di falcizzazione)
Nelle persone affette da anemia falciforme e in quelle portatrici, sono visibili eritrociti falciformi.
Assetto emoglobinico
Gli adulti con tratto falciforme producono la maggior parte di HbA normale mentre quelli con anemia falciforme producono prevalentemente HbS senza HbA. Le persone eterozigoti per due differenti varianti emoglobiniche producono diverse quantità delle due varianti. Per esempio possono produrre sia HbS che HbC ma non HbA.
Nella tabella di seguito sono riportati alcuni esempi:
Risultato Patologia Geni Diminuzione moderata di HbA; presenza di HbS moderata (circa il 40%) Tratto di anemia falciforme Un gene mutato per HbS (eterozigote) Maggioranza di HbS; aumento di HbF (più del 10%); assenza di HbA Anemia falciforme Due copie del gene mutato per HbS (omozigote) Test genetici
Nel caso in cui in una persona siano rilevate due copie del gene codificante per l’HbS, allora viene formulata diagnosi di anemia falciforme. Se invece una persona ha una sola copia del gene per l’HbS e una copia del gene normale, allora viene definito un tratto falciforme. Se infine la persona ha una copia del gene per l’HbS e una per l’HbC o una mutazione beta-talassemica, allora questa persona presenta una sintomatologia analoga a quella presente nei soggetti affetti da anemia falciforme. Vedi la pagina varianti emoglobiniche per maggiori dettagli.
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C'è qualcos'altro da sapere?
I sintomi e le complicanze associate all’anemia falciforme variano fortemente da persona a persona, anche nella stessa famiglia.
In alcuni casi, una trasfusione di sangue recente, entro tre mesi dalla data del test, può causare un risultato falsamente negativo (ad esempio nel test di solubilità dell’HbS) dovuto alla presenza dei globuli rossi normali del donatore, i quali possono ridurre la percentuale di emoglobina S presente.
Le persone con tratto falciforme sono in genere in buona salute ma lo sforzo prolungato, come negli atleti, o la disidratazione o l’altitudine estrema, possono scatenare crisi di falcizzazione e quindi determinare la comparsa di alcuni sintomi tipici dell’anemia falciforme. I portatori infatti producono sia HbS che HbA ma quando sono sottoposti a stress eccessivi, la riduzione della quantità di ossigeno nel corpo, può comportare la falcizzazione dei globuli rossi contenenti HbS.
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Chi è a rischio per l'anemia falciforme?
Chiunque abbia ereditato il gene per l'HbS, anche se l'anemia falciforme è più frequente tra coloro che hanno origini africane, mediterranee, nell'America del centro e del sud, nei Caraibi, in India.
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Da cosa deriva questa distribuzione?
I globuli rossi falciformi forniscono ai soggetti portatori un vantaggio e una protezione nei confronti della malaria. La distribuzione mondiale dell'anemia falciforme perciò rispecchia la distribuzione delle aree in cui c'è una maggior incidenza di malaria. L’aumento del movimento di persone originarie di quelle aree del mondo ha determinato l’aumento della diffusione del gene codificante per l’emoglobina S. La diffusione del gene responsabile dell'anemia falciforme sta aumentando e si prevede che nel 2050 nasceranno più di 400.000 neonati affetti, in particolare in India e nell'Africa sud-sahariana.
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Perché talvolta viene richiesto il sequenziamento del DNA per la diagnosi?
Il clinico potrebbe richiedere il sequenziamento del DNA per verificare la presenza di emoglobine anomale. Non si tratta di un test eseguito routinariamente ma può rendersi necessario nel caso in cui venga sospettata la presenza di una variante emoglobinica rara. Il sequenziamento consiste nella lettura di tutto il frammento di DNA responsabile della produzione dell'emoglobina e consente quindi di rilevare tutte le mutazioni eventualmente presenti, anche quelle più rare e quindi di solito non ricercate tramite i test standard.





