Test di Resistenza Genotipica dell’HIV
Alla prima diagnosi di HIV e/o immediatamente prima dell’inizio della terapia anti-retrovirale o se i livelli di carica virale di HIV sono in aumento nonostante la terapia anti-retrovirale.
Un campione di sangue venoso prelevato da un braccio.
No, nessuna.
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Come viene raccolto il campione per il test?
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test di resistenza genotipica dell’HIV consente di pianificare la strategia terapeutica che verosimilmente potrà avere maggior successo in un determinato paziente. Il test analizza il materiale genetico virale alla ricerca delle mutazioni in grado di conferire al farmaco resistenza al virus dell’HIV, siano esse presenti nell’infezione primaria o conseguenza della terapia anti-retrovirale.
Lo scopo della terapia anti-retrovirale e quello di sopprimere la crescita del virus e quindi di diminuire la carica virale al fine di diminuire il rischio di progressione della malattia.
Il test eseguito alla diagnosi consente di verificare se il ceppo responsabile dell’infezione sia portatore della mutazione in grado di conferire resistenza ad una certa tipologia di farmaci e quindi fornisce indicazioni circa le strategie terapeutiche da adottare.
Il test può essere eseguito anche in caso di fallimento terapeutico, ossia nel caso in cui un paziente in trattamento manifesti un aumento o comunque una mancata diminuzione della carica virale. In questo caso, la rilevazione della farmaco resistenza determina la necessità di variare la strategia terapeutica.
Il test consente di rilevare la resistenza a diverse classi di farmaci, come:
- Inibitori delle proteasi
- Inibitori della trascrittasi inversa
- Inibitore dell’integrasi
Per evitare lo sviluppo di una farmaco resistenza, i pazienti vengono generalmente trattati con una combinazione di farmaci appartenenti a diverse classi. Questa strategia è nota come terapia anti-retrovirale altamente attiva o HAART.
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Quando viene prescritto?
Il test di resistenza genotipica dell’HIV può essere richiesto alla prima diagnosi e prima dell’inizio di una terapia anti-retrovirale.
Il test può essere richiesto anche nel caso in cui la carica virale (una misura di quanto HIV è presente nell’organismo) aumenti o non diminuisca nonostante la terapia (fallimento terapeutico). Generalmente un trattamento è considerato fallito se la carica virale aumenta più di tre volte in analisi consecutive. Nel caso in cui venga riscontrata una resistenza al farmaco, può essere scelto un nuovo trattamento.
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Cosa significa il risultato del test?
In generale, la rilevazione di specifiche mutazioni nel ceppo HIV analizzato, indica la probabile resistenza del virus a specifici farmaci. Tuttavia, i risultati del test di resistenza genotipica devono essere interpretati con cautela. Non tutte le mutazioni conferiscono farmaco resistenza.
Il risultato del test riporta le informazioni circa la mutazione eventualmente rilevata. Queste mutazioni vengono chiamate con una serie di numeri e lettere (ad esempio K103N) identificativi del tipo di mutazione e della sua posizione.
Il referto di laboratorio può anche riportare l’elenco dei farmaci ai quali il virus analizzato risulta essere resistente e/o sensibile. Queste informazioni consentono al clinico di pianificare il corretto regime terapeutico.
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C’è altro da sapere?
Il test di resistenza genotipica non è raccomandato se la carica virale è al di sotto di 500 copie/mL, in quanto la quantità di materiale genetico virale (HIV RNA) potrebbe essere insufficiente per rendere il test affidabile. I livelli ottimali di carica virale per la buona riuscita del test devono essere maggiori di 1000 copie/mL anche se il test può essere eseguito anche per livelli compresi tra 500 e 1000 copie/mL.
Il test di resistenza genotipica dell’HIV è un test di tipo qualitativo e rileva le mutazioni associate a farmacoresistenza. Non consente però di ottenere il livello di resistenza al farmaco. Il test di resistenza fenotipica è un miglior indicatore del livello di resistenza al farmaco da parte dell’HIV (vedi Domande Frequenti).
Il test di resistenza genotipica non può individuare mutazioni sconosciute che però possono essere presenti in ceppi rari di HIV. Il test può non individuare un ceppo resistente di HIV se esso è presente in meno del 10-20% del totale presente nel sangue.
Il test non è raccomandato dopo la sospensione della terapia perché la percentuale di ceppo farmaco-resistente può diminuire considerevolmente in assenza del farmaco. L’assenza della“pressione selettiva”esercitata dal farmaco può comportare la diminuzione della quantità di ceppo resistente al di sotto dei limiti di rilevabilità. Per questo motivo, anche nel caso in cui il test venga eseguito in seguito a fallimento terapeutico, questo dovrebbe essere eseguito in corso di terapia o comunque entro un periodo non superiore alle quattro settimane dalla sospensione della terapia.
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Quanto tempo è necessario per avere i risultati del test?
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Cos’è il test di resistenza fenotipica dell’HIV?
Il test di resistenza fenotipica dell’HIV usa un metodo differente ma, come il test di resistenza genotipica, rivela se il ceppo di HIV che ha causato l’infezione è resistente a farmaci anti-retrovirali specifici.In laboratorio un campione di virus viene cresciuto in coltura miscelato con diverse concentrazioni di uno o più farmaci. Se il virus è in grado di replicarsi in presenza del farmaco anti-retrovirale, rispetto ad un ceppo noto di virus (virus di riferimento), significa che si tratta di un ceppo resistente al farmaco. Questo tipo di test generalmente richiede più tempo del test di resistenza genotipica.

