Per rilevare un’overdose da salicilati, come supporto nel valutare la sua gravità e nel monitorare la sua risoluzione; talvolta per monitorare un’overdose in pazienti che assumono regolarmente salicilati
Salicilati
In presenza di sintomi quali nausea, iperventilazione, ronzio nelle orecchie (acufene), battito cardiaco irregolare (aritmia) o stato confusionale, che potrebbero derivare dall’assunzione di quantità eccessive di acido acetil-salicilico o di altri farmaci salicilati; nel caso in cui si sospetti l’ingestione di grandi quantità di salicilati da parte di un bambino o di una persona non cosciente; spesso come parte degli approfondimenti effettuati nell’ambito dei test di screening tossicologici in emergenza; ad intervalli regolari per il monitoraggio di un’overdose; talvolta ad intervalli regolari nel caso di pazienti che assumono regolarmente salicilati sotto prescrizione medica perché affetti da artrite reumatoide o da altre patologie autoimmuni
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio e/o talvolta un campione di urina raccolto in un contenitore sterile
No, ma il clinico può richiedere informazioni riguardo il momento e il dosaggio dell’ultima assunzione di salicilati. Per garantire la corretta interpretazione dei risultati, il campione di sangue viene solitamente prelevato almeno 4 ore dopo l'assunzione. Nel caso di pazienti che assumono regolarmente i salicilati, il prelievo viene eseguito di norma nel momento precedente l’assunzione della dose successiva di farmaco. Occorre informare il medico in merito all'assunzione di eventuali farmaci (sia prescritti che da banco)
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Quali informazioni si possono ottenere?
Questo test viene utilizzato per rilevare concentrazioni eccessive di salicilati nel sangue. Può essere utilizzato:
- Come supporto alla diagnosi di overdose (avvelenamento da salicilati). Il test può essere prescritto insieme a dei test di approfondimento effettuati nell’ambito dei test di screening tossicologici in emergenza, prescritti sulla base dei segni e sintomi del paziente
- Per monitorare i livelli di salicilati nel tempo nel caso in cui vengano rilevate nel sangue concentrazioni tossiche di salicilati. Devono essere prescritti una serie di test ad intervalli di tempo regolari, al fine di verificare l'aumento delle concentrazioni ematiche o l’eventuale raggiungimento del picco massimo seguito da una progressiva diminuzione. Queste informazioni vengono utilizzate nel monitoraggio dello stato complessivo di salute del paziente e per contribuire a stabilire il trattamento adeguato.
- Per monitorare un'overdose in pazienti che assumono aspirina sotto prescrizione medica, sia per determinare se il livello è all'interno di un intervallo terapeutico, che per verificare l’eventuale assunzione di dosi eccessive. Questo è particolarmente utile in quei pazienti che, per qualche motivo, abbiano variato il proprio stato di salute o protocollo terapeutico, assumendo per esempio altri farmaci
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Quando viene prescritto?
Il test dei salicilati può essere richiesto nel caso in cui si sospetti l'ingestione di grandi quantità di aspirina o di altri farmaci contenenti salicilati. Solitamente, il test viene effettuato su un campione di sangue prelevato dopo almeno 4 ore dall’assunzione, se nota. I test effettuati prima di questo intervallo forniscono risultati difficili da interpretare.
Il test viene prescritto in presenza di sintomi associati ad un'overdose acuta o cronica di salicilati. Generalmente, in caso di tossicità acuta, i sintomi compaiono 3-8 ore dopo l’assunzione ed includono:
- Nausea e vomito
- Iperventilazione; meno comune nei bambini
- Ronzio nelle orecchie (acufene)
- Sudorazione
- Brividi
- Stato confusionale
Altri sintomi che possono comparire sono:
- Cefalea
- Agitazione
- Convulsioni
- Allucinazioni
- Tachicardia
- Letargia
- Coma
- Sordità
- Ipertermia, in particolare nei bambini piccoli con gravi effetti tossici
- Difficoltà respiratorie dovute all’accumulo di liquidi nei polmoni (edema polmonare)
- Sanguinamento (raro)
Il test può essere effettuato anche nel caso in cui vi sia il sospetto che il paziente abbia assunto consapevolmente dosi eccessive di salicilati, come tentativo di suicidio.
Nel caso in cui venga rilevata una tossicità acuta da salicilati, il clinico può richiedere che il monitoraggio venga effettuato ogni 2-3 ore per verificare la risoluzione dell’overdose, individuata come due risultati consecutivi in diminuzione rispetto al picco. Anche i segni clinici di avvelenamento/tossicità da salicilati devono essere monitorati frequentemente.Nel caso di pazienti che assumono cronicamente salicilati sotto prescrizione medica, il clinico può richiedere un monitoraggio ad intervalli regolari per verificare la presenza di un’eventuale tossicità che può insorgere anche in assenza di segni e sintomi caratteristici. Talvolta, i sintomi possono svilupparsi lentamente ed essere aspecifici (ovvero associati a molteplici altre patologie).
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Cosa significa il risultato del test?
Le concentrazioni terapeutiche dell’aspirina e degli altri salicilati dipendono dal motivo per il quale questi vengono assunti. Pertanto, i risultati del test devono essere interpretati sulla base dell’anamnesi e dei segni e dei sintomi presenti. Bassi livelli di salicilati nel sangue sono sufficienti per la diminuzione del dolore e del rischio di trombosi, ma in particolari condizioni, come per ridurre l’infiammazione in patologie reumatiche come l’artrite, potrebbero essere necessarie concentrazioni più elevate, tali da indurre anche alcuni effetti collaterali.
La gravità dei segni e sintomi, e il dosaggio al quale questi compaiono, è soggettiva. Talvolta, a concentrazioni solitamente considerate terapeutiche per le patologie infiammatorie, possono comparire effetti collaterali, che solitamente appaiono oltre 100-300 mg/L di salicilati nel sangue. Questo risulta particolarmente evidente in pazienti affetti da patologie epatiche o renali. In linea generale però la gravità degli effetti collaterali è direttamente proporzionale alla concentrazione dei salicilati presenti.
La tabella sottostante riassume alcuni risultati possibili. Questi valori si riferiscono tipicamente alle concentrazioni rilevate in campioni prelevati dopo 4 ore dall’assunzione del farmaco.
Concentrazione di Salicilati in mg/dL
Concentrazione di Salicilati in mg/L
Interpretazione dei risultati
2-10
20-100
Intervallo terapeutico per la cura del dolore (analgesia)
10-30
100-300
Concentrazioni anti-infiammatorie; potrebbero comparire alcuni sintomi di tossicità come cefalea, acufene o vertigini
Maggiore di 30
Maggiore di 300
Tossico
Nota: alcuni laboratori riportano il risultato in milligrammi per decilitro (mg/dL) mentre altri in microgrammi per millilitro (mg/L). Questi valori si differenziano per un fattore 10.
L’aumento dei livelli di salicilati nel sangue (senza l’assunzione di ulteriore farmaco) indica che il picco massimo di concentrazione non è ancora stato raggiunto. Nei soggetti sani, la concentrazione di salicilati nel sangue raggiunge il picco nel giro di due ore. Tuttavia, in caso di ingestione di grandi quantità di pillole o compresse, possono formarsi masse dure e solide (concrezioni o bezoari) che ritardano il raggiungimento del picco di sei ore o più. Il raggiungimento del picco può essere ritardato tramite l’assunzione di preparazioni dotate di rivestimento enterico o a rilascio prolungato.
La diminuzione invece indica che l’eccesso di farmaco è in corso di eliminazione dall’organismo e che l’overdose sta procedendo verso la risoluzione. La risoluzione è confermata dalla presenza di due risultati consecutivi in diminuzione rispetto al picco.
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C’è altro da sapere?
È importante verificare se i farmaci assunti abitualmente, sia con che senza prescrizione medica, contengono salicilati. Non devono essere assunti contemporaneamente più farmaci contenenti salicilati.
L’aspirina non deve essere assunta per un tempo prolungato senza le indicazioni del medico curante e non deve MAI essere somministrata a bambini o adolescenti a meno di precise indicazioni fornite dal clinico. L’aspirina non deve essere assunta insieme a bevande alcoliche, che possono aumentare il rischio di sanguinamento dello stomaco. Nel caso in cui si sospetti un’overdose da aspirina, è necessario rivolgersi immediatamente al medico curante della persona interessata.
I salicilati, inclusa l’aspirina, fanno parte di un gruppo di farmaci detti FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei). Soggetti con asma e polipi nasali possono risultare ipersensibili ai salicilati e ad altri FANS. Inoltre, l'uso di FANS non è raccomandato in pazienti affetti da patologie epatiche o renali, disturbi emorragici, che assumono altri farmaci contenenti salicilati e nelle donne in corso di gravidanza o allattamento.
Talvolta l’avvelenamento da salicilati può comportare rabdomiolisi, ossia la rottura del tessuto muscolare.
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Coloro che assumono aspirina con regolarità dovrebbero sottoporsi al test dei salicilati?
L’assunzione occasionale del farmaco in maniera moderata sotto la supervisione del medico curante, o comunque di una sola compressa al giorno, non dovrebbe richiedere alcun monitoraggio. La maggior parte delle persone non necessitano di questo test, a meno che non ingeriscano in maniera accidentale una grande quantità di salicilati e/o non sviluppino effetti collaterali.
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L’assunzione di aspirina a dosaggi normali può comportare problemi?
L’assunzione occasionale di aspirina alle dosi raccomandate in genere non comporta la comparsa di effetti collaterali. Talvolta le complicanze, come un eccessivo sanguinamento, possono comparire in soggetti che assumono in maniera cronica l’aspirina, come i pazienti affetti da artrite reumatoide. L’assunzione regolare di aspirina dovrebbe essere effettuata sempre sotto la supervisione medica. L’assunzione di aspirina a basse dosi (aspirinetta) per la prevenzione dell’infarto cardiaco è generalmente sicura, ma richiede comunque la supervisione medica.
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Coloro che assumono aspirina a basso dosaggio per prevenire infarti cardiaci dovrebbero essere monitorati?
No, in genere non è necessario dato il basso rischio di effetti tossici. Tuttavia, l’efficacia terapeutica del farmaco nel ridurre il rischio di infarto cardiaco può essere determinata tramite la valutazione della funzionalità piastrinica. L’aspirina diminuisce il rischio di trombosi e di infarto cardiaco tramite l’inibizione dell’attivazione e/o aggregazione piastrinica. Pertanto, il monitoraggio della terapia anti-piastrinica (inclusa quella con aspirina) spesso si avvale dei test di funzionalità piastrinica. Per maggiori informazioni a riguardo, consultare il test sulle Piastrine.
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Perché l’aspirina non deve essere somministrata ai bambini?
È stata rilevata un’associazione tra l’uso di aspirina per il trattamento di sintomi parainfluenzali, come quelli causati dalla varicella, e lo sviluppo della sindrome Reye, una malattia caratterizzata da danneggiamento acuto dell’encefalo e disfunzione epatica potenzialmente letali. Pertanto, l’aspirina non dovrebbe mai essere somministrata ai bambini a meno di una stretta indicazione. Il National Reye's Syndrome Foundation, l'U.S. Surgeon General, the Food and Drug Administration, il Centers for Disease Control and Prevention e l'American Academy of Pediatrics raccomandano di non somministrare aspirina o altri prodotti contenenti aspirina per il trattamento di sintomi parainfluenzali in bambina o adolescenti fino all'età di 19 anni.
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Come viene trattata un’overdose da salicilati?
L’avvelenamento da salicilati richiede l’immediato intervento del pronto soccorso. Non esistono antidoti per questi farmaci, pertanto la terapia consiste nel cercare di aumentare l’eliminazione del farmaco dall’organismo e nel diminuirne l’assorbimento. Il tipo e l’estensione del trattamento dipende dalla gravità degli effetti tossici.
- Nel caso in cui vi sia il sospetto che il farmaco si trovi ancora nello stomaco, al paziente può essere somministrato del carbone attivo (anche più dosi) in grado di assorbire i farmaci residui e impedire il loro assorbimento da parte dell’organismo
- Può essere somministrato bicarbonato per correggere lo squilibrio acido-base e degli elettroliti. La soluzione contenente bicarbonato può essere somministrata per via endovenosa al fine di aumentare il pH urinario e promuovere l’eliminazione del farmaco con l'urina
- Il trattamento dei sintomi può avvalersi anche di altri farmaci
- Nel caso di avvelenamento/tossicità cronico, il farmaco può essere rimosso dal circolo ematico tramite dialisi.
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Quali altri test possono essere prescritti in corso di overdose o emergenza?
In una situazione di emergenza, il test dei salicilati può essere richiesto insieme ad altri test, quali:
- Emogasanalisi ed elettroliti per valutare l’ossigenazione e l'equilibrio acido-base
- Urea e creatinina per la valutazione della funzionalità renale
- Analisi dell'urina per la valutazione del pH
- Glucosio per rilevare l’eventuale presenza di ipoglicemia
- Pannello epatico per valutare la funzionalità epatica (AST, ALT)
- Test coagulativi (PT, aPTT e conta piastrinica)
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In cosa consiste il test di Trinder?
Revisore: Dott.ssa Silvia Mengozzi; Laboratorio di Farmaco-Tossicologia AUSL Romagna