Per la rilevazione dell'eccessiva esposizione al piombo, specialmente nei bambini
Piombemia
In accordo con le raccomandazioni locali o nazionali per lo screening della piombemia, o secondo le disposizioni del medico, tra i 9 mesi e i 2 anni d’età; nei bambini a rischio di esposizione, tra i 18 mesi e i 6 anni d’età, possono essere eseguiti ulteriori test; nei soggetti esposti al piombo per motivi professionali o nei suoi familiari; in presenza di segni e sintomi riconducibili all’intossicazione da piombo
Un campione di sangue prelevato da una vena del braccio oppure mediante una puntura del dito o del tallone (neonati). Se gli esiti del test effettuato su un campione ottenuto tramite puntura del dito o del tallone risultano anomali, è possibile eseguire un secondo test su sangue venoso per conferma
No, nessuna
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Quali informazioni è possibile ottenere?
L’esame del piombo viene utilizzato per valutare la concentrazione della piombemia al momento del prelievo. La piombemia viene utilizzata per lo screening dell’esposizione al piombo, per monitorare l'efficacia del trattamento ed il decorso dell'avvelenamento nel tempo.
I valori di riferimento dei metalli pesanti vengono ottenuti grazie a studi di monitoraggio dei loro livelli nella popolazione generale. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l'American Academy of Pediatrics (AAP) ed altri organi di competenza forniscono raccomandazioni riguardanti i livelli di sicurezza dei metalli pesanti nei bambini.
I livelli di piombo vengono misurati periodicamente nei soggetti esposti per motivi professionali. La misura della piombemia consente di valutare l’esposizione cronica e l’esposizione acuta recente al piombo. Talvolta, può essere richiesto anche l’esame della zincoprotoporfirina (ZPP). I livelli di ZPP risultano aumentati in caso di compromissione da parte del piombo della produzione di globuli rossi. Il test ZPP non è sufficientemente sensibile da poter essere utilizzato nello screening dell’esposizione cronica al piombo nei bambini, ma permette di valutare il livello medio di esposizione al piombo negli adulti nelle ultime settimane. Inoltre, la misura della ZPP può essere richiesta in pazienti con livelli di piombemia nella norma ma che presentano sintomi riconducibili all'avvelenamento da piombo.
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Quando viene prescritto?
Nei bambini
Le raccomandazioni per gli esami del sangue di routine per l'esposizione al piombo sono variabili. In linea generale, l'esame deve essere effettuato tra i 9 mesi e 1 anno nei bambini a rischio di esposizione (quelli che vivono in case costruite prima del 1980) e deve essere ripetuto a 24 mesi. Il test dovrebbe essere eseguito anche sui figli dei soggetti per cui si sospetta l'esposizione al piombo.
Gestione dei bambini con piombemia elevata
Il campione di sangue richiesto per l'esecuzione dell'esame può essere prelevato da una vena del braccio oppure mediante una puntura del dito o del tallone (neonati). L'eventuale presenza di risultati anomali nei test effettuati su campioni di sangue capillare può essere seguita da un secondo test di conferma su sangue venoso. Nei bambini con i livelli di piombo nel sangue > 50 µ/L viene raccomandato il monitoraggio delle concentrazioni ad intervalli regolari.
Negli adulti
I soggetti esposti cronicamente al piombo per motivi professionali sono di solito sottoposti a monitoraggio periodico, operato dalla medicina del lavoro, come previsto dal Decreto Legislativo 81/08 (cosiddetto "Testo Unico sulla Salute e Sicurezza del Lavoro"). Il monitoraggio dovrebbe essere effettuato anche alle loro famiglie ed ai soggetti esposti, in seguito ad attività ricreative abituali, a prodotti contenenti piombo (come le vernici usate per la colorazione del vetro); così anche ad alcune categorie di persone, come le donne in gravidanza o in allattamento.
Per la diagnosi
Sia nei bambini che negli adulti la piombemia dovrebbe essere misurata in presenza di segni e sintomi riconducibili ad una potenziale intossicazione da piombo. Questi sintomi sono aspecifici e possono includere:
- Affaticamento
- Cambiamenti comportamentali
- Nausea, disturbi di stomaco prolungati
- Mal di testa
- Tremori
- Perdita di peso
- Neuropatie periferiche
- Anemia
- Encefalopatie, perdita di memoria, convulsioni e coma
Anche in bambini asintomatici o con sintomi lievi possono tuttavia essere presenti danni a diversi organi derivanti da un'esposizione eccessiva. La piombemia dovrebbe essere prescritta in bambini che presentano ritardo della crescita, anemia, disturbi del sonno, perdita dell’udito o della parola, disturbi del linguaggio o deficit dell'attenzione.
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Cosa significa il risultato del test?
La concentrazione del piombo viene solitamente misurata nel sangue. Tuttavia, la piombemia non correla necessariamente con la quantità del metallo nell’organismo. Infatti il piombo migra dal sangue verso gli organi e, nel tempo, viene incorporato nelle ossa e nei denti. Il rischio associato all'esposizione al piombo dipende dall'età e dallo stato di salute generale della persona, oltre che dalla quantità e dal protrarsi dell'esposizione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per i bambini non è possibile identificare alcun limite al di sotto del quale non si osservino effetti sul quoziente intellettivo (QI). I bambini con livelli di piombo nel sangue > 50 µ/L dovrebbero essere sottoposti al monitoraggio e alla valutazione della carenza di ferro e dello stato nutrizionale generale.
Adulti con sintomi di avvelenamento e piombemia > 700 µ/L e bambini con encefalopatia o piombemia > 450 µ/L dovrebbero essere trattati per chelazione, un trattamento utilizzato per legare stabilmente il piombo formando un “complesso” che è successivamente eliminato con l'urina. Terapie per chelazione comprendono l'utilizzo di farmaci chelanti e di CaNa2EDTA (acido etilendiamminotetraacetico).
I bambini con piombemia > 700 μ/L e tutti i pazienti con sintomi neurologici devono essere ricoverati.
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C’è altro da sapere?
Il piombo interferisce con l’assorbimento del ferro, pertanto i bambini con elevate concentrazioni di piombemia nel sangue dovrebbero sottoporsi ad esami per rilevare la carenza di ferro. Pazienti con alterazioni della funzionalità renale risultano più suscettibili all'esposizione al piombo, poiché in grado di eliminare meno efficacemente il metallo dall'organismo.
L'esposizione alle stesse quantità di piombo non causa necessariamente gli stessi effetti in persone diverse; ciascuno infatti assorbe ed elimina i metalli con ritmi diversi.
Successivamente alla legislazione che ha vietato l'utilizzo di piombo nei carburanti sono diminuite in modo significativo le emissioni di questo metallo nell'atmosfera e, conseguentemente, l'esposizione per inalazione della popolazione generale. Un simile effetto è stato anche osservato in seguito alla limitazione dell’uso del piombo nelle vernici e negli smalti precedentemente utilizzati in numerosi prodotti di consumo, inclusi i giocattoli.
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Quali altri prodotti contengono piombo, oltre le vernici e le ceramiche?
Alcuni prodotti contenenti piombo includono batterie delle macchine, saldatrici, tubature, vernici industriali, smalti ed altri prodotti importati da paesi extraeuropei in cui è ancora utilizzato il piombo nella produzione di bigiotteria, giocattoli, ceramiche e coloranti usati nell’industria cosmetica.
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Come avviene l'esposizione?
La maggior parte del piombo è presente nell'ambiente sotto forma di composto inorganico, il quale risulta innocuo se tenuto in mano poiché non penetra nell'organismo attraverso la pelle. Le principali fonti di esposizione includono inalazione o ingestione di molecole di piombo polverizzate. Altre fonti di avvelenamento da piombo includono ingestione di acqua o alimenti contaminati, contatto con vernici e smalti al piombo usati per pareti, mobili, giocattoli e prodotti di consumo, inalazione di piombo disperso nell'aria a seguito di emissione dei gas di scarico degli autoveicoli ed ingestione di polvere e particelle di particolato alle quali il piombo aderisce.
Tuttavia, l'approvazione di disposizioni di legge volte a ridurre la presenza di piombo, quali il decreto legislativo n. 31 del 2001 che regola la qualità dell'acqua potabile in Italia, la direttiva n. 84/500/EEC che regola a livello europeo la presenza di piombo nelle decorazioni per le ceramiche e nei giocattoli, l'obbligo di utilizzare benzina senza piombo in Europa a partire dal 1º gennaio 2002, ha ridotto significativamente l'esposizione al piombo e la piombemia nella popolazione.
Le donne in gravidanza esposte al rischio di avvelenamento da piombo possono trasmettere il metallo al feto in via di sviluppo tramite la placenta, che il piombo è in grado di attraversare. Inoltre, il piombo può essere trasmesso ai neonati attraverso il latte materno, pertanto, prima dell'allattamento, occorre controllare i livelli di piombo nel sangue.
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Quali professioni sono a rischio di esposizione al piombo?
Di seguito è riportato un elenco di lavori potenzialmente a rischio di esposizione al piombo:
- Fusione del piombo
- Lavoro edile
- Saldatura di acciaio
- Ricostruzione di ponti
- Lavorare in un poligono di tiro
- Ristrutturazione e rifiniture
- Lavoro in fonderia
- Riciclaggio di ferraglia
- Riparazione di automobili
- Riparazione di cavi
- Lavorazione di vetro colorato
- Lavorazione della ceramica
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Esiste un modo per proteggersi dall’esposizione al piombo?
Per gli individui che vivono in abitazioni costruite prima del 1978 occorre:
- Far controllare l'abitazione ed il terreno circostante da un professionista
- Utilizzare un filtro per aspirapolvere HEPA
- Rimuovere tempestivamente eventuali scaglie di vernici di piombo o particelle scrostate che potrebbero contenere piombo
Per i bambini:
- Lavare spesso le mani ed i giocattoli per ridurre il rischio di contaminazione da piombo
- Evitare l'esposizione di bambini e donne in gravidanza ad aree in ristrutturazione o riparazione
- Evitare di avvicinare alla bocca oggetti che possono essere contaminati dal piombo, quali chiavi, gioielli, sporcizia
- Assumere una dieta ricca di calcio, ferro e vitamina C
Revisore: Dr.ssa Silvia Mengozzi, Laboratorio di Farmaco-Tossicologia e Allergologia-Autoimmunità AUSL Romagna