Per determinare la concentrazione di levetiracetam nel sangue e per stabilire il dosaggio ottimale del farmaco; per verificarne l'eventuale tossicità e determinare l'aderenza alla terapia; per il monitoraggio in caso di variazioni dello stato di salute del paziente che potrebbero compromettere la clearance del farmaco o la funzionalità renale.
Levetiracetam
Nella fase iniziale per la definizione del corretto dosaggio; se necessario, per rilevare concentrazioni troppo basse e inefficaci o troppo alte e potenzialmente tossiche; in seguito ad una riduzione della funzionalità renale; talvolta, per verificare l'aderenza alla terapia.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio, in genere subito prima dell'assunzione della dose successiva di farmaco (livello di "valle").
No, nessuna. Tuttavia, è necessario prestare attenzione alla tempistica del prelievo
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Questo test viene utilizzato per misurare la concentrazione di levetiracetam nel sangue e determinare se rientra all'interno dell'intervallo terapeutico. Il test viene di solito richiesto nella fase iniziale, quando è necessario stabilire il corretto dosaggio su base individuale. Vista l'ampiezza dell'intervallo terapeutico, il clinico sceglie il dosaggio più appropriato cercando di rendere massimi i benefici e di limitare gli effetti collaterali associati. Il dosaggio viene pertanto stabilito sulla base dei risultati del test, ma anche della valutazione clinica dell'efficacia del farmaco.
Solitamente, il monitoraggio continuo del levetiracetam non è necessario. Tuttavia, esistono delle situazioni nelle quali è utile, se non necessario, stabilirne i valori ematici:
- Definizione dell'intervallo terapeutico personalizzato: dopo l'inizio del trattamento e l'evidenza di diminuzione dei sintomi (convulsioni) in assenza di effetti collaterali, può essere utile determinare la concentrazione ematica del farmaco. In questo modo viene definito l'intervallo terapeutico individuale (specifico per ciascuna persona), utile per eventuali future valutazioni in caso di alterazione dello stato di salute del paziente o di altri fattori
- Verificare se la ricomparsa dei sintomi (convulsioni o effetti collaterali) in un paziente possa essere dovuta a quantità insufficienti o tossiche del farmaco
- Verificare che il paziente stia assumendo regolarmente il farmaco
- Valutazione e variazione del dosaggio in alcune specifiche situazioni, quali:
- Malattie renali; il levetiracetam viene eliminato dall'organismo per via renale, pertanto qualsiasi fattore possa influenzare la funzionalità renale influenza anche i livelli di farmaco nel sangue
- Variazione o aggiunta di altri farmaci
- Età; le persone in cura con levetiracetam in genere assumono il farmaco per tutto il corso della loro vita, pertanto è necessario modificare il dosaggio del farmaco con l'avanzare dell'età
- Gravidanza; in gravidanza il metabolismo del farmaco e la sua clearance potrebbero essere temporaneamente modificati
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Quando viene prescritto?
Il test per la misura della concentrazione ematica di levetiracetam può essere richiesto occasionalmente nelle seguenti circostanze:
- All'inizio della terapia fino al raggiungimento del dosaggio ottimale
- Nel caso in cui si renda necessaria una variazione del dosaggio
- Nel caso in cui vengano assunti nuovi farmaci e si voglia verificare l'eventuale effetto sui livelli ematici di levetiracetam
- Nel caso in cui il paziente in cura non risponda alla terapia e manifesti crisi epilettiche ricorrenti
- Nel caso in cui il paziente manifesti complicanze o effetti collaterali relativi al farmaco; eventuali effetti collaterali possono verificarsi a qualsiasi concentrazioni del farmaco, ma solitamente sono associati alla presenza di livelli eccessivi. Gli effetti collaterali più frequenti includono:
- Adulti: sonnolenza, debolezza, astenia, depressione, vertigini
- Bambini: affaticamento, aggressività, congestione nasale, perdita di appetito, irritabilità
Il test può essere prescritto periodicamente in caso di diminuzione della funzionalità renale, in presenza di malattie renali o di disfunzioni epatiche significative.
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Cosa significa il risultato del test?
L'intervallo terapeutico del levetiracetam è di circa 12.0-46.0 mg/L (µg/mL). Livelli superiori a 46 mg/L sono considerati potenzialmente tossici. Tuttavia, l'intervallo può variare da laboratorio a laboratorio; pertanto, si raccomanda di riferirsi ai valori forniti dal laboratorio che esegue il test. Il clinico deve provvedere alla corretta interpretazione dei risultati in associazione con la storia clinica del paziente, compreso il riscontro dell'efficacia e/o della tossicità del farmaco cercando di definire l'intervallo terapeutico individuale del proprio paziente.
Infatti, sebbene la maggior parte delle persone risponda al farmaco senza manifestare effetti collaterali eccessivi, la risposta al farmaco ha caratteristiche strettamente individuali. Alcune persone manifestano i sintomi per dosaggi corrispondenti al limite inferiore dell'intervallo di riferimento o gli effetti collaterali a livelli vicini al limite superiore, altre hanno la necessità di assumere una dose di farmaco esterna all'intervallo di riferimento (a concentrazioni inferiori al limite inferiore di riferimento o superiori al limite superiore) per poter eliminare gli effetti collaterali o i sintomi. Le persone che assumono questo farmaco devono pertanto collaborare con il clinico, soprattutto nella fase iniziale, per il raggiungimento del dosaggio ottimale.
In generale, se i livelli di levetiracetam misurati ricadono all'interno dell'intervallo terapeutico (o di quello stabilito in maniera personalizzata) e il paziente non manifesta né sintomi né effetti collaterali eccessivi, allora il dosaggio viene considerato adeguato.
Il riscontro di valori alterati potrebbe dipendere dalla non corretta assunzione del farmaco (non corretta aderenza alla terapia) da parte del paziente. E' importante che le persone in cura vengano correttamente informate circa i possibili rischi associati a comportamenti di questo tipo.
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C'è altro da sapere?
Assumere regolarmente il farmaco è essenziale per evitare il verificarsi di convulsioni. Le persone in cura non devono variare autonomamente il dosaggio del farmaco o interrompere la terapia senza prima aver consultato il proprio medico. Il dosaggio corretto deve essere valutato e definito caso per caso.
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Per quanto tempo deve essere assunto il levetiracetam?
Generalmente, le persone affette da epilessia assumono il farmaco per tutto il corso della loro vita. In caso di comparsa di effetti collaterali o di inefficacia, tuttavia, il farmaco può essere sostituito con un altro antiepilettico.
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Il test può essere eseguito ambulatorialmente?
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Quali sono gli altri farmaci antiepilettici?
Esistono molteplici farmaci caratterizzati da formulazione ed azione differenti e che vengono utilizzati per trattare differenti tipi di convulsioni. I farmaci di prima generazione includono: fenobarbital (utilizzato fin dai primi anni del 1900), fenitoina, carbamazepina, etosuccimide e acido valproico. I nuovi farmaci, detti di seconda generazione, includono: gabapentin, lamotrigina, oxcarbazepina, topiramato, tiagabine, zonisamide e levetiracetam. Alcuni di questi vengono utilizzati da soli, ma la maggior parte possono essere assunti insieme ad altri farmaci.
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Quali sono gli effetti collaterali gravi associati all'assunzione di levetiracetam?
La manifestazione di effetti collaterali gravi associati all'assunzione del levetiracetam è molto rara. Alcuni esempi includono:
- Sintomi simil-influenzali, eruzioni cutanee sul volto, sistemiche o che formano vescicole; questi sintomi possono essere riconducibili ad una rara e grave patologia della pelle, nota come sindrome di Stevens-Johnson
- Convulsioni sempre più gravi
- Oliguria, spossatezza o confusione, gonfiore a livello di arti inferiori, caviglie o piedi; questi sintomi possono essere riconducibili a problematiche renali
- Alterazioni dello stato mentale, confusione, sonnolenza, perdita di memoria, comportamento anomalo, perdita di coordinazione
- Tendenza al suicidio; si verifica in un numero ristretto di casi
- In rari casi, il paziente può manifestare una grave reazione allergica (anafilassi) al levetiracetam
Revisori: Prof. Antonio D'Avolio - Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Torino; Laboratorio di Farmacologia e Farmacogenetica, Torino / Simona Pichini - Analytical Pharmacotoxicology Unit Head, National Centre on Addiction and Doping; Istituto Superiore di Sanità