Per confermare o escludere un’influenza, in particolare in pazienti ricoverati, con il sistema immunitario compromesso o con qualsiasi altra condizione clinica in grado di determinare l’aumento del rischio di complicanze riguardanti l’influenza; come parte della valutazione dell’approccio terapeutico e per valutazioni epidemiologiche.
Influenza
Nel caso in cui il clinico voglia assicurarsi che i sintomi di un paziente siano dovuti al virus influenzale di tipo A o di tipo B e non ad altre patologie; entro 3-4 giorni dalla comparsa dei sintomi come febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di gola, debolezza, astenia, tosse, faringotonsillite e raffreddore.
Dipende dalla metodica utilizzata. Può essere necessario un tampone o un aspirato rinofaringeo; talvolta un bronco aspirato o un bronco lavaggio.
No, nessuna.
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Come viene raccolto il campione per il test?
La raccolta del campione è una fase cruciale nell’esecuzione del test per l’influenza e le modalità di raccolta variano sulla base del test utilizzato. Il miglior campione è un aspirato rinofaringeo o un campione di secrezioni nasali. Talvolta il clinico può richiedere l’esecuzione del test su un tampone faringeo, il quale è però caratterizzato da una minore sensibilità rispetto al precedente.
Per la raccolta dell’aspirato rinofaringeo, al paziente viene iniettata, tramite l’uso di una piccola siringa, un po’ di soluzione salina nel naso; quindi viene applicata una leggera suzione in modo da raccogliere la soluzione salina mista al muco. Per conservare correttamente i microrganismi contenuti nell’aspirato, il campione viene quindi posto in uno specifico mezzo chiamato “terreno di trasporto per virus” e inviato al laboratorio di analisi.
Il tampone rinofaringeo è raccolto tramite l’uso di un tampone (una specie di cotton-fioc) strofinato sulle pareti del naso ed inserito delicatamente fino a che non viene incontrata una resistenza. Il tampone viene quindi ruotato ed estratto. Questa procedura può essere fastidiosa e può indurre una lieve lacrimazione.
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test dell’influenza può essere utilizzato come sostegno alla diagnosi d’influenza e per la valutazione delle scelte terapeutiche. Talvolta il test viene richiesto per documentare ed approfondire la presenza di focolai epidemici e per definire il tipo e/o ceppo del virus.
Non tutti i casi d’influenza richiedono l’uso di test perla prescrizione di farmaci antivirali. Spesso la diagnosi d’influenza è possibile grazie alla sola valutazione clinica del paziente, ai segni e sintomi presenti ed alle informazioni disponibili, come la stagione in corso. Nel caso in cui l’influenza duri 3-4 giorni e non vi siano evidenze di gravi complicanze secondarie (sequele), allora al paziente può essere consigliato solo di rimanere a riposo, di idratarsi e di contenere i sintomi con farmaci da banco.
Tuttavia, l’influenza può anche essere mortale. I test possono supportare i clinici nel tentativo di limitarne la diffusione e per utilizzare farmaci antivirali in grado di limitarne i sintomi. Le organizzazioni internazionali raccomandano esecuzione del test in alcune specifiche condizioni:
- Nei pazienti ricoverati o con patologie ad alto rischio, con sospetta influenza
- Nei casi in cui la diagnosi d’influenza possa essere utile per limitare la diffusione del virus nella comunità
- Nelle persone che abbiano avuto gravi sintomi o in seguito al decesso di persone affette da influenza (post-mortem)
Il test è utile anche per identificare nuovi ceppi del virus e prevenire eventuali pandemie, per monitorare la resistenza ai farmaci antivirali e per preparare i vaccini per la successiva stagione influenzale.
Esistono diversi tipi di test influenzali. La scelta del metodo usato dipende dalla disponibilità e dalla finalità del test.
- Test rapido dell’influenza – questo esame è in grado di fornire rapidamente un risultato. Esistono diversi test POCT (point-of-care-test) approvati, alcuni dei quali sono in grado di rilevare la sola influenza A o sia quella di tipo A che B ma senza distinguerle. Altri ancora sono in grado di rilevare e distinguere i virus influenzali di tipo A e B o ancora di rilevare particolari ceppi come H1N1.
- Test diagnostico rapido di rilevazione degli antigeni del virus dell’influenza – utilizzato per rilevare gli antigeni del virus dell’influenza in campioni dell’apparato respiratorio. Lo svantaggio principale di questo tipo di test è l’alto tasso di risultati falsamente negativi. Questi test hanno una sensibilità limitata e generalmente rilevano circa il 50-70% dei casi d’influenza. Pertanto anche nel caso di risultati negativi, è comunque raccomandato di trattare il paziente con farmaci antivirali. Il test di conferma può essere eseguito tramite un esame colturale o molecolare, maggiormente sensibili. Talvolta questo test può fornire anche risultati falsamente positivi.
- Test molecolari (RT-PCR) – questi esami rilevano la presenza del materiale genetico virale (RNA) nel campione. In genere sono più sensibili e specifici rispetto ai test rapidi ed identificano, in base al tipo di test usato, il 66-100% dei casi di influenza. Alcune metodiche consentono di rilevare contemporaneamente diverse specie di virus responsabili d’infezioni respiratorie, come il virus dell’influenza, il virus respiratorio sinciziale ed il rinovirus.
- Esame colturale virale – la necessità di eseguire gli esami colturali virali è diminuita notevolmente dall’introduzione dei test molecolari. Questo tipo di esami richiede molto tempo per l’esecuzione (3-10 giorni), poiché è necessario aspettare un tempo sufficiente a permettere la crescita di virus in coltura; pertanto è di poca utilità clinica. L’esame colturale è in grado di rilevare i virus influenzali di tipo A e B e di determinare il ceppo ed il sottotipo del virus. Questi test sono utili per la formulazione di un vaccino che si ritiene possa essere utilizzabile nel periodo seguente sulla base della presenza di ceppi virali emergenti e potenzialmente pandemici. L’esame colturale può rilevare la presenza anche di altri virus del tratto respiratorio.
Insieme al test dell’influenza, il clinico può richiedere ulteriori test per escludere o diagnosticare altri tipi di infezione caratterizzati da sintomi simili, come:
- Strep test – per rilevare la faringotonsillite streptococcica
- Virus respiratorio sinciziale – per la ricerca del virus respiratorio sinciziale, un virus responsabile di una sintomatologia analoga a quella influenzale che spesso infetta i bambini e gli anziani
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Quando viene prescritto?
Il test dell’influenza viene richiesto perlopiù durante la stagione influenzale in persone ricoverate, negli immunocompromessi o nelle persone che, per altri motivi, possono essere a rischio di complicanze. Il test deve essere richiesto entro tre giorni dalla comparsa dei sintomi. La maggior parte delle persone affette da influenza stagionale, presenta un malessere moderato, caratterizzato da:
- Astenia
- Febbre, brividi
- Naso tappato
- Mal di gola
- Mal di testa
- Dolori muscolari
- Debolezza
- Tosse
- In alcuni casi, diarrea e vomito
Questi sintomi sono però comuni a moltissime altre patologie o infezioni virali stagionali.
Nel caso in cui si sospetti un caso di influenza anomalo, poiché al di fuori della stagione influenzale, può essere richiesto un test rapido per la conferma diagnostica.
Il test può essere richiesto anche nel caso in cui si sospetti che il virus influenzale possa essere responsabile di un’epidemia caratterizzata dalla presenza di sintomi a carico dell’apparato respiratorio.
Talvolta il test può essere eseguito post-mortem, per accertare le cause di un malessere acuto e letale.
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Cosa significa il risultato del test?
La presenza di un risultato positivo al test rapido indica che molto probabilmente la persona che ha eseguito il test è stata infettata dal virus influenzale di tipo A o di tipo B e che è possibile prescrivere un farmaco antivirale per limitare i sintomi. Tuttavia non è in grado di fornire al clinico informazioni riguardanti il ceppo del virus, la sua virulenza e la possibilità di sequele.
Un risultato negativo indica che con buona probabilità la persona ha una patologia diversa dall’influenza o che il test non è stato in gradi di rilevare il tipo di virus (potrebbe essere presente un nuovo ceppo del virus non rilevabile dal test) o che nel campione sono presenti quantità limitate del virus (come conseguenza di una non corretto campionamento, sia dal punto di vista delle modalità di raccolta che della tempistica).
Alcuni tipi di test rapidi sono in grado di identificare specifici sottotipi di virus A, come H1N1, o anche altri virus, come RSV.
Nel caso in cui l’esame colturale fornisca un risultato positivo, significa che il virus influenzale è presente. Sono necessari ulteriori esami per stabilire il tipo, il ceppo e la suscettibilità ad agenti antivirali.
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C’è altro da sapere?
Sia con che senza trattamento, la maggior parte dei casi di influenza si risolve nel giro di una/due settimane. La sensazione di debolezza e la tosse possono tuttavia permanere più a lungo. Alcune persone sviluppano complicanze anche gravi, che in genere si manifestano dopo la scomparsa dei sintomi influenzali.
Chiunque può sviluppare complicanze dall’influenza, ma i bambini, gli anziani, gli immunocompromessi e le persone con patologie polmonari, sono maggiormente a rischio. Tra le complicanze vi sono la polmonite, la sepsi e l’encefalite; queste possono essere molto gravi e richiedere ricovero ospedaliero.
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È possibile che il test sia negativo nonostante l’influenza?
Si. Il test dell’influenza potrebbe non essere in grado di rilevare tutti i casi di influenza. I test rapidi rilevano il 50-70% dei casi di influenza, mentre le metodiche molecolari il 66-100% dei casi. I test potrebbero fornire un risultato falsamente negativo nel caso in cui nel campione non vi siano quantità del virus sufficienti o nel caso in cui il test non sia in grado di rilevare particolari ceppi del virus. Potrebbero inoltre essere presenti nuovi ceppi del virus.
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Quali altri esami possono essere richiesti come supporto diagnostico in presenza di sintomi influenzali?
Il clinico può richiedere l’esecuzione dello Strep test, per la diagnosi della faringotonsillite streptococcica, o la ricerca del virus respiratorio sinciziale (RSV), un virus che spesso infetta i bambini e gli anziani. L’esame colturale dell’espettorato potrebbe anche rilevare la presenza di batteri o funghi quali responsabili dei sintomi respiratori. Infine, l’emocromo ed il pannello metabolico completo possono essere utili nella valutazione dello stato di salute complessivo, dei reni e dei polmoni.
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Perché l’influenza è così importante?
L’influenza rappresenta un importante rischio per la salute pubblica, soprattutto nel caso in cui emergano ceppi particolarmente virulenti. Si ricordi ad esempio l’influenza spagnola del 1918, responsabile di una pandemia che uccise tra i 20 e i 50 milioni di persone nel mondo, o all’influenza asiatica che tra il 1957 ed il 1968 uccise centinaia di migliaia di persone.
Negli anni più recenti è possibile ricordare la preoccupazione internazionale riguardante i ceppi H5N1 e H7N9, noti come influenza aviaria e bovina. Le preoccupazioni maggiori riguardano la possibilità di epidemie sempre più diffuse e gravi.
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È preferibile sottoporsi ad un vaccino antinfluenzale?
Il vaccino antinfluenzale è raccomandato nei bambini di età superiore ai 6 mesi e negli anziani. Anche le persone a maggior rischio di sviluppare complicanze dovrebbero sottoporsi al vaccino, incluse le persone ospitate nelle case di cura, le donne in gravidanza, le persone con asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattie cardiache, epatiche e renali.
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È possibile prendere l’influenza nonostante il vaccino?
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Come viene deciso quale ceppo inserire nei vaccini ogni anno?
I vaccini anti-influenzali prodotti ogni anno, sono prodotti sulla base di previsioni riguardanti il ceppo virale che con maggiore probabilità sarà maggiormente rappresentato durante quella particolare stagione influenzale. Queste valutazioni derivano da osservazioni epidemiologiche eseguite da esperti nel settore. In genere questi vaccini vengono fatti con forme attenuate del virus o di virus inattivo, e sono diretti contro due ceppi del virus influenzale A e uno del B.
I virus influenzali, attraversando le comunità di tutto il mondo, subiscono cambiamenti spontanei (chiamati "deriva antigenica") che permettono di eludere gli anticorpi protettivi formati durante le precedenti infezioni e vaccinazioni. La quantità di "deriva antigenica" varia da anno in anno. Le derive antigeniche più importanti, note come "spostamento antigenico", portano a malattie più gravi poiché più persone risultano suscettibili al virus.
Talvolta può capitare che il ceppo dell'influenza abbia una deriva antigenica significativa nel corso della stessa stagione influenzale. In questo caso il virus acquisisce caratteristiche leggermente diverse, mal riconosciute dal sistema immunitario. Questo fenomeno diminuisce l'efficacia del vaccino. Altre volte, la stagione influenzale può essere causata da un ceppo inaspettato, diverso da quelli per i quali il vaccino è stato sviluppato.
In questi casi comunque, la vaccinazione permette almeno la riduzione dei sintomi.
Ai pazienti ad alto rischio (ad esempio quelli con disturbi cardiaci, renali e polmonari), è possibile prescrivere trattamenti antivirali prima della comparsa della malattia, al fine di fornire anche una protezione a breve termine durante la stagione influenzale.