Per determinare una possibile patologia epatica o delle vie biliari; per differenziare tra malattia epatica e ossea (se rapportato all'aumento di fosfatasi alcalina, ALP); per lo screening e il monitoraggio di abuso d’alcol.
Gamma-glutamil transferasi (GGT)
Quando il paziente ha sintomi di patologia epatica e delle vie biliari; come follow- up in seguito ad un’aumentata ALP
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio
La concentrazione di GGT diminuisce dopo mangiato; può essere richiesto al paziente di digiunare (non mangiare e bere nulla tranne acqua) nelle 8 ore precedenti al test. Può essere inoltre richiesto di evitare l’assunzione di alcolici o di alcuni farmaci
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Quali informazioni è possibile ottenere?
La gamma-glutamil transferasi (GGT) può essere utilizzata per determinare la causa di un aumento di fosfatasi alcalina (ALP). Sia l’ALP che la GGT possono aumentare in patologie dei dotti biliari e in alcune malattie del fegato, ma solo i valori dell’ALP incrementano nelle malattie dell’osso. Pertanto, in un paziente con concentrazione di GGT normale e di ALP alta, l’incremento di ALP è probabilmente attribuibile alle ossa.
Il test della GGT viene talvolta utilizzato per stabilire la presenza di patologie epatiche o di ostruzione dei dotti biliari. Viene solitamente prescritto insieme (o come follow-up) ad altri test epatici, come l’alanina aminotransferasi (ALT), l’aspartato aminotransferasi (AST), l’ALP e la bilirubina. In generale, un aumento di GGT indica che è i corso un danno epatico, senza però fornire indicazioni sulla causa di questa condizione.
La gamma-glutamil transferasi può essere utilizzata per lo screening dell’abuso d’alcol cronico (la GGT risulta aumentata in circa il 75% dei bevitori cronici) e il monitoraggio di uso e/o abuso in soggetti che sono in cura per alcolismo o epatite alcolica.
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Quando viene prescritto?
Il test della GGT può essere prescritto in soggetti che presentano un aumento di ALP. Il test ALP può essere effettuato da solo o come parte di un pannello epatico di routine, per determinare la presenza di danno epatico anche in assenza di sintomi. La GGT può essere prescritta in pazienti che riportano risultati elevati per quanto riguarda l’ALP e nella norma per gli altri test del pannello epatico (come AST e ALT).
La GGT può essere prescritta da sola, insieme, o come follow-up degli altri test di funzionalità epatica quando il paziente mostra segni e sintomi di danno epatico, quali:
- Debolezza e affaticamento
- Perdita di appetito
- Nausea, vomito
- Gonfiore e/o dolore addominale
- Ittero
- Urine scure e feci chiare
- Prurito
La GGT può anche essere prescritta in soggetti con storia d’abuso d’alcol che hanno terminato il programma di disintossicazione, per monitorarne l’osservanza.
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Che cosa significa il risultato del test?
I risultati della GGT vengono interpretati contestualmente ai risultati dell’ALP e degli altri test eseguiti insieme, come il pannello epatico.
Alte concentrazioni di GGT e di ALP possono contribuire ad escludere le malattie dell’osso come causa dell’aumentata concentrazione di ALP. Se invece la concentrazioni di GGT è diminuita o normale, l’incremento di ALP è più probabilmente dovuto ad una malattia ossea.
Alte concentrazioni di GGT suggeriscono la presenza di un danno al fegato, ma senza indicarne la causa. Generalmente, la concentrazione di GGT aumenta proporzionalmente all’entità del danno epatico. Valori elevati possono essere riconducibili a patologie epatiche, come epatiti o cirrosi, ma anche ad altre condizioni, quali scompenso cardiaco congestizio, diabete o pancreatiti. Possono anche essere causati da abuso d’alcol o assunzione di farmaci con effetti tossici a livello epatico.
Concentrazioni normali o diminuite di GGT indicano che è improbabile che il paziente abbia una malattia epatica o che abbia consumato alcol.
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C'è altro da sapere?
L’assunzione anche di piccole quantità di alcol nelle 24 ore precedenti al prelievo possono causare un temporaneo incremento di GGT, così come il fumo. Tuttavia, la variabilità genetica tra gli individui può causare differenze nell’attivazione alcol-correlata dell’enzima GGT, e quindi nei risultati del test.
Concentrazioni elevate di GGT possono indicare presenza di una malattia cardiovascolare e/o di ipertensione. Alcuni studi hanno dimostrato che le persone con aumentata GGT sono esposte ad un rischio maggiore di decesso per malattie cardiache, anche se il motivo di tale associazione non è noto.
Concentrazioni ridotte di GGT si riscontrano in alcune condizioni genetiche in cui il flusso di bile dal fegato viene interrotto o soppresso.
I farmaci che possono causare un incremento di GGT sono la fenitoina, la carbamazepina e i barbiturici come il fenobarbital; così anche l’assunzione di farmaci che necessitano o meno di prescrizione medica, quali gli antinfiammatori non steroidei (FANS), le statine, gli antibiotici, i bloccanti dei recettori dell’istamina (usati per trattare l’eccessiva produzione di acido nello stomaco), gli antifungini, gli antidepressivi, i contraccettivi orali e gli ormoni come il testosterone. Alcuni anticoagulanti (ad es. eparina) e farmaci immunosoppressori (ad es. metotrexato) aumentano i livelli di GGT nel siero.
La GGT aumenta con l’età nelle donna ma non negli uomini, anche se in questi ultimiha i valori più elevati negli uomini rispetto alle donnerisultano comunque più alti, fino al termine del primo anno di vita i valori sono nettamente più elevati che negli adulti.
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È possibile che la GGT sia elevata in assenza di sintomi?
Sì, la GGT è molto sensibile e può risultare aumentata anche in pazienti asintomatici. Questo aumento può essere temporaneo e, in alcuni casi, relativo all’assunzione di farmaci o di alcolici nelle 24 ore precedenti al test. Se gli altri enzimi epatici sono normali, il curante può scegliere di ripetere il test in un secondo momento. Se il valori del GGT e/o degli altri enzimi epatici è particolarmente elevato, potrebbe essere necessario effettuare ulteriori test per identificarne la causa.
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Se un soggetto alcolizzato smette di bere, i suoi livelli di GGT rientreranno nella norma?


Revisore: Dr. Ferruccio Ceriotti; Laboratorio Analisi, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano