Per valutare il rischio di una donna in gravidanza di partorire anticipatamente.
Fibronectina Fetale (fFN)
Nel caso in cui una donna in gravidanza alla 22esima-35esima settimana di gravidanza mostri sintomi di parto pretermine; talvolta nelle donne a rischio di partorire anticipatamente, come in coloro che abbiano avuto un precedente parto pretermine o che abbiano la cervice uterina accorciata.
Un campione di secrezione cervicale o vaginale raccolto nella parte posteriore della vagina o nella porzione apicale della cervice.
Qualsiasi evento meccanico in grado di agire fisicamente sulla cervice o sull'utero può aumentare i livelli di fFN. Perciò la raccolta del campione deve essere effettuata prima di un esame pelvico o di un'ecografia transvaginale. Il liquido seminale può contenere abbastanza fFN da produrre un risultato falsamente positivo. Pertanto può essere richiesto di astenersi dai rapporti sessuali nelle 24h precedenti la raccolta del campione. Il giorno prima del test non devono essere utilizzati lubrificanti, ovuli o lavande vaginali.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
La fibronectina fetale (fFN) viene misurata nelle donne in gravidanza che, pur essendo alla 22esima-35esima settimana, presentano i sintomi di un parto pretermine. Questo test è un ausilio nella valutazione del rischio prossimo di un parto pretermine.
Il test della fibronectina fetale (fFN) dovrebbe essere eseguito solo nelle donne che:
- Hanno il sacco amniotico integro
- Hanno la cervice dilatata di più di 3 centimetri
- Hanno solo un lieve sanguinamento vaginale
- Non sono state sottoposte a cerchiaggio cervicale (procedura eseguita per rafforzare il collo dell’utero che consiste nella chiusura del collo dell’utero con una sutura per prevenire il parto pretermine)
Il test fFN test non è raccomandato per lo screening di donne asintomatiche a basso rischio di parto pretermine.
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Quando viene prescritto?
Il test fFN viene richiesto in donne in gravidanza, tra la 22esima e la 35esima settimana, con sintomi di parto pretermine, come:
- Presenza di contrazioni uterine
- Cambiamenti nelle secrezioni vaginali
- Mal di schiena
- Crampi addominali
- Senso di pressione in zona pelvica
- Crampi
Il test fFN può essere ripetuto dopo due settimane dal primo test, qualora il risultato sia stato negativo ma i sintomi persistano nei successivi 7-14 giorni. Il test può essere ripetuto più volte dal momento che il risultato di ciascun test ha una validità di 7-14 giorni.
Il test può essere richiesto anche in donne ad alto rischio di parto pretermine, come ad esempio le donne con un precedente parto pretermine o con la cervice accorciata.
Il test fFN non deve essere utilizzato in donne con rottura della placenta (distacco prematuro della placenta), con la rottura prematura del sacco amniotico, con placenta previa (placenta posta nella parte inferiore dell’utero) o sanguinamento vaginale da lieve a moderato.
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Cosa significa il risultato del test?
Un risultato positivo per la presenza di fFN non ha un alto valore predittivo per il parto pretermine. Tuttavia, un risultato negativo è altamente predittivo per l’assenza di un parto pretermine nelle due settimane successive l’esecuzione del test.
In altre parole, nel caso in cui il test fFN venga eseguito su donne con i sintomi di parto pretermine e con le caratteristiche idonee all’esecuzione del test, un risultato negativo indica che le probabilità per quella donna di partorire nelle due settimane successive è inferiore all’1%. Il clinico può comunque avvalersi di ulteriori test e della propria esperienza per valutare ciascuna singola situazione.
Poiché i trattamenti necessari a contrastare un eventuale parto pretermine non sono privi di rischi, un risultato fFN negativo può essere un utile strumento per ridurre le terapie farmacologiche ed i ricoveri ospedalieri non necessari.
Un risultato positivo per il test fFN è invece meno specifico. È effettivamente associato con un aumentato rischio di parto pretermine e con le complicanze neonatali correlate, ma non fornisce informazioni sicure riguardo l’effettivo parto pretermine. Un risultato positivo pertanto si accompagna ad un monitoraggio più attento e costante della donna.
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C’è altro da sapere?
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Quali sono i fattori di rischio di parto pretermine?
Esistono numerosi fattori di rischio, ma i più importanti sembrano essere:
- Donne con precedenti parti pretermine
- Gravidanze gemellari o plurigemellari
- Cervice uterina corta
Altri fattori di rischio includono:
- Cure prenatali tardive o assenti
- Presenza di patologie croniche, come diabete o ipertensione
- Problemi all’utero, cervice o placenta
- Aver contratto alcuni tipi di infezione durante la gravidanza
- Il soprappeso o sottopeso prima della gravidanza o l’aver acquisito troppo o troppo poco peso durante la gravidanza
- Fumo di sigaretta, assunzione di alcol o uso di droghe
- Aver avuto aborti multipli
Anche l’età materna (meno di 18 anni o più di 40 anni) sembra avere un ruolo nel rischio di parto pretermine; le donne afro-americane hanno un rischio maggiore rispetto alle caucasiche o alle ispaniche.
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Perché il test non viene effettuato dopo la 35esima settimana?
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Il parto pretermine può essere prevenuto?
In genere no, ma l’utilizzo di terapia tocolitica che inibisce le contrazioni uterine, può ritardare il parto. Il progesterone può invece ridurre l'incidenza di parto pretermine se somministrato a donne con una storia precedente positiva per parto pretermine. Allo stesso tempo, la somministrazione di corticosteroidi può aiutare il feto nella maturazione polmonare in modo da prevenire l’insufficienza respiratoria neonatale. Le donne a rischio di parto pretermine dovrebbero essere trasferite in centri specializzati per la cura neonatale di bambini prematuri.
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Quali altri test esistono per la valutazione del rischio di parto pretermine?
Altri esami includono la misura della lunghezza della cervice uterina tramite ecografia transvaginale e i test per la vaginosi batterica.