Crioglobuline
Quando si presentano sintomi quali: rash cutaneo, ecchimosi, dolori, debolezza, dolori alle articolazioni, pallore e freddo alle estremità alle basse temperature.
Un campione di sangue viene prelevato da una vena del braccio.
No, non è necessaria alcuna preparazione.
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Come viene raccolto il campione per il test?
Il campione di sangue viene prelevato da una vena del braccio e raccolto in una provetta preriscaldata. Il campione deve essere preparato all’analisi a temperatura corporea (37°C, o vicino ad essa), dopodichè il siero del paziente deve essere refrigerato per un tempo che va dalle 72 ore a una settimana e poi esaminato quotidianamente per vedere i precipitati. Se i precipitati sono presenti, ne viene stimata la quantità e il siero viene nuovamente riscaldato, per vedere se i precipitati si dissolvono; se lo fanno, significa che le crioglobuline sono presenti.
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
No, ma è preferibile digiunare nelle 8 ore precedenti al prelievo per minimizzare i fattori confondenti, come la torpidità del campione causata dai trigliceridi.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test delle crioglobuline viene usato per determinare la presenza e la relativa quantità di crioglobuline nel sangue. Può essere prescritto insieme ad altri test per capire quale sia la causa di un’eventuale crioglobulinemia. I test prescritti sono legati al sospetto clinico del medico.
Se il test delle crioglobuline è positivo, viene seguita elettroforesi delle proteine e immunofissazione sierica (sIFE) per determinare quali tipi di proteine formano le crioglobuline presenti e il tipo di eventuale crioglobulinemia.
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Quando viene prescritto?
Il test delle crioglobuline viene prescritto quando una persona presenta dei sintomi che possono essere associati a crioglobulinemia, quali:
- Ecchimosi
- Rash cutaneo e porpora (nuvole di puntini rossi sulla pelle)
- Dolori alle articolazioni e ai muscoli
- Debolezza, affaticamento
- Fenomeno di Raynaud, caratterizzato da dolore, pallore, colorazione blu, intorpidimento, formicolio e freddo a dita delle mani e dei piedi all’esposizione a basse temperature
- Ulcere della pelle
- Morte delle cellule del derma, cancrena
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Cosa significa il risultato del test?
Il test delle crioglobuline è negativo (ovvero non sono presenti crioglobuline nel sangue del paziente) nella maggior parte delle persone sane e non viene prescritto se non ci sono i sintomi associati.
Quando il test è positivo significa che le crioglobuline sono presenti e possono precipitare all’esposizione a basse temperature. I sintomi sono variabili da persona a persona, sono differenti a seconda dell’esposizione e non sono necessariamente correlati alla quantità di crioglobuline presenti.
Il test può essere positivo in numerose patologie. Alcune di esse sono:
- Infezioni come malattia di Lyme, infezione da mononucleosi, Epatite C e HIV/AIDS
- Patologie renali
- Malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide e il morbo di Sjogren
- Patologie caratterizzate da un incremento di globuli bianchi come il mieloma multiplo, il linfoma e la leucemia linfatica
- Malattie associate ad infiammazione dei vasi sanguigni (vasculiti)
Il test delle crioglobuline non è indicativo del tipo di crioglobulina coinvolta e non è diagnostico per nessuna delle predette patologie.
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C’è altro da sapere?
Molte persone che presentano crioglobulinemia sono cronicamente infettate dal virus dell’epatite C (HCV), anche se non tutti gli affetti da HCV (meno del 3%) sviluppano crioglobulinemia.
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Si possono prevenire i sintomi correlati alla presenza di crioglobuline?
Evitare il contatto con oggetti freddi e l’esposizione alle basse temperature può aiutare a minimizzare i sintomi.
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E’ possibile fare qualcosa per liberarsi delle crioglobuline?
In generale no. Se sono dovute a una patologia temporanea, come un’infezione batterica, allora possono sparire alla risoluzione della patologia. Se sono dovute a patologie croniche, come le malattie autoimmuni, allora le crioglobuline rimarranno. In alcuni casi è utile sottoporsi ad aferesi che rimuove momentaneamente le crioglobuline dal circolo.
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Quali sono gli altri test che possono essere effettuati per determinare la causa della crioglobulinemia?
Insieme all’elettroforesi delle proteine e, in funzione del sospetto clinico, possono essere prescritti altri test quali il test dell’ epatite C, gli ANA, il mono test, e il fattore reumatoide, per nominarne alcuni.
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Come viene trattata la crioglobulinemia?
Deve esserne prima determinata la causa. Gli antinfiammatori non steroidei (FANS), i corticosteroidi, e altri farmaci immunosoppressivi possono essere utilizzati per attenuare i sintomi. Se i sintomi sono severi, può essere utilizzata la plasmaferesi per ridurre la concentrazione di crioglobuline scambiando il plasma del paziente con il plasma di un donatore. Non c’è un trattamento specifico per curare la crioglobulinemia.