Per determinare la quantità di corpi chetonici (acetoacetato, beta-idrossibutirrato e acetone) nel sangue come supporto alla diagnosi di chetoacidosi diabetica o alcolica, due patologie potenzialmente letali.
Corpi Chetonici
In presenza di segni e sintomi associati alla chetoacidosi, quali minzione frequente, sete eccessiva (polidipsia), disidratazione, respiro accelerato e respiro affannoso, iperglicemia (nella maggior parte dei casi).
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio o una goccia di sangue capillare ottenuto con la puntura del dito.
No, nessuna.
-
Quali informazioni è possibile ottenere?
La misura dei corpi chetonici nel sangue viene perlopiù utilizzata per rilevare e monitorare la chetoacidosi diabetica, una complicanza acuta grave e potenzialmente letale che può presentarsi in persone affette da diabete di tipo 1 e, talvolta, di tipo 2. La chetoacidosi diabetica può svilupparsi come conseguenza di grave iperglicemia in pazienti diabetici con carenza di insulina, e associarsi a gravi infezioni, digiuno prolungato, accidenti vascolari, gravidanza ed altre condizioni. Può essere la manifestazione di esordio del diabete tipo 1.
La misura dei corpi chetonici viene talvolta richiesta, insieme all’emogasanalisi, al glucosio e agli elettroliti, per rilevare la presenza di chetoacidosi in pazienti non diabetici ma con segni e sintomi tipici, ad esempio, nel caso di eccessiva assunzione di alcolici.
-
Quando viene prescritto?
Il test per la misura dei corpi chetonici può essere richiesto in pazienti diabetici con sintomi associati a chetoacidosi diabetica o in condizioni particolarmente predisponenti alla chetoacidosi diabetica, come in corso di malattia o in gravidanza. La disponibilità dei dispositivi di autocontrollo per la misura dei corpi chetonici ha permesso la misura dei corpi chetonici con una maggiore frequenza, ogniqualvolta sia necessario. Alcuni segni e sintomi di chetoacidosi includono:
- Iperglicemia
- Minzione frequente, polidipsia
- Disidratazione
- Pelle secca, estremità corporee fredde
- Respiro affannoso, fiato corto
- Tachicardia
- Alito dall’odore fruttato
- Nausea, vomito
- Affaticamento
- Stato confusionale
- Coma (talvolta)
In pazienti non diabetici la misura dei chetoni ematici viene generalmente richiesta in presenza di sintomi associati a chetosi o chetoacidosi, tipica dei soggetti esposti a digiuno prolungato o con chetoacidosi alcolica.
-
Cosa significa il risultato del test?
Se il livello di corpi chetonici nel sangue è aumentato, si può produrre chetosi e nei casi gravi chetoacidosi. Se i livelli sono bassi o normali, allora il paziente non presenta un’eccessiva produzione di corpi chetonici; nei casi con sintomi tipici di chetoacidosi l’assenza di chetonemia potrebbe essere causato dal mancato rilievo da parte del metodo di laboratorio utilizzato.
-
C’è altro da sapere?
Studi recenti hanno verificato la reale efficacia nella diagnosi di chetoacidosi diabetica, sia per la misura dei corpi chetonici nel siero che del beta-idrossibutirrato. Tuttavia, alcuni clinici preferiscono la misura del beta-idrossibutirrato. In condizioni di chetoacidosi diabetica acuta il rapporto dei corpi chetonici, ossia il rapporto tra la quantità di beta-idrossibutirrato e acetoacetato, aumenta da 1:1 a 10:1. Nei casi di chetoacidosi diabetica la somministrazione di insulina determina abbassamento della glicemia, diminuzione di beta-idrossibutirrato e riequilibrio del rapporto con l'acetoacetato. Tuttavia, la misura del beta-idrossibutirrato non è disponibile in tutti i laboratori.
-
I pazienti diabetici possono misurare il glucosio al posto dei corpi chetonici?
Le misure del glucosio e dei corpi chetonici sono correlate, ma non sono la stessa cosa. Sebbene l’aumento dei corpi chetonici sia solitamente associato ad iperglicemia, esso può talvolta essere associato ad altre condizioni caratterizzate da livelli moderati di glicemia, come uno stato di malattia. Quindi la misura della glicemia, nel monitoraggio del diabete, non può essere sostituita da quella dei corpi chetonici. La misura dei corpi chetonici è utile nei pazienti con diabete a rischio di chetoacidosi (diabete scompensato, digiuno proungato, abuso di alcol, vomito, etc.).
-
I corpi chetonici possono essere misurati nell'urina piuttosto che nel siero?
Sì, nella maggior parte dei casi la misura della chetonuria viene richiesto più frequentemente rispetto a quello ematico. Tuttavia, poiché la misura della chetonuria non rileva il beta-idrossibutirrato, il chetone più rappresentato in corso di chetoacidosi diabetica, il clinico può preferire la misura dei chetoni nel sangue.
-
I pazienti con diabete di tipo 2 possono sviluppare chetoacidosi diabetica?
Sì, sebbene non sia un evento così frequente come nei pazienti con diabete di tipo 1. Nei pazienti con diabete di tipo 2 si verifica solitamente in seguito ad infezione o malattia oppure nei casi con deficit di insulina trattati con glifozine. La chetosi o la chetoacidosi possono verificarsi anche in pazienti non diabetici, ad esempio in soggetti esposti a digiuno prolungato, dieta ricca di grassi e povera di carboidrati o in presenza di alcolismo. Talvolta può essere indotta di proposito in alcuni bambini affetti da epilessia. Infatti, l’induzione di uno stato di chetosi è la base del successo della dieta chetogenica, che rappresenta una efficace terapia nei bambinicon epilessia intrattabile.
-
La chetosi o chetoacidosi può essere asintomatica?
Esistono alcuni gradi di chetosi senza sintomi o con sintomi lievi, ma l’accumulo progressivo di chetoni determina una modificazione del pH ematico (acidosi), comparsa di sintomi e segni caratteristici di un quadro clinico (chetoacidosi) caratterizzato da gravi complicanze acute, fino alla morte.
Revisori: Prof. Andrea Mosca; Università Degli Studi Di Milano, L.I.T.A. Segrate, MI / Dott.ssa Renata Paleari; Università degli Studi di Milano / Prof.ssa Annunziata Lapolla; Università degli Studi di Padova / Dott. Roberto Miccoli; Università degli Studi di Pisa