Per determinare la concentrazione ematica di carbamazepina e mantenerne il livello all'interno dell’intervallo terapeutico.
Carbamazepina
Ad intervalli regolari allo scopo di monitorare i livelli del farmaco; quando indicato per rilevare concentrazioni eccessivamente basse o alte (potenzialmente tossiche) di farmaco.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio.
No, ma potrebbe essere richiesto di sottoporsi al prelievo secondo una tempistica precisa. Spesso il campione per l'esecuzione del test viene raccolto al momento in cui la concentrazione ematica del farmaco è ai livelli minimi, in genere subito prima dell'assunzione della dose successiva di farmaco.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test della carbamazepina viene prescritto per misurare e monitorare la concentrazione di carbamazepina nel sangue al fine di verificarne la permanenza all'interno dell’intervallo terapeutico. La carbamazepina è un farmaco usato principalmente nel trattamento di alcune patologie convulsive (soprattutto epilessia), ma viene prescritto anche per la stabilizzazione dell’umore in persone affette da disturbi bipolari, per facilitare l’astensione dall’alcol e per alleviare alcuni tipi di dolore neurologico.
Nelle fasi iniziali il test può essere utilizzato per stabilire il dosaggio terapeutico appropriato. In base al risultato degli esami ematici, il dosaggio del farmaco può essere aumentato o diminuito al fine di raggiungere una concentrazione ematica di farmaco interna all’intervallo terapeutico. L’esecuzione di ulteriori test permette quindi di verificare il mantenimento di tali livelli. La variazione dello stato di salute del paziente o l’inizio dell’assunzione di altri farmaci può richiedere l’esecuzione del test per la definizione di eventuali nuovi dosaggi.
Il clinico può utilizzare il test della carbamazepina anche in pazienti con evidenze di effetti collaterali, reazioni avverse o ricomparsa dei sintomi.
Il test della carbamazepina utilizzato routinariamente prevede la misura della carbamazepina "totale", ossia della porzione del farmaco legata alle proteine, e di quella libera. Talvolta, insieme alla misura della carbamazepina totale, può essere prescritto l’esame per la misura della carbamazepina libera o della carbamazepina-10,11-epossido, il suo metabolita attivo, in modo da valutare il loro contributo alla terapia del paziente.
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Quando viene prescritto?
La misura della carbamazepina è spesso prescritta all'inizio del trattamento e ad intervalli regolari se necessario, per garantire che la concentrazione venga mantenuta costante e all'interno dell'intervallo terapeutico.
La ripetizione del test per la misura della carbamazepina totale può invece essere richiesta nel caso in cui venga cambiata la posologia del farmaco o nel caso in cui un paziente inizi o interrompa l’assunzione di altri farmaci (per verificare il loro effetto in associazione alla carbamazepina). Una volta stabilizzata, la concentrazione plasmatica di carbamazepina viene monitorata ad intervalli regolari per garantire che rimanga nell’intervallo terapeutico.
Il test della carbamazepina può essere richiesto nel caso in cui il paziente non sembri rispondere alla terapia o manifesti i sintomi della patologia come convulsioni, dolore neurologico o bipolarismo. In questo caso la concentrazione ematica del farmaco potrebbe non essere sufficiente o il farmaco potrebbe essere inefficace.
Il test della carbamazepina può essere richiesto anche nel caso in cui un paziente sviluppi effetti collaterali e/o complicazioni. Gli effetti collaterali possono svilupparsi a qualsiasi dosaggio ma sono collegati a concentrazioni più alte, e includono:
- Vertigini
- Mancata coordinazione dei movimenti
- Sonnolenza
- Visione offuscata o doppia
- Movimenti involontari del bulbo oculare
Altri effetti collaterali includono:
- Eruzioni cutanee pruriginose
- Nausea
- Diarrea
- Costipazione
- Cefalea
- Stato confusionale
Nel caso in cui compaia uno dei seguenti effetti collaterali, deve essere contattato immediatamente il clinico:
- Pallore, tachicardia e difficoltà nella concentrazione
- Febbre, brividi o mal di gola
- Ulcerazioni della mucosa orale e della gola
- Facilità nello sviluppo di ecchimosi o nel sanguinamento
- Grave formicolio, intorpidimento, dolore, debolezza muscolare
- Stato confusionale, agitazione, problemi del visus o allucinazioni
- Difficoltà respiratorie
- Gonfiore degli arti e dei piedi
- Minzione scarsa
- Giallore della pelle e degli occhi
- Gravi reazioni cutanee
Talvolta la carbamazepina può portare a disfunzioni epatiche, abbassamento dei livelli ematici di sodio, diminuzione del numero di leucociti o aumento degli eosinofili (un tipo di leucociti). In alcuni casi, la gravità degli effetti collaterali può comportare la necessità di variare il protocollo terapeutico con altri farmaci anti-convulsivi, per le sindromi bipolari o per la cura dei dolori neurologici.
I test della carbamazepina libera e/o della carbamazepina-10,11-epossido, possono essere prescritti insieme alla carbamazepina totale per valutare il contributo del farmaco libero o del suo metabolita alla terapia farmacologica. Spesso questo avviene nel caso in cui il paziente sviluppi effetti collaterali nonostante la concentrazione ematica della carbamazepina totale sia all’interno dell’intervallo terapeutico. A volte i risultati sono valutati in termini di rapporto tra quantità libera e quantità totale di carbamazepina.
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Cosa significa il risultato del test?
L’intervallo terapeutico della carbamazepina nel caso in cui non venga assunta in associazione ad altri farmaci dovrebbe essere circa i 4 – 12 µg/mL. Livelli superiori a 15 µg/mL sono considerati tossici. Gli intervalli di riferimento possono variare leggermente da laboratorio a laboratorio e possono essere espressi in altre unità di misura come mg/L. Il clinico e pazienti devono utilizzare l’intervallo terapeutico e le unità di misura stabilite dal laboratorio presso il quale viene eseguito il test.
All'interno dell’intervallo terapeutico, la maggior parte dei pazienti non manifesta effetti collaterali importanti; tuttavia, la risposta varia in modo individuale. Alcune persone possono presentare convulsioni, alterazioni dell'umore o nevralgie, anche a concentrazioni tali da rientrare nella zona bassa dell’intervallo terapeutico, mentre altre possono presentare effetti collaterali importanti con valori nella zona alta dello stesso intervallo.
Le variazioni della carbamazepina libera e della carbamazepina-10,11-epossido possono contribuire alla comparsa di questi effetti. I pazienti devono collaborare in maniera stretta con il clinico per trovare il dosaggio e la concentrazione che loro meglio si adatta.
In generale, se i valori di carbamazepina sono all’interno dell’intervallo terapeutico, il paziente non presenta crisi epilettiche ricorrenti, alterazioni dell'umore, dolore neurologico e non presenta effetti collaterali significativi, il dosaggio di carbamazepina che il paziente sta assumendo è considerato adeguato.
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C’è altro da sapere?
I pazienti non devono aumentare, diminuire o interrompere l’assunzione del farmaco senza consultare il proprio medico, poiché tali cambiamenti potrebbero aumentare il rischio di una crisi epilettica e potrebbero influenzare l'effetto di altri farmaci assunti. I dosaggi e le variazioni della terapia devono essere valutati caso per caso.
Inoltre, è necessario comunicare al proprio medico l’eventuale utilizzo di qualsiasi altro farmaco, acquistabile con o senza prescrizione medica, compresi i fitoterapici. Esistono molti farmaci in grado di interagire con la carbamazepina. Tra questi il warfarin, la fluoxetina e/o altri antidepressivi, l'isoniazide, la teofillina, l'eritromicina, l'etosuximide e le benzodiazepine. La carbamazepina può inoltre influenzare o essere influenzata dall’assunzione di altri farmaci da banco, come l’acetominofene, o fitoterapici come l’erba di san Giovanni. Pertanto non deve essere assunto nessun farmaco senza il consenso del proprio medico curante.
Il metabolismo della carbamazepina può essere aumentato da farmaci come il fenobarbital, il primidone e la fenitoina, i quali sono in grado di determinare una diminuzione dei livelli di carbamazepina nel sangue. Alcuni di questi farmaci possono richiedere il monitoraggio con altri esami del sangue poiché i loro livelli plasmatici potrebbero essere diminuiti.
Il succo di pompelmo può aumentare il livello di carbamazepina nel sangue.
Alcune persone in terapia con carbamazepina possono sviluppare fotosensibilità con la comparsa di eruzioni cutanee, prurito, arrossamento o gravi scottature dopo l’esposizione al sole.
L’uso della carbamazepina potrebbe essere associata con anemia aplastica, danno al midollo osseo e alle cellule staminali ematopoietiche e con agranulocitosi.
La carbamazepina può anche aumentare il rischio di patologie neonatali e morte fetale e può diminuire l'effetto dei contraccettivi orali. Le donne in età fertile dovrebbero parlare con il proprio medico di questo aspetto.
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Quanto tempo dura il trattamento con carbamazepina?
I pazienti con disturbi epilettici, disturbi bipolari o nevralgie croniche, devono assumere la carbamazepina o altri farmaci per tutta la vita. Se la carbamazepina cessa di essere efficace o provoca effetti collaterali, il paziente dovrà variare il protocollo terapeutico anche sospendendo la carbamazepina e cominciando l’assunzione di altri farmaci. Se il paziente è affetto da convulsioni causate da una condizione temporanea, allora potrà assumere il farmaco solo per un breve periodo di tempo.
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Il clinico deve prescrivere frequentemente il test della carbamazepina libera e della carbamazepina-10,11 epossido?
Generalmente no. Questi test aggiuntivi potrebbero essere prescritti una o due volte per approfondire il metabolismo della carbamazepina, ma non costituiscono esami di routine.
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Sono necessari altri test prima dell’assunzione di carbamazepina?
Secondo le linee guida della FDA (Food and Drug Administration) del 2007, i pazienti asiatici, prima di iniziare la terapia con carbamazepina, devono sottoporsi ad un test genetico in grado di individuare la variante genica HLA-B * 1502, responsabile di un significativo aumento del rischio di sviluppare una malattia cutanea rara, ma grave. Questa variante genica è presente quasi esclusivamente in persone asiatiche. I pazienti positivi al test dovrebbero evitare il trattamento con carbamazepina, fenitoina o fosfofenitoina. Per maggiori informazioni si rimanda alla pagine Test Farmacogenetici.