Per avere indicazioni sulla neoplasia nella fase iniziale di valutazione e, nel successivo corso della malattia, per monitorare la risposta al trattamento o per diagnosticare un'eventuale recidiva nei tumori del pancreas e delle vie biliari.
CA 19-9
In fase iniziale di valutazione, prima della terapia, periodicamente dopo la terapia e durante il trattamento di una eventuale recidiva nei tumori del pancreas o delle vie biliari.
Un campione di sangue venoso. In certe malattie del pancreas a volte viene utilizzato un campione di liquido aspirato da una ciste.
No, nessuna.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il CA 19-9 può essere utilizzato, insieme ad altri test di laboratorio e di diagnostica per immagini, nella valutazione iniziale e nel monitoraggio di pazienti con tumore del pancreas o delle vie biliari. In particolare, il CA 19-9 può esser usato:
- Per monitorare la comparsa di eventuali recidive dopo il trattamento chirurgico del tumore;
- Per monitorare la risposta al trattamento medico (chemioterapia) e/o la progressione tumorale;
- Nella valutazione iniziale del paziente per avere informazioni aggiuntive sulla estensione del tumore;
Il CA 19-9 non è invece un marcatore sufficientemente sensibile e specifico per poter essere considerato utile per lo screening o la diagnosi iniziale del tumore pancreatico o delle vie biliari.
Sono in fase di studio nuovi marcatori (da utilizzare da soli o in combinazione con il CA 19-9) per lo screening e la diagnosi del tumore pancreatico in fase iniziale, quando cioè è più facilmente curabile. Tuttavia questi marcatori non sono ancora stati validati per l’impiego clinico.
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Quando viene prescritto?
Il CA 19-9 viene correttamente prescritto nei pazienti ai quali è stata fatta una diagnosi di tumore del pancreas o delle vie biliari, sia in fase iniziale per la valutazione della malattia, sia per il monitoraggio durante e dopo la terapia.
A volte il CA 19-9 viene richiesto in pazienti con sintomi generici (dolore addominale e/o alla schiena, nausea, perdita di appetito, perdita di peso inspiegabile) che possono essere anche associati a un tumore del pancreas. Questo impiego non è appropriato perché il CA 19-9 è un marcatore poco specifico (vedi più sopra L’Esame: che cosa si misura?). Infatti, valori aumentati di CA 19-9 possono essere causati da numerose altre malattie diverse dal cancro del pancreas o delle vie biliari, le quali possono anche essere associate proprio a tali sintomi generici, mentre valori bassi del CA 19-9 non escludono la presenza di un tumore.
Nei pazienti con ittero l’uso del CA 19-9 è da evitare in quanto l’ittero, anche se provocato da una banale calcolosi delle vie biliari, può causare incrementi dei livelli del CA19.9 dell’ordine di centinaia o migliaia di U/mL. Poiché tali livelli sarebbero compatibili con una neoplasia del pancreas avanzata, misurare il CA 19-9 in persone con ittero comporta il rischio di dare al medico un’informazione diagnostica fuorviante. In pazienti con ittero la condotta appropriata consiste nel considerare il dosaggio del CA 19-9 solo una o due settimane dopo la risoluzione dell’ittero mediante drenaggio (ottenuto posizionando uno stent nei dotti biliari).
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Cosa significa il risultato del test?
Basse concentrazioni di CA 19-9 possono essere rilevate nel sangue di persone sane, mentre diverse malattie non tumorali (come ad esempio, pancreatite acuta, pancreatite cronica, calcoli delle vie biliari, infiammazione della colecistiti, malattie reumatiche e autoimmuni, diabete, nefropatia diabetica, epatopatia cronica, cirrosi epatica, epatite acuta, patologia benigna del polmone, fibrosi cistica) possono causare aumenti dei livelli del marcatore nel sangue.
Pertanto, livelli medio-alti di CA 19-9 si possono osservare in pazienti con cancro del pancreas o delle vie biliari, ma anche in altri tumori e in numerose altre malattie e condizioni.
Da ricordare che la presenza di ittero può provocare valori molto alti di CA 19-9, indipendentemente dal tipo di malattia che causa l’ittero. I livelli più alti di CA 19-9 si osservano nel cancro del pancreas esocrino (il tessuto pancreatico che produce gli enzimi digestivi e i dotti che trasportano tali enzimi verso l’intestino tenue), che rappresenta il 95% dei tumori del pancreas.
Nei pazienti con tumore del pancreas o delle vie biliari, livelli di CA 19-9 inizialmente elevati che diminuiscono con il tempo suggeriscono che la rimozione chirurgica del tumore è stata radicale o che il trattamento terapeutico in atto è efficace. Livelli che rimangono alti o che aumentano nel tempo, invece, possono essere indice di un trattamento non efficace e/o della comparsa di recidive.
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C’è altro da sapere?
Valori elevati di CA 19-9 possono aiutare a fare una diagnosi precoce di tumore del pancreas? Sfortunatamente, i tumori pancreatici allo stadio iniziale sono asintomatici o causano sintomi aspecifici. Quando una persona presenta sintomi e livelli significativamente elevati di CA 19-9, il cancro del pancreas è solitamente in una fase avanzata. Inoltre diversi altri tumori e numerose altre malattie e condizioni (vedi Cosa significa il risultato del test?) possono causare aumenti anche importanti dei livelli di CA 19-9 nel sangue.
Valori bassi di CA 19.9 possono aiutare a escludere la presenza di un tumore del pancreas? Il CA 19-9 è una proteina presente sulla superficie delle cellule che deriva da un antigene associato al sistema di antigeni Lewis, un sistema di gruppo sanguigno umano simile al sistema ABO (utilizzato nella tipizzazione del sangue per le trasfusioni). Il 5-7% della popolazione non produce l'antigene di Lewis (circa il 30% nelle persone di origine africana) e, conseguentemente, non produce il CA 19-9. Pertanto, in soggetti negativi per l'antigene di Lewis il CA 19-9 può risultare negativo anche in presenza di un tumore del pancreas.
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É importante eseguire il dosaggio del CA 19-9 sempre nello stesso laboratorio?
Sì, perché laboratori diversi possono utilizzare metodi diversi per misurare il CA 19-9 e per questo motivorisultati e valori di riferimento possono variare da laboratorio a laboratorio.
É pertanto consigliabile eseguire il dosaggio di CA 19-9 nello stesso laboratorio e con lo stesso metodo affinché i risultati possano essere confrontati e interpretati correttamente lungo tutto il decorso della malattia.
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Perché la misura del CA 19-9 non viene utilizzata a scopo di screening?
Il CA 19-9 non è un marcatore abbastanza sensibile e specifico per poter essere raccomandato come esame di screening. Infatti, la sua determinazione in persone asintomatiche o con sintomi generici sarebbe associata a troppi risultati falsi positivi e falsi negativi (vedi più sopra L’Esame: che cosa si misura?).
Sono in fase di studio altri marcatori che potrebbero essere utili nell’identificazione precoce dei tumori pancreatici e più adatti allo screening, che però non sono ancora stati validati per l’uso clinico.
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Quali altre indagini si possono associare a CA 19-9?
Il medico può richiedere esami diversi in relazione al problema clinico.
Nei tumori del pancreas e delle vie biliari, nei quali il CA 19-9 può essere utilizzato, possono essere richiesti una tomografia computerizzata (TC), un'ecografia, una risonanza magnetica per la valutazione dei dotti biliari e pancreatici, una colangiopancreatografia retrograda endoscopica (una procedura tramite la quale, entrando con un piccolo endoscopio attraverso la bocca e passando attraverso lo stomaco, è possibile raggiungere l’intestino tenue e i dotti pancreatici) e/o una biopsia per identificare al microscopio la presenza di eventuali cellule tumorali.
Alcuni esami sono richiesti sia in fase di diagnosi e valutazione iniziale che durante il monitoraggio della malattia, altri solo in fase iniziale.
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Quali sono i principali fattori di rischio per il tumore al pancreas?
Ancora non si conoscono le cause dei tumori del pancreas. I fattori di rischio includono il fumo, l’età (sono interessati soprattutto soggetti di età superiore ai 50 anni), il sesso (gli uomini hanno rischio maggiore rispetto alle donne), la familiarità, il diabete, la pancreatite cronica e occupazioni con forte esposizione a prodotti chimici e coloranti (come quelli utilizzati nelle lavanderie a secco e nella lavorazione dei metalli).




Revisori: Massimo Gion - Centro Regionale Specializzato per i Biomarcatori Diagnostici Prognostici e Predittivi; Dipartimento di Patologia Clinica, Azienda ULSS 3 Serenissima – Ospedale SS. Giovanni e Paolo, Venezia / Chiara Trevisiol - Istituto Oncologico Veneto IOV-IRCCS, Padova / Aline S.C. Fabricio - Istituto Oncologico Veneto IOV-IRCCS, Padova
Documento revisionato e condiviso dai componenti attivi del Gruppo di Studio “Marcatori Tumorali” della Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica (SIBioC): Emiliano Aroasio (Torino), Simone Barocci (Urbino), Ettore Capoluongo (Napoli), Giovanni Cigliana (Roma), Laura Conti (Roma), Mario Correale (Bari), Ruggero Dittadi (Mestre-Venezia), Antonio Fortunato (Ascoli Piceno), Fiorella Guadagni (Roma), Stefano Rapi (Firenze), Tiziana Rubeca (Firenze), Gian Luca Salvagno (Verona), Maria Teresa Sandri (Milano), Daniela Terracciano (Napoli), Alessandro Terreni (Firenze), Francesco Volpi (Aviano).