Se non trattata, l'insulino resistenza può comportare l'insorgenza di altre gravi patologie, in seguito:
- All'innalzamento dei livelli di insulina nel sangue (poiché l'organismo cerca di compensare la ridotta azione dell'insulina producendo quantità maggiori dell'ormone)
- All'azione inadeguata dell'insulina, nonostante l'aumento dei suoi livelli nel sangue
Il protrarsi di una condizione di iperinsulinemia può determinare la comparsa di effetti dannosi, quali:
- Indurimento delle arterie (aterosclerosi); è stata evidenziata la presenza di una forte associazione tra aterosclerosi ed elevati livelli di insulina nel sangue, ma non è chiaro se sia l'iperinsulinemia stessa la causa dell'aterosclerosi
- Ipertensione
- Aumentata tendenza alla coagulazione a livello arterioso
- Elevati livelli di acido urico nel sangue, che possono causare la gotta, sintomo tipico della sindrome metabolica
- Aumento degli ormoni maschili (androgeni); le donne affette da sindrome metabolica possono presentare irsutismo (peluria eccessiva su viso e corpo), calvizie, diradamento dei capelli, modificazioni della voce e, spesso, sindrome dell'ovaio policistico (PCOS). La PCOS può causare irregolarità del ciclo mestruale, amenorrea e/o infertilità
- Macchie scure della pelle e/o fibromi penduli (acanthòsis nìgricans); possono verificarsi a livello del collo, dell'inguine, delle ascelle e, nelle donne, sotto al seno. Nei casi più gravi, l'aumento della pigmentazione interessa le guance e il volto
Molti di questi fattori (ad esempio ipertensione, trombofilia, aumento dell'acido urico e degli androgeni) favoriscono lo sviluppo e la progressione dell'aterosclerosi.
In caso di ridotta sensibilità all'insulina (nonostante l'aumento dei suoi livelli nel sangue), può verificarsi:
- Aumento della glicemia; la presenza di elevati livelli di glucosio può causare patologie croniche, quali malattie renali, danni al sistema nervoso e malattie cardiache. Aumenti lievi della glicemia sono descritti come "prediabete". La presenza di sintomi riconducibili al diabete (quali aumento della minzione, aumento della sete, perdita di peso, visione offuscata, ecc.) e di emoglobina glicata oltre una determinata percentuale, consentono di stabilire la diagnosi di diabete. In pazienti asintomatici la diagnosi di diabete viene stabilita dalla rilevazione di livelli elevati di glucosio in due giorni diversi o, alternativamente, di due livelli anomali di glucosio o emoglobina glicata nello stesso giorno
- Dislipidemie; queste includono diminuzione dei livelli di colesterolo HDL (chiamato anche “colesterolo buono”), aumento del colesterolo LDL (colesterolo "cattivo") ed elevati livelli di trigliceridi e particelle LDL "dense", a ridotto contenuto di colesterolo. L'alterazione delle concentrazioni dei lipidi può portare all'insorgenza delle malattie cardiovascolari. Livelli elevati di trigliceridi sono associati all'accumulo di lipidi nel fegato, con conseguente steatosi epatica non alcolica (NAFLD). Se non trattata, la sindrome metabolica può causare infiammazione a livello epatico, con conseguente NAFLD. Se l'infiammazione progredisce, la NAFLD evolve verso la "steatoepatite non alcolica" (NASH). Il termine steatoepatite indica la coesistenza di livelli aumenti di lipidi nel fegato ("steatosi") e di infiammazione ("epatite"). La NASH può determinare la comparsa di cirrosi epatica, insufficienza epatica e cancro al fegato (ad es. carcinoma epatocellulare)
Secondo i dati dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare, in Italia il 23% degli uomini e il 21% delle donne è affetto da sindrome metabolica. L'insulino resistenza si sviluppa preferenzialmente in età infantile, causando la comparsa di varie patologie prima del raggiungimento dell'età adulta. Circa il 6-39% degli adolescenti in sovrappeso o obesi è affetto da sindrome metabolica e può presentare anche diabete di tipo 2, trigliceridi elevati, colesterolo HDL basso, ipertensione, acido urico elevato, acanthosis nigricans e, nelle ragazze, PCOS.